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Con Leone XIV la chiesa riprende il dialogo con il popolo ebraico

Tempo di lettura: 2 minuti

foto: Shutterstock

«Confidando nell’assistenza dell’Onnipotente, mi impegno a continuare e a rafforzare il dialogo e la cooperazione della Chiesa con il popolo ebraico nello spirito della dichiarazione Nostra Aetate del Concilio Vaticano secondo».
Lo scrive papa Leone XIV, in un messaggio inviato ai leader dell’ebraismo italiano nell’imminenza della cerimonia del suo insediamento in programma domenica prossima in piazza San Pietro. Il messaggio è stato accolto «con soddisfazione e gratitudine» dalla Comunità ebraica di Roma, che ha annunciato la partecipazione del proprio rabbino capo Riccardo Di Segni all’evento. Anche l’Ucei sarà presente.
«Siamo profondamente commossi che papa Leone XIV, così presto nel suo pontificato, abbia ribadito il suo impegno per le relazioni cattolico-ebraiche», ha dichiarato il rabbino Noam Marans, direttore degli affari interreligiosi dell’American Jewish Committee. In una recente intervista con Pagine Ebraiche, quando papa Francesco era ancora in vita, Marans aveva parlato di crisi “profonda” nelle relazioni con la Santa Sede, ma anche dell’importanza di tenere aperto il canale del dialogo. Anche nello spirito della Nostra Aetate, di cui cadrà a fine ottobre il 60esimo anniversario.

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11 commenti su “Con Leone XIV la chiesa riprende il dialogo con il popolo ebraico”

  1. “L’importanza di tenere aperto il canale del dialogo …” vorrebbe e vuole anche significare che il popolo ebraico cacciasse via l’assassino Netanyahu o gli dicesse di smetterla di uccidere donne e bambini nella striscia di Gaza.
    Che dialogo può esserci se gli israeliani affamano i palestinesi? Che dialogo può esserci se gli israeliani vogliono invadere la palestina e cacciare via i suoi abitanti? Che dialogo ci può essere se i coloni israeliani continuano ad invadere i territori palestinesi? Che dialogo ci può essere se non si vogliono accettare i due Stati?
    E allora dimenticatevi dell’olocausto e uccideteli tutti!

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  2. I due stati non ci saranno mai. In realtà ad Hamas non interessa affatto uno stato palestinese. I terroristi di Hamas, al soldo dell’Iran, con Hezbollah, Houthi e Jihad palestinese hanno un solo obiettivo dichiarato nel loro statuto: la distruzione di Israele dal fiume al mare. Come la mettiamo? Porgiamo l’altra guancia? Sacrifichiamo Israele per ingraziarci le simpatie dell’Islam e cedere su tutti i fronti? Perché, caro Piero, se ancora non le è chiaro, dopo gli ebrei l’obiettivo saremo noi cristiani, secondo il principio o ti converti o ti ammazzo. Veda un po’.

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  3. Se il genocidio riguarda il popolo palestinese allora ci voltiamo dall’altra parte vero??!! Però siamo pronti a batterci il petto perchè non avvenga mai più! Ma quanto è ipocrita e meschina la vostra anima semmai ce l’avete. Continuate pure a esportare democrazia sporca di sangue di anime innocenti.

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  4. Il genocidio non guarda in faccia i popoli, le religioni o le culture! Il genocidio dei palestinesi è un fatto ed ogni giorno leggiamo di centinaia di morti tra i civili. Ma per qualcuno/a il genocidio è a senso unico. (segnali a chi di dovere anche questo se verrà pubblicato)

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  5. A pensare che i prossimi ad essere perseguitati saremo noi cristiani è una possibilità assai reale, ma mi preoccuperei altrettanto che le muti etnie religiose continuiamo ad accoglierle a braccia aperte nel nostro paese, perchè così è stato deciso, prima o poi saremo sottomessi stando pure a casa nostra. Già in una bella regione del nord si sta pensando di fondare un bel partito islamico, immaginateli già al potere e poi ne riparliamo, a Milano si festeggia il ramadan in piazza duomo con tavolate immense, e ce ne vantiamo pure, certo poi magari ci si volta dall’altra parte come sempre, se si guarda al diritto delle donne di essere obbligate coperte, e di subire l’infibulazione, ma questi sono dettagli, qualcuno dirà che fa parte della loro cultura, l’importante che si continua a recitare la parte del politicamente corretto a prescindere.

