
Questa volta Prigozhin è davvero furibondo. Mesi fa il capo della Wagner si era lamentato con la Difesa russa, specificamente con Shoigu, per non aver ancora ricevuto le munizioni che aveva richiesto. I suoi combattenti ne erano a corto e continuavano a morire. Deve essere stato proprio in quella circostanza che Mosca gli ha proposto di usare le efficacissime pale, le MPL-50, che evidentemente non sono bastate a fermare la difesa ucraina dal momento che Bakhmut non è ancora caduta. Mancano due chilometri quadrati perché i russi possano piantare la loro bandiera. Ci avevano provato fino al 6 di gennaio, quando avevano annunciato trionfalmente di aver preso la cittadina. Poi abbiamo scoperto che non era vero e ripensandoci li abbiamo capiti: era il tentativo di fare un regalo a Putin il giorno dell’Epifania. Prigozhin era comunque determinato a insistere per consegnare a Mosca il trofeo prima del 9 di maggio, quando lo zar festeggerà sulla Piazza Rossa la sconfitta dell’esercito tedesco da parte dell’Armata Rossa. Il finanziatore della Wagner ha pazientato fino all’ultimo e due giorni fa è esploso. Un video dal fronte mostra un Prigozhin fuori di sé, con il volto alterato dall’ira, circondato dall’oscurità, che si muove tra corpi insanguinati che giacciono a terra e li indica. Poi si gira e sbraita insulti contro i responsabili: “Bastardi! Mentre voi ingrassate nei vostri uffici, i miei uomini muoiono”. Messaggio rivolto ai responsabili di Mosca. La mattina successiva, un nuovo video. Prigozhin con alle spalle i suoi mercenari lancia l’ultimatum: “Entro il 10 maggio ci ritireremo da Bakhmut”. Sorge il dubbio che i suoi rapporti con Putin abbiano raggiunto il punto più basso, non solo perché alla richiesta di aiuti è come se Putin avesse risposto all’ex cuoco “Cuociti nel tuo brodo”, ma per le modalità a cui Prigozhin ha affidato la comunicazione, non i canali ufficiali come normalmente accade, ma dei video che tutto il mondo ha potuto vedere. Cosa c’è dietro? Si può supporre che lo zar non abbia apprezzato i giudizi negativi espressi dal capo della Wagner sui generali russi da lui nominati, che si sono avvicendati al comando, e sull’andamento della guerra, benché Prigozhin non abbia indicato in Putin il responsabile. Nondimeno, non ha rinunciato a ribadire le stesse valutazioni in una lista stilata subito dopo i video, in cui ha menzionato, in ordine cronologico, i fallimenti della guerra. Si dice anche che abbia invitato Putin a ritirare l’esercito, concentrarsi sulle aree occupate, eventualmente fermare l’operazione militare e assecondare gli sforzi per una risoluzione pacifica della crisi. Non crede nella vittoria della Russia? Può darsi. Sembra crederci invece, almeno per quanto riguarda la conquista di Bakhmut, il barbuto ceceno Kadyrov, che alla notizia dell’abbandono della Wagner si è offerto di sostituirla con il suo battaglione. Se poi il destino volesse che le cose gli andassero storte, ci sono sempre le bombe al fosforo e Medvedev che minaccia rappresaglie contro Zelensky dopo i due droni sul Cremlino. Silenzio da una parte, trambusto e confusione dall’altra. Chi tace progetta, chi strepita teme.