Quello che serve per scongiurare la dittatura dell’incompetenza è la rivoluzione delle élite……. l’opinione di Rita Faletti

Nord contro sud, destra contro sinistra, campagna contro città, poveri contro ricchi, lavoratori contro imprenditori. Su questi dualismi, il governo gialloverde ha costruito le basi del proprio potere, di impronta autoritaria e divisivo nel paese già abbastanza diviso, che riflette il divario incolmabile tra leghisti e pentastellati, tra il sostegno al lavoro, che è l’unico modo per combattere la povertà, attraverso la flat tax per le imprese del nord produttivo, e il sostegno alla disoccupazione attraverso il reddito di cittadinanza per il sud assistito. Due formule antitetiche e inconciliabili che spiegano perché, sia la flat tax che il reddito di cittadinanza, siano stati estrapolati dal contratto di governo , con la promessa di farli comparire in un decreto il prossimo anno. Ma i soldi, dice il governo, ci sono per entrambe le riforme. Perché aspettare allora? La risposta è nell’abitudine a sparare fandonie per coprire la realtà e continuare a illudere gli elettori, sperando che le cose vadano meglio del previsto. Non succederà e, arrampicarsi sugli specchi, finirà in un disastroso scivolone per il paese che si porterà dietro i due bugiardi. Nel 2019, l’Italia crescerà meno degli altri paesi europei, quindi, le stime di crescita del governo sono fasulle. Il deficit fissato al 2,4 per cento, tenuto conto del rialzo dello spread e della sfiducia dei mercati che frapporranno una ulteriore distanza tra noi e gli investitori stranieri, sarà invece compreso tra il 2,6 e il 2,9 per cento. In tal caso, il ministro dell’Economia Tria mette le mani avanti, assicurando che il deficit verrà corretto al ribasso. Allora, tanto rumore per nulla. A cosa sarà servito allarmare i mercati e l’Europa, allertare i cittadini e spingerli a disinvestire in Italia per trasferire i loro risparmi in paesi più sicuri e affidabili, se le parole e le parolacce avranno assestato un bel colpo all’economia dopo aver penalizzato l’impresa, frenato lo sviluppo, fatto lievitare la disoccupazione? Gli incompetenti farebbero bene a tornare a casa e dedicarsi ad attività più adatte a loro, senz’altro non a guidare un paese. Ne abbiamo abbastanza di demagoghi chiacchieroni e inconcludenti sempre alla ricerca di voti e consensi. Ne abbiamo abbastanza di chi grida “onestà” e nel decreto Genova infila un articolo vergognoso che condona l’abusivismo a Ischia e strizza l’occhio a chi di abusivismo è vissuto e continuerà a vivere. Molti italiani, sempre di più, vogliono che siano i competenti di ogni settore, gli esperti di amministrazione e di gestione dello stato, i professionisti capaci, i sindacalisti consapevoli e liberi da pregiudizi, i cittadini impegnati quotidianamente a far crescere il paese grazie al loro lavoro contro il boicottaggio dei fannulloni corrotti, le minacce delle cosche mafiose, l’illegalità diffusa nella pubblica amministrazione, gli sgambetti architettati dagli sfigati invidiosi, a prendere in mano la situazione e coordinarsi all’interno di un contenitore comune, magari assieme a un Minniti e a un Calenda. I tempi potrebbero essere maturi per un atto di coraggio che salvi il paese dallo sfascio. blogRitaFaletti

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