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  6. @Bartolo
    Realistico e condivisibile il suo commento del 16/5 ore 8:38 ma poco coerente con il precedente del 15/05 ore 11:29. Premetto che “genocidio” significa eliminazione pianificata di un intero popolo come dimostrato dalla persecuzione degli ebrei da parte della Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale, l’esclusione da incarichi pubblici e professioni, le retate, i treni verso i campi di concentramento e sterminio sparsi in Europa, i forni e la “soluzione finale”, e che il termine Shoah (distruzione) fu adottato specificamente per definire lo sterminio di 6 milioni di ebrei. Quello che avviene a Gaza non è assimilabile a un’operazione volontaria di eliminazione di una popolazione intera, nonostante le vittime e la drammaticità della situazione, ma fare dei distinguo è importante ed eviterebbe che si diffondesse ingiustamente un odio cieco e irrazionale nei confronti degli israeliani. Sono diverse le cose da tenere in considerazione che anche sedicenti accademici e intellettuali fingono di non conoscere per opportunismo e pregiudizi ideologici. Ma Jacques Séquela aveva ragione quando ha detto che “uno stupido che cammina va più lontano di 10 intellettuali seduti”. Se ragioniamo su fatti concreti e numeri, ricordiamoci che nel 2005, quando Israele consegnò la Striscia di Gaza ai suoi abitanti, essi erano 1,3 milioni. Nel 2023 avevano superato i 2 milioni. La logica suggerisce che se Israele avesse voluto sterminare gli abitanti di Gaza lo avrebbe fatto invece di abbandonare la Striscia e che negli anni intercorsi dal 2005 ad oggi la situazione a Gaza è peggiorata notevolmente dopo che Hamas ha preso il potere eliminando gli oppositori. Il 7 ottobre ha segnato una svolta e fatto comprendere al governo israeliano che non si trattava più di difendere lo stato ebraico dagli attacchi missilistici dei terroristi palestinesi, era in gioco l’esistenza stessa di Israele, che significa eliminazione del terrorismo nella Striscia. Data la densità di abitanti in uno spazio limitatissimo dove i terroristi per difendere la loro pelle si sono mescolati ai civili, sarebbe stato impossibile, non solo per Israele ma per chiunque, colpire il bersaglio come si fa al poligono. Anche un bambino lo capisce. Ma il fatto non è che gli adulti non lo capiscano, il fatto è che tanti adulti odiano Israele per svariati motivi che non sto qui a elencare. Finché la maggior parte dei tunnel pagati fior di quattrini dall’Europa, dal Qatar e dall’Iran, complici quindi del terrorismo, non saranno distrutti e con essi i capi politici e militari del gruppo islamista, Israele non potrà fermarsi. Se si fermasse sarebbe distrutto dal fiume al mare come gridano gli imbecilli in mala fede che fingono di sostenere i palestinesi ma in realtà sostengono Hamas. Non mi pare che l’occidente si volti dall’altra parte per difendere Israele. Siamo onesti, siano onesti, ammettano di avere una paura dannata dell’islam che avanza e per questo non hanno il coraggio di condannare Hamas e preferiscono prendersela con Israele senza rendersi conto che Israele, una democrazia in una regione di radicalizzati, siamo noi. Aggiungo che l’idea di accogliere indiscriminatamente tutti, da qualunque paese provengano e qualunque religione professino è uno sbaglio che abbiamo iniziato a pagare e pagheremo a un prezzo sempre più alto e che far scappare i cittadini europei di fede ebraica che non fanno attentati e non minacciano l’occidente è stato e continua ad essere un clamoroso errore di valutazione perché la cultura e i valori che abbiamo in comune con Israele non sono e non possono essere sostituiti dalla barbarie.

  7. Ha perfettamente ragione signora Faletti…
    “Data la densità di abitanti in uno spazio limitatissimo dove i terroristi per difendere la loro pelle si sono mescolati ai civili, sarebbe stato impossibile, non solo per Israele ma per chiunque, colpire il bersaglio come si fa al poligono. Anche un bambino lo capisce.”
    E veramente anche io, pur non essendo un intellettuale o bambino l’ho capito, perfettamente direi.
    Ma detto questo, lei ritiene che per uccidere 10 o cento o mille terroristi, sia accettabile solo perchè i cattivi terroristi si sono mescolati ai civili, alle donne e bