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La Chiesa burocrate: impossibili profonde riforme

Tempo di lettura: 2 minuti
Nella chiesa sta accadendo ciò che è già accaduto in altri grandi istituzioni: una potente burocrazia rende impossibile profonde riforme. L’ideologia che anima questa burocrazia è il clericalismo. E non è solo in Vaticano ma anche sul territorio, nelle diocesi e nelle parrocchie. Francesco individua nel clericalismo la causa di tanti mali nella chiesa e ne parla nella sua recente lettera al Popolo di Dio. Il clericalismo è un ideologia che ha modellato nei secoli la chiesa, il suo volto, le sue strutture, la sua teologia, persino la sua spiritualità (sono le parole del Papa che sto utilizzando). É una forma mentis difficile da sradicare. Francesco stesso ha ben chiare le difficoltà del momento quando, parlando alla Curia romana per gli auguri di Natale, affermó, quasi con una battuta, che «fare le riforme a Roma è come pulire la Sfinge d’Egitto con uno spazzolino da denti». Egli, però, è determinato nel portare avanti l’attuale «riforma in corso» pur con la necessaria «pazienza, dedizione e delicatezza che occorrono per raggiungere tale obiettivo».
Il potere ha bisogno di acque ristagnanti. Non vuole novità, nemmeno la novità del Vangelo della gioia di Gesù. Chi è convinto che la spinta profetica di Francesco sia la via oggi praticabile per la credibilità ecclesiale nell’annuncio del Vangelo ha la responsabilità di sostenerlo generosamente e pubblicamente. Perché se noi staremo a guardare, “grideranno le pietre” (Luca 19,39-40). Ed io non starò a guardare. Tenuto conto che la testimonianza di Francesco e le sue denunce contro il clericalismo vengono sistematicamente boicottate dai vescovi e dai preti, è necessario che siano i laici, uomini e donne determinati a cambiare la chiesa, che si mobilitino senza indugi per le riforme. Dal basso facciamo sentire la nostra voce.
Salvo Coco
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3 commenti su “La Chiesa burocrate: impossibili profonde riforme”

  1. Don Antonio Stefano Modica

    Le riforme nella Chiesa sono state portate avanti dai Santi, da uomini e donne appassionati da Cristo e della Chiesa.
    Oggi si fa un gran parlare, tutti hanno soluzioni di riforma, tutti hanno consigli da dispensare….
    In questi contesti tutti siano anonimi, magari metteremo il nostro nome, ma chi vive con noi può dire che siamo dei veri testimoni di Gesù?
    Parliamo di Chiesa dei poveri, la flagelliamo quando si esprime con alcune sbavature, ma l’Evangelo invita tutti a una vita sobria. Pertanto, sarebbe interessante che ognuno si chiedesse: quanto amo i poveri, quanto li servo, senza servirmene.
    Quante volte non arrivo a fine mese perché ho aiutato una famiglia o perché la bolletta di un bisognoso si è aggiunta alle mie…
    Tra i benpensanti, la carità va fatta sempre con i soldi degli altri, mai con i propri!
    I propri sono solo per se! Non bastano mai, in caso solo per la propria famiglia.
    Il clericalismo è una deformazione del servizio al Vangelo, ma lo è anche il comunismo o il socialismo….quando queste forme sviliscono identità del presbitero.
    Don Bosco era un clericale, Padre Pio un bigotto medievale, Giovanni Paolo II un tradizionalista, ma come mai queste figure lasciano il segno?
    Non per le ‘forme’, ma solo per la SOSTANZA, quella che manca attorno a noi, quella che da giovane prete, insieme ad altri miei confratelli, non vediamo nei più saggi.
    Mi sento fortunato nell’aver conosciuto preti di altra generazione: Mons.Gambuzza, Padre Basile, Padre Viola, Mons. Guccione, Don Palacino e tante altre figure. Loro hanno vissuto da riformatori, pregando e non scrivendo, servendo senza mai cercare l’applauso, soffrendo senza mai pensarsi vittime o profeti incompresi.
    Caro sig. Coco, la incoraggio ad aiutarci nella riforma della Chiesa, però la prego di cuore: lo faccia testimoniando il Vangelo, ci contagi con il suo entusiasmo e ci santifichi con la sua preghiera.

  2. Don Antonio,
    Non volevo commentare questo articolo perchè sarei risultato troppo becero, ma tuttavia a proposito delle riforme della chiesa, voglio fare notare un’ordinanza del Papa che il mainstream ovviamente non ne fa cenno e penso anche Famiglia Cristiana che non ho verificato se l’ha fatto o meno.
    “Le istituzioni della chiesa cattolica per ordine di Bergoglio devono depositare tutti i propri assets finanziari dovunque allocati presso lo IOR”.
    In pratica nel Vaticano si teme che salta tutto il cucuzzaro finanziario che negli anni hanno costruito con dedizione e abnegazione.
    Brutto a dirsi, ma più brutto sentire quando voi preti parlate di poveri e fate sentire il credente in colpa di qualcosa quando i “consacrati da Dio” non ne danno esempio.

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