Un salto dopo l’altro, attenta a rientrare nella riga! Togliti tocca a me’”… e la mente corre a 50 anni fa. Senti i rumori, gli odori della tua via. A Modica, Via Scala, i suoi vicoli, e’ come tanti anni fa, con le scarpe “occhio di bue”, saltelli, con la gonna a pieghe fatta da mamma. Poi ti fermi seduta sul gradino “Ra ‘za Vannina e ro ‘zu Razio”, pane, formaggio e cipolla. Si sta facendo buio “Tornate dentro”, imprecavano le mamme. Una veloce pulizia e poi si tornava fuori, per l’ora dei racconti sui “Patruna ‘o luogu”. Notte a domani. E così per tutta l’estate, ci s’inventava il Festival di San Remo, dove qualcuna voleva vincere ad ogni costo. Poi si correva a suonare i campanelli delle varie case e via la fuga. I giochi inventati, le storie. La magia di quei vicoli, dove non c’era nulla ma per noi era tutto, perché c’era il cuore. Lì ho pianto, riso, ho raccontato i primi amori, le prime cotte, i primi biglietti buttati ad una finestra con una molletta. E io figlia di emigrati tornavo al Nord alla fine dell’estate portandomi la magia e la passione di quella strada e di quei momenti che rivivevo nella solitudine di un inverno nordico. Dopo 50 anni le bambine di Via Scala si sono riprese rincontrate, con la piacevolezza di ripercorrere davanti ad una pizza quei momenti, quelle emozioni anche “quelle liti”. Una sera tutta nostra, non necessariamente per ricordare ma per guardarci, felici di essere diventate donne grazie a quel pane formaggio e cipolla e con la consapevolezza che quel tempo ci ha dato tutto quello che ci è servito per vivere. Un incontro frutto di “sorellanza”, di gioca e una promessa…chissà: “tornare a giocare a “Ciappedda”.
p.s.: Io vivo ancora lì… Via Scala….forever.
Marisa Scivoletto
5 commenti su “Modica, le “ragazze” di Via Scala. Insieme dopo 50 anni”
Non se n’è può più!!!
n’è io n’è tu n’è possiamo commentare, non c’è ne bisogno di aggiungere altro…
A cosa si riferisce il commento? Forse all’accento sulla e?
E’ ora di tornare a scuola…..
no…alla postrofo