
Non undici, ma venticinque, ad oggi, i pakistani portatori di Coronavirus sbarcati nei giorni scorsi a Pozzallo. Subito dopo lo sbarco per avere notizie più precise telefoniamo, come facciamo da anni, alla locale centrale operativa della Capitaneria di porto. “Dovrebbe cortesemente telefonare a Roma”. Questa la risposta. Da non credere. La cattura di un riccio di mare in più oltre il numero di 50, come previsto dalla normativa europea, diventa notizia da comunicato ufficiale diffuso con particolari inediti e foto eloquenti, mentre lo sbarco di immigrati clandestini (i pakistani non fuggono da nessuna guerra e sbarcano sulle nostre “libere coste” per mille interessi diversi) diventa notizia top secret. Si fa per dire … ovviamente. Mezz’ora dopo le agenzie stampa di mezzo mondo parlano dell’ennesimo “sbarco agevolato” in terra di Sicilia. Questo l’argomento “clou” all’ordine del giorno in Italia, che nessun veto locale o romano può trasformare in inezia.
In Sicilia, a Lampedusa e a Pozzallo, sbarcano ogni giorno, tutti i giorni, centinaia di persone senza identità e senza documenti. Irregolari. Clandestini. A tutti gli effetti. Non arrivano per caso, con decisione autonoma, a bordo di una barchetta costruita in economia. Assolutamente no. Sono emigranti senza titolo. Racimolati i dollari per il ticket da pagare ai trafficanti di vite umane, sono pronti a tutto pur di raggiungere gli unici porti aperti del mondo: quelli di Sicilia. “Nessuna paura – dicono i boss della traversata – arrivati in porto sarete accolti e curati”. Il prezzo del ticket, a quanto pare, comprende oggi anche questa nuova garanzia.
Cadono le braccia, rispetto a questa terribile realtà, assistere a prese di posizioni stupide e strumentali. Costruite per interessi di partito. Per inguaribili pruriti di potere. Il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, questa volta ha toppato alla grande. Mentre nella città marinara di cui è primo cittadino si scopre fra l’incredulità, la rabbia e il timore dei suoi concittadini, che 25 dei 60 pakistani soccorsi nei giorni scorsi da una unità navale CP, sono portatori di Coronavirus, lui va a Roma a fare il cicisbeo con la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, responsabile numero uno degli innumerevoli sbarchi irregolari che si susseguono sulle nostre coste. Tornato a casa, ringalluzzito e soddisfatto per le promesse ottenute, companatico compreso, Roberto Ammatuna, preso dall’euforia del momento, pensa sia cosa buona e giusta dare seguito al suo ruolo di “cavalier servente” del governo centrale, vestendo i panni della comare litigiosa, aspra e cattiva contro gli avversari politici del governo regionale di centrodestra: il presidente della Regione Nello Musumeci e l’assessore alla Sanità Ruggero Razza. Questa la politica che provoca rigetto. Un sindaco, come ha dimostrato con grande coraggio e dignità Ida Carmina primo cittadino di Porto Empedocle (M5S), quando gli interessi da difendere riguardano la comunità che lo ha eletto, ha il dovere preciso di mettere da parte medaglie, patacche e ambizioni personali e di battersi a difesa della comunità che rappresenta. Immane il danno di immagine, e non solo, provocato alla città della Torre dallo sbarco di 60 immigrati irregolari fra cui 25 colpiti da Coronavirus. Le chiacchiere, mai come questa volta, stanno a zero.
3 commenti su “Ennesimo “sbarco agevolato” in Sicilia…di Michele Giardina”
Ai 25 infetti di coronavirus, ci aggiunga il numero imprecisato di “comunitari” auto-infettatisi dalla prostituta peruviana, altrimenti anche le sue affermazioni saranno chiacchiere che stanno a zero! Oppure ci vada lei a bloccare questi poveracci! A parlare a facile, ci vogliono i fatti e i fatti dicono che queste persone sono arrivate, arrivano e ne arriveranno sempre più. Se ne faccia una ragione, lei e i suoi amici leghisti (quelli che fottono più o come gli altri).
Gli ignoranti non meritano una risposta. Ma lei è un ignorante speciale, quindi le consiglio di farsi spiegare quello che non ha capito leggendo il mio pezzo. La sua conclusione finale è farneticante. Glielo garantisco. Si faccia visitare. Ove dovesse immaginare di replicare, le consiglio di fare il bravo, diversamente sarò lieto di incontrarla in altra sede, magari di fronte ad un giudice terzo. Si stia bene, anonimo Pietro S.
Caro Pietro purtroppo noi comuni cittadini benpensanti ci ostiniamo a volte a non voler vedere l’altro lato della medaglia che molte volte ci viene camuffato da finti moralisti che ci fanno credere di avere il cuore grande che sono propensi all’accoglienza all’aiuto dei poveri migranti, ma ti garantisco che in tutto c’è lucro, nessuno fa niente senza “soldi” figurati se il comune di pozzallo lotterebbe con le unghie e con i denti per accaparrarsi ogni santa volta i migranti, se vuoi sapere in anticipo quando arriveranno i “nuovi ospiti” al centro di accoglienza lo capisci il giorno prima, visto che lo svuotano e lo preparano per i nuovi. In tutto ciò per gli hotspots la legge parla chiaro “i tempi di attesa dei migranti nello stesso devono essere limitati al tempo utile al controllo, riconoscimento ed ai check medici” dopodiché i cari ospiti DEVONO essere spostati in strutture allestite ed idonee alla permanenza, non tenuti 20 giorni in Hotspot.
Poi per carità ognuno la pensa come vuole ma… C’è un marciume dietro la gestione dei migranti che supera quello della gestione dei rifiuti!