Il pontefice è la massima autorità della Chiesa cattolica, a cui guardano 2,4 miliardi di cristiani nel mondo, attenti alle sue parole, in particolare se quel pontefice è Bergoglio. L’interesse nei suoi confronti nasce dall’approccio informale e dal linguaggio semplice, quasi terre-à-terre, che Bergoglio ha deciso di adottare e che lo avvicina alla variegata moltitudine di fedeli e non, che lo seguono. In questo difficile momento storico, con due gravi conflitti in corso, il papa è più volte intervenuto invocando la pace, invitando le parti coinvolte a fermare le armi, ribadendo che la guerra è sempre una sconfitta. Chiedere a Putin. L’irenismo di Bergoglio non sorprende, il papa fa il papa, sarebbe inconsueto se si astenesse da una generica richiesta di adoperarsi perché si risparmino tante vite innocenti. Eppure, è inevitabile che alcune frasi pronunciate a briglia sciolta, o risposte a domande specifiche, suscitino più di qualche perplessità sul loro valore morale. Che nella missione pastorale di Bergoglio ci sia una chiara impronta politica è innegabile, né Bergoglio ne ha mai fatto mistero, evidenziando anzi la propria ammirazione nei confronti di paesi per nulla preoccupati a difendere il diritto alla libertà di opinione, di stampa, di religione dei loro cittadini. L’unilateralità di Bergoglio è manifesta e sfiora la partigianeria. E’ qui che esce azzoppata la sua visione di una chiesa universale. Al giornalista svizzero che gli domanda con un pizzico di malizia: “In Ucraina c’è chi chiede il coraggio della resa, della bandiera bianca. Ma altri dicono che così si legittimerebbe il più forte. Cosa pensa?” Bergoglio risponde che è più forte chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca. “Quando sei sconfitto occorre avere il coraggio di negoziare”. Chi ha riferito a Bergoglio che l’Ucraina è sconfitta? Da quale fonte il papa ha attinto l’informazione che il popolo ucraino voglia arrendersi? Il papa parla per sentito dire o ascolta solo una campana. Kyiv non sta perdendo, ha consolidato le posizioni sul fronte di guerra, si è spinto a colpire fin dentro il territorio nemico, ha abbattuto 5 caccia russi, danneggiato due raffinerie importanti e depositi di carburante, ha recentemente affondato la nave da sbarco Caesar Kunikov e il pattugliatore Sergey Kotov con droni di superficie e missili da crociera. Il Consiglio delle chiese ucraine, confermando la distanza ormai incolmabile dal Vaticano, respinge il racconto della sconfitta e nega la voglia di resa: “Nessuno, né ora né mai costringerà il nostro popolo alla capitolazione”. Non è l’aggredito a doversi arrendere, ma l’aggressore a doversi ritirare dai territori occupati illegalmente. Una verità talmente ovvia eppure inaccettabile per il papa, che appartiene a un retroterra culturale e geografico ostile all’imperialismo americano e vicino agli imperialismi di Russia e Cina, nonostante il trattamento riservato in quelle dittature a chi osi opporvisi, i gulag di sovietica memoria e i campi di “rieducazione”. Se non ami gli Stati Uniti, ami i suoi nemici. Un’equazione non proprio degna di un pontefice dal quale ci si aspetterebbe cautela nel parlare o addirittura il silenzio. Fu questa la scelta di Pio XII, il papa del “silenzio” di fronte all’Olocausto. La condanna pubblica del nazismo per evitare il Terzo Reich, ostile alle chiese cristiane, avrebbe potuto intensificare la ferocia contro gli ebrei, che Pio XII, nel silenzio, aiutò in gran numero a salvarsi. Nella barbara guerra di aggressione russa a Kyiv, il massimo sforzo di Bergoglio a favore del popolo ucraino è la preghiera per “la martoriata Ucraina”. Sul mandante dell’invasione criminale non una parola, sulle atrocità commesse nessun riferimento all’esercito di Mosca ma a bande di feroci mercenari. Sconcertante parallelismo con il pogrom del 7 ottobre da parte dei terroristi di Hamas: “Sono entrati nei Kibbutz e ucciso qualcuno”. Le improvvide esternazioni del papa sulla bandiera bianca sono state accolte con soddisfazione dalla santa alleanza tra estrema destra e estrema sinistra e da alcuni giornalisti, orgogliosi di scoprire che il papa la pensa come loro. Ma su Bergoglio sono piovute più numerose le critiche. L’ambasciatore tedesco ha ironizzato sul fatto che gli unici a plaudere alle parole del papa siano stati Zakarova e Pescov. E’ curioso infatti che la posizione di Francesco sulle responsabilità della guerra, sulla Nato e sulla soluzione del conflitto attraverso l’ineluttabile resa di Kyiv, sia la fotocopia di quanto disse quando l’esercito ucraino sfondava le difese russe. E’ la conferma da che parte stia il papa dal 24 febbraio 2022. E ’il motivo dello tsunami che ha messo sotto sopra il Vaticano e attivato febbrilmente la diplomazia nei tre giorni successivi alle incaute dichiarazioni, una rincorsa tra spiegazioni, goffi aggiustamenti, puntualizzazioni e rettifiche. E’ toccato al Segretario di Stato cardinale Parolin, che Dio l’abbia in gloria, la parola finale: “In Ucraina, condizione per la pace è la fine dell’aggressione”.
- 18 Settembre 2024 -
15 commenti su “Il parafulmine Parolin…l’opinione di Rita Faletti”
Intanto la Russia sta utilizzando granate alla cloropicrina…
Gas nervino utilizzato nella 1WW…
Protocollo Ginevra del 1925…attuato dal 1928…
Vieta l’utilizzo di gas chimici-nervini…
Il prossimo step, è l’uso di armi batteriologiche….
Un passo prima del nucleare…
Nessuno ne parla…
L’Unione omertosi narcotizzati (Onu) non può, e non vuole, fermare la Russia, uno dei 5 membri permanenti con potere di veto che si opporrebbe a qualunque risoluzione nei suoi confronti. Se così non fosse, Putin sarebbe stato costretto a ritirarsi dall’Ucraina il giorno successivo l’inizio dell’invasione.
“Non è l’aggredito a doversi arrendere, ma l’aggressore a doversi ritirare dai territori occupati illegalmente.”
Mi sembra che in Medio Oriente succeda qualcosa di simile! E’ conveniente ricordarsene solo per il conflitto Ucraina – Russia?
L’invasione illegale dell’Ucraina, stato indipendente con confini definiti, non ha niente in comune con la creazione di uno stato ebraico in Medio Oriente, voluto dalla Nazioni Unite, non come compensazione di una tragedia, ma come ritorno di un popolo nella terra che i suoi antenati avevano occupato per secoli. La Palestina esisteva come Siria del sud e comprendeva gli attuali stati della Siria, del Libano, della Giordania, di Israele, della Palestina (Gaza e Cisgiordania). All’inizio del XIX secolo la Palestina non esisteva come entità autonoma, quindi non esistevano nemmeno i palestinesi come popolazione distinta dagli altri arabi. Questo spiega chiaramente perché Israele non sta occupando illegalmente una terra altrui. E’ un gran peccato non conoscere la storia. Le consiglio “Les origines du conflit isrealo-arabe (1870-1950)” di Georges Bensoussan. Nel 1948 i palestinesi non hanno voluto uno stato loro. Nel 2005 Israele ha lasciato Gaza, nel 2007 Gaza ha eletto democraticamente Hamas, che ha costruito i suoi tunnel per attaccare Israele aspettando il momento opportuno per cancellarlo dalle mappe. Ha pensato che il 7 ottobre fosse quel momento. Israele sta difendendo la propria esistenza come farebbe qualsiasi stato nelle sue medesime condizioni. E’ tutto molto lineare, a meno che …
Sarà lineare per lei che è obbligatoriamente addottorata alle sue convinzioni.
Io invece penso che i morti del 7 ottobre, vittime innocenti, siano la causa del mal governo israeliano, con un capo che non si dimette e abusa della guerra perchè altrimenti verrebbe arrestato. Penso anche che Netaniahu e la sua cricca voglia sterminare i palestinesi in modo definitivo e radicale, difatti siamo a più di 31000 morti innocenti : in pratica, volendo fare un paragone, che potrà sembrarle fuori luogo, stanno utilizzando la stessa tecnica, ma con armi differenti, dei tedeschi durante il secondo conflitto mondiale.
I palestinesi non avevano dei confini? Certo, erano dei nomadi, e chi siamo noi per impedirgli di vivere la loro vita? Hamas sono dei terroristi? Certamente, lo sono, anche i nostri partigiani furono definiti tali, tranne che ci liberarono dal nazi-fascismo.
Territori sottratti di giorno in giorno ai palestinesi dai coloni israeliani; perchè lei non ne parla mai? Perchè non scrive mai dei palestinesi trucidati dall’esercito israeliano? Quelli non sono morti? La leggenda narra di Davide e Golia, non vorrei che nel tempo qualche Davide Palestinese cominci difendersi non solo con il lancio di pietre, se accadesse il mondo non avrebbe pace!
Le mie convinzioni non sono testardi pregiudizi come Lei considera o vorrebbe che fossero per sostenere le Sue tesi infondate. L’unico punto di riferimento per me è la storia, non la pubblicistica del nazionalismo palestinese propalata dai vari sostenitori in giro per il mondo. Ripeto: al diritto legittimo di avere uno stato proprio, i palestinesi rinunciarono nel 1948, ma se si legge la storia, si scopre che l’ossessione araba per gli ebrei ha radici antiche, precedenti la dissoluzione dell’impero ottomano di cui gli arabi incolparono l’Occidente e gli ebrei. Guarda un po’ che strano. Il fatto è che le popolazioni arabe, sempre in lizza tra loro, cominciarono ad accarezzare l’idea di uno stato panarabo solo dopo che le comunità ebraiche avevano manifestato chiaramente di voler costituire uno stato unitario, riuscendovi. Uno stato panarabo, invece, non è mai nato: successo contro fallimento di cui gli arabi non hanno mai riconosciuto di essere responsabili. Vecchia storia e diffusa. Le viene in mente qualcosa? La Russia che invade l’Ucraina per colpa dei cani della Nato abbaianti alle sue porte. Ebbene, nacque lo stato sionista, suscitando il risentimento e il rancore arabi, che nel tempo, con la sequela di sconfitte subite nelle guerre contro Israele da loro iniziate, sono cresciuti a dismisura. Altro che due stati. Hamas, sedicente difensore dei diritti palestinesi, ha giurato di distruggere lo stato ebraico e il 7 ottobre ha fatto le prove generali, in attesa di spazzarlo via dal territorio dove gli ebrei sono nati e dove si è formata la loro identità spirituale, religiosa e politica, due millenni prima di Cristo. Se il conflitto arabo-israeliano nasce da questo, da chi calcò quella terra per primo, non c’è modo di risolverlo. Hamas ritiene che dar al-islam, lasciata in eredità da Maometto, appartenga ai musulmani – l’islam nasce nel 570 dopo Cristo – quindi vada liberata dalla presenza degli usurpatori, che la occupano “per gentil concessione”. Il paragone con i partigiani non regge, infatti. I partigiani hanno combattuto per difendere la loro terra. Israele combatte per difendere la sua terra e la propria esistenza contro il terrorismo. Non è Israele ad aver voluto questa guerra, come neanche le precedenti. In guerra, si sa, si muore, militari e civili e i civili palestinesi muoiono anche perché Hamas li usa come scudi umani. Netanyahu è sì colpevole, di non aver impedito che i coloni si allargassero in Cisgiordania. Ultima cosa: come mai l’Egitto di al Sisi non vuole saperne di accogliere i palestinesi? Teme disordini, memore del caos e delle violenze provocate dai rifugiati palestinesi in Giordania, che costrinsero Re Hussein, nel 1970, a mandare i suoi carri armati a smantellare i campi profughi e rastrellare casa per casa in cerca dei guerriglieri dell’Olp che avevano creato, con la prepotenza, uno stato nello stato. I fondamentalisti islamici creano problemi ovunque. Pensi all’Europa e recentemente all’Italia.
Non sono d’accordo stavolta con la signora Faletti, io condivido con lei tutto, e condanno come tutti l’attacco di Hamas naturalmente.
Ma è innegabile la differenza militare fra Israele ed i terroristi, i quali, da codardi si rifugiano e si fanno scudo degli ostaggi, ma anche di tutta la popolazione palestinese.
L’attacco è partito con l’illusione da parte di Hamas di poter attivare un conflitto globale fra le popolazioni arabe contro Israele, ma questo non è stato e pertanto Hamas è sicuramente destinato a soccombere.
L’errore di Israele lo vedo chiaramente nell’intento di Netaniau di sfruttare l’occasione per “distruggere” la Palestina, lui ha nettamente intenzione e lo ha dichiarato di non volere i due stati con l’evidenza che vuole completamente chiudere il conto con l’intero popolo palestinese.
Su questo, invito la signora Faletti ad esprimere il suo punto di vista, io ritengo e lo ritiene anche la comunità internazionale che debbano esistere due stati distinti senza alcuna interferenza fra i due popoli.
Lei mi obbietterà che anche il Popolo Palestinese vuole distruggere Israele, e qui che si vedrà il differente livello di civiltà che ho sempre ritenuto vedere vincente Israele.
Iniziare trattative definitive è indispensable per riportare ad una indispensabile pace non solo nell’area e spegnere le intenzioni di conflitti globali come traspare dall’operato dell’IRAN e della stessa Russia.
Pensare da una parte e dall’altra di chiudere il conto definitivamente con l’avversario di sempre non è possibile ne ora ne mai, a meno che non metta in conto una guerra mondiale e l’utilizzo di armi nucleari con distruzioni di massa… chissà che non ci sia un disegno divino in questo, e quel disegno si esprime dai rigurgiti di estremismo che si respira in questi mesi in tutte le zone del mondo: Trump, Putin, Hamas, Netaniau, Iran, Cina.
Che sia fatta la volontà di Dio, direi, ma se nessuno dei capi di stato che ho citato non inizia una smobilitazione il nostro destino è segnato.
Buona Domenica
In linea teorica quanto Lei scrive è condivisibile. Ci sono dei però: il primo riguarda il terrorismo. Né Hamas, né il jihad palestinese, né Hezbollah, né soprattutto chi sta loro dietro, l’Iran, sono interlocutori affidabili. Il secondo riguarda l’odio profondo di una parte dell’islam nei confronti degli ebrei, è un odio di matrice religiosa, inestinguibile, da cui deriva la ferma volontà di liberare la Palestina da qualunque traccia ebraica. E’ il motivo, credo, per cui Netanyahu vuole andare avanti finché Hamas non sarà distrutto, perché Hamas non intende andarsene da Gaza, sta addirittura trattando per una cooperazione con Fatah a quel fine. Ma Netanyahu non riuscirà ad annientare Hamas. Quando muore un terrorista ne nascono altri due e se dovesse nascere, come sarebbe sacrosanto, uno stato palestinese, al governo, che dovrebbe essere eletto dai palestinesi stessi, democraticamente, dovrebbero esserci persone credibili che riconoscessero Israele e fossero davvero favorevoli al mantenimento della pace. Terzo: i sentimenti non si cancellano improvvisamente con la nascita di uno stato che rispondesse a tutte le condizioni a cui ho fatto accenno. Una stretta di mano può aiutare ma non è sufficiente. Non ho considerato i paesi arabi. Ma credo sarebbero collaborativi. La pace favorisce il benessere e incrementa la ricchezza, interesse principale di Qatar, Arabia Saudita e Emirati. Spero nella conclusione rapida della guerra, ma non sono ottimista sul dopo. Buona domenica a Lei.
Lucetta Scaraffia di Papa Francesco: catastrofe per la chiesa in Europa e nel Mondo… (26 novembre 2023)
http://www.dongiorgio.it
Se può bastare fratelli e sorelle…
Pochi like stamattina, ne pro ne contro… ma dov’è Gino?
Vincenzo
Sono qua’!! Voleva dirmi qualcosa? Non doveva ignorarmi?? Sono ancora vivo tranquillo. Cosa dovrei commentare? Che ai tempi degli ottomani…….mi sono espresso su Israele, come sulla guerra in Ucraina. La menzogna prevale su tutto. Vedrete le menzogne dove porteranno.
Per la cronaca… io non devo niente a nessuno, mi diverto… direi. Ma like gniente più?
A me non servono consensi, e non mi interessa dei giudizi altrui su di me. Non mi toccano minimamente, al massimo rispondo con la stessa moneta, E lei ne sa qualche cosa, quando insultava vergognosamente. Ha perso la memoria?? Oppure è colpa dei populisti, grillini, bla…….bla……bla…… Ecc ecc. ????
Semmai servono a lei che è persona di potere. E poi in caso verrà in suo aiuto qualche giornalista. Come fece in passato. Quindi si limiti a commentare, se ci riesce.
Siamo alle solite, le cose sono evidenti , ma alcuni forse strasbici li vedono diversamente, la striscia di Gaza 360 km quadrati , poco più del territorio Modicano , noi siamo circa 55mila , i palestinesi della striscia sono più di 2milioni , immaginate da frigintini a Marina di Modica , 2 milioni di persone , un formicaio !!!
Sapete perché ?? Perché vivono senza fare niente, grazie ai sussidi che arrivano a Gaza da tutto il mondo , ovunque ci sia un antisemita , spedisce soldi
Gli arabi che per natura non sono gran lavoratori a Gaza hanno trovato il loro abitat preferito,
Hamas naturalmente fa la parte del leone visto che sono loro a gestire questi enormi flussi di denaro, però Hamas li usa per comprare armi, scavare tunnel,mantenere 30mila miliziani ,
In questo formicaio brulicante di esseri umani si creano condizioni di vita difficile da definire, tutta questa gente che non fa niente , gente Giovane , l’ozio produce vizi , e delinquenza.
Cosa resta da fare a Israele per proteggere la sua nazione ??? Con un’inferno del genere ad un tiro di schioppo dalle sue città? Ha cercato sempre di difendersi , ma se attaccati in maniera vile,selvaggia, feroce, è nel loro diritto difendere ad ogni costo la loro sicurezza!!!
Io i filo arabi ,filo hamas ,i filo terroristi, non li voglio convincere perché sarebbe inutile, non si sa per quale motivo la pensano così ??
Fortunatamente sono pochi e non rappresentano un pericolo ,
Resta il fatto che c’è gente che non è razionale!