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Modica, Aristide Poidomani tenta di darsi fuoco

Il clochard modicano Aristide Poidomani, figlio del famoso scrittore, Raffaele, ha tentato di darsi fuoco per protesta davanti al municipio. Poidomani, 58 anni, da alcuni mesi svolge il compito di guida e traduttore, conoscendo alcune lingue, per i turisti che visitano il Duomo di San Pietro. Il suo problema è che la Regione non ha mandato i soldi per pagare lui e gli altri suoi colleghi. Così martedì mattina ha tentato di incatenarsi in Piazza Monumento e nel pomeriggio si è cosparso di benzina per darsi fuoco. Qualcuno lo ha bloccato anche se qualche lieve ustione al braccio se l’è procurata.

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8 commenti su “Modica, Aristide Poidomani tenta di darsi fuoco”

  1. Sono la sorella di poidomani aristide. Cristina. Il Mio commento su questo gesto Idiota e rinchiuderlo in Una Klinika Psychiatrica. Questo e Un gesto di Un pazzo. Ci sono altri Modi per protestare. Se lui ha un contrattodi lavoro puo esporre denuncia. Ma per farsi vedere Fa cosi. Vergogna.

  2. Ospite in chiesa chissà

    E la chiesa di San Pietro che ospita in un’ala della stessa è un gesto discutibile

  3. Evitando di esprimere pareri sulle scelte di vita delle persone che a, mio parere, hanno il diritto di vivere come vogliono, se non ledono la libertà altrui, quello che mi dà fastidio é l’atteggiamento dei modicani e di chi amministra i modicani, verso certe persone.
    Evitando pure, di fare la snob, perchè non lo sono, mi pare quantomeno assurdo, per uno come lui, accompagni i turisti in giro e non conta quante lingue conosca e quanto immensa sia la sua cultura. Di sicuro più grande di chi gli lascia fare certe cose.
    Questa accondiscendenza verso certi individui (e non mi riferisco solo a lui) mi lascia perplessa, perché se un comune cittadino meno macchietta, si azzardasse a comportarsi allo stesso modo, ne avrebbe già pagato le conseguenze.
    E se uno vuole fare il clochard che facciamo? gli diamo pure lo stipendio? Forse é il caso di aiutarlo seriamente e non usarlo per fargli fare comparsate, interviste che lasciano il tempo che trovano che non siamo mica da Barbara D’Urso e impedirgli di farsi del male. Forse sarebbe questo il vero rispetto.

  4. Sapone di Marsiglia, Dash, varecchina, mastro lindo, dixsan, calce viva, sale grosso, Ariel, candeggina, dreher, svelto ciif fate un miscuglio e usare sfrofinando con spazzole di acciaio,

  5. Mi rivolgo a Cristina sorella di Aristide, in questo modo tratta male suo fratello, come se non fosse più un componente della famiglia, comprenda il suo gesto di disperazione, naturalmente anche un padre di famiglia avrebbe fatto la stessa identica cosa. Quello che ha detto su di lui sono parole terribili, che potrebbero mortificarlo buttandolo nell’assoluto isolamento. Parlandogli invece potrà essere compreso aiutandolo a non ripetere più quello che ha fatto. Non lo tratti come uno strofinaccio usato pronto per buttarlo, Aristide è una persona intelligente, tutti abbiamo accettato la sua scelta di vita, è un grande amico per noi. Mi creda, faccia qualcosa, io lo conosco benissimo da quando era ragazzino e per due anni siamo stati alle superiori assieme, era un fenomeno in tutte le materie riportava voti altissimi.

  6. Speculare sulla figura di un personaggio bizzarro e singolare senza tener conto delle motivazioni che spingono una PERSONA ad un gesto estremo mi sembra una cosa molto superficiale e qualunquista.
    Aristide ha messo in atto, si può condividere oppure no (io non lo condivido anzi lo censura fortemente), un gesto di protesta estremo spinto dalla disperazione, come tanti altri padri di famiglia (imprenditori o singoli lavoratori) nel tentativi di richiamare l’attenzione e ricevere il giusto compenso) e per questo deve avere la nostra solidarietà e non certo il nostro biasimo.
    La mia vicinanza ad Aristide e la raccomandazione di essere più accorto.

  7. Critico la comunità di San Pietro perché non pone un serio distinguo tra La vita e le scelte di Aristide e il rispetto della sua persona. Le scelte sono inconciliabili con il sistema valoriale civile e religioso; se non si distingue questo aspetto, siamo solo dei radical chic!

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