Il governo non sente ragioni e tira dritto….l’opinione di Rita Faletti

La bocciatura del Documento programmatico di bilancio da parte della Commissione europea, ha due spiegazioni. La prima riguarda il disavanzo del 2,4 per cento, la seconda, quella che ha generato maggiori perplessità, le ottimistiche previsioni di crescita economica dell’Italia nel 2019. Di Maio e Salvini dovrebbero deporre le armi contro gli “euroburocrati” di Bruxelles che, secondo loro, non ci amerebbero, e farla finita con la solita frase di sfida dal sapore adolescenziale “si tira avanti”. Perché così non si va da nessuna parte. Prudenza e ragione non sono certo le prerogative di questo governo nato da promesse che i numeri e le cifre evidenziano come irrealizzabili. Salvini e Di Maio vanno dicendo che la manovra è stata rigettata da burocrati eletti da nessuno. Non è vero. Chi ha deciso è stato il Consiglio europeo, cioè i politici candidati dai governi e approvati dal Parlamento europeo. Ne è la prova il fatto che il premier austriaco Kurz, che il capo leghista considera un suo alleato in Europa, attraverso il suo ministro delle Finanze, sulla manovra italiana sia stato durissimo: la violazione delle regole europee di bilancio non deve essere tollerata. Se lo fosse, creerebbe un pericoloso precedente. Inoltre, in caso di difficoltà di un paese, perché i cittadini degli altri paesi dovrebbero sborsare soldi per i debiti altrui? Messaggio trasparente: ognuno paghi i propri debiti. Ricordo che l’Austria, nella bozza di bilancio, prevede l’azzeramento del deficit, obiettivo che tutti i paesi dell’Eurozona si sono dati e stanno perseguendo. Anche i paesi del gruppo di Visegrad, con l’Ungheria di Orban in testa, altro alleato di Salvini, non si sognano nemmeno di chiedere soldi ai loro cittadini che tanti sacrifici hanno fatto per entrare nell’Unione, da cui non intendono affatto uscire. Condivisione della linea di non sostegno all’Italia, anche i paesi nordici. Quindi, Italia isolata. Dopo il declassamento del debito italiano da parte di Moody’s da Baa1 a Baa2, ci si aspettava lo stesso trattamento da parte di Standard & Poor’s. Con sorpresa, l’agenzia di rating americana è stata clemente. Nessun declassamento, ma l’outlook sul medio e lungo termine è negativa. L’agenzia ritiene infatti, che, nella manovra, lo sbilanciamento tra la spesa per reddito di cittadinanza e quota 100, e la spesa per investimenti, indebolirà l’economia italiana che solo il governo gialloverde vede ottimisticamente per il prossimo anno. In una fase di perdita di slancio dell’economia globale, la crescita dell’Italia all’1,5 per cento è inimmaginabile con un disavanzo strutturale al 2,4 per cento, che renderà altamente improbabile l’uscita dallo stallo. Malgrado tutto, il “si tira avanti” viene ribadito con forza. Il presidente dell’Eurotower, Mario Draghi, ha espresso ottimismo: l’auspicio è che il governo riveda i numeri. Draghi ha altresì ripetuto un concetto noto: il ruolo della Bce non è fare fronte ai problemi di solvibilità degli stati membri, né il suo presidente può intervenire non avendo i poteri per farlo. Di Maio si attendeva un aiutino? In un momento di euforia, il grillino aveva dichiarato: “Ci sono i soldi per realizzare tutto quello che abbiamo promesso, ce ne saranno così tanti che addirittura ripagheremo i debiti che ci hanno lasciato i governi del Pd”. Questa affermazione e la pretesa di un trattamento di favore non stanno assieme, oltre ad essere evidenti sintomi del provincialismo italico. Siamo ormai abituati a dichiarazioni di ogni tipo, ma questa poi! Se fosse come Di Maio dice, perché lui e Salvini hanno mandato il premier Conte in pellegrinaggio negli Stati Uniti, in Cina alla corte di Xi Jinping, in Russia a quella di Putin? L’ostentata sicumera dei gialloverdi sta evaporando? L’accoglienza di Trump, che si rivolge a Conte chiamandolo affettuosamente “Ciusepi”, sarà sinonimo di aiuti concreti? Il presidente della Repubblica popolare cinese penserà al popolo italiano in difficoltà? Ho qualche perplessità. La Cina è molto attenta nel curare i propri interessi commerciali e sogniamoci che faccia qualcosa gratis. Lo zar Putin si è detto disposto a comperare un po’ del nostro debito attraverso un fondo russo. Ma siamo certi che il paese, con un pil inferiore a quello dell’Italia e un numero immenso di veri poveri, possa garantirci un sostegno, soprattutto dopo che Putin ha fatto approvare una riforma che manderà in pensione gli uomini a 65 anni quando la speranza di vita è di 67? Assai improbabile. Putin ha solo voluto mostrare cortesia nei confronti del primo ministro di un paese che vorrebbe l’eliminazione delle sanzioni alla Russia. Allora, niente dollari, niente yuan, niente rubli. Dovremo fare tutto da soli. L’isolamento si prefigura completo, nonostante qualche apertura motivata dalla speranza che i disfattisti dell’economia italiana si ravvedano. Vediamo cosa succederà lunedì.

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