
Il compagno Santoro vorrebbe sfidare Biden sul terreno della pace. Il momento è buono: se gli avvocati di Trump riusciranno a tirar fuori dai guai giudiziari l’ex presidente aspirante despota e spianargli la strada verso la Casa Bianca, il santone rosso potrebbe avere qualche chance in più nella raccolta di nomi famosi da includere nella lista che intende presentare alle elezioni europee contro la guerra di Biden. Non un partito nuovo, per il momento, poi chissà, una sequela di nomi illustri, di crociati armati di sacro fervore pacifista, magari sotto l’egida del Vaticano, un Santorpapa, pronto a battersi contro l’esercito di guerrafondai guidati da Biden. “Duecentocinquanta miliardi di dollari – dice Santoro – che si sarebbero potuti spendere per opere di bene”. Soldi al servizio degli ideali o ideali al servizio dei soldi? Del resto, cosa sono gli ucraini per noi? Cos’è l’Ucraina se non “un paese fallito” come Putin lo aveva definito il 21 febbraio del 2022? L’Ucraina senza la Russia non esiste. Il più famoso propagandista dello zar, Vladimir Solov’ev, paragona la guerra di aggressione di Mosca a “Sverminare un gatto” che “per il dottore (Putin) è un’operazione speciale. Per i vermi (gli ucraini) è una guerra e per il gatto (l’Ucraina) è una purificazione”. Santoro, il santone rosso, vuole sganciare l’Ue dagli Usa e dare un segnale forte: bisogna riconoscere le ragioni del “dottore” e aiutarlo a portare a termine l’operazione di sverminamento. Bisogna rendere inoffensivo il cane della Nato, mettergli la museruola. Lasciamo che i “vermi” siano distrutti, togliamo loro le armi, collaboriamo a questa missione santa promossa da Putin con la benedizione di Kirill e proteggiamo i figli della Russia da un Occidente che vuole “schiacciarli”. In fondo è solo autodifesa. E il Pd cosa ne pensa? Santoro ha bisogno di alleati che non troverà di certo a destra. Meloni è irremovibile. Stando alle dichiarazioni di Alessia Morani a Stasera Italia, il Partito democratico manterrà la barra dritta. Nessun ripensamento, nessuna smentita, nessuna precisazione. Però c’è lei, Elly Schlein, che avrebbe lasciato intendere che inviare armi agli aggrediti non è una bella idea. Le fa eco Conte. Ma la segretaria non si pronuncia. E’ in fase riflessiva prolungata e si deve comprendere, i tempi sono difficili e le cose fluide. Le va concesso il tempo necessario per raccogliere le idee di ognuno, centrifugarle e presentarne una che le comprenda tutte. Questa si chiama democrazia, questa è la vera capacità di sintesi. Da qui a giugno del prossimo anno, non dubitiamo che Schlein sarà pronta a sciogliere ogni riserva e comunicarci il suo articolato pensiero. Santoro può attendere e intanto continuare ad incrementare la lista di nomi eccellenti per la pace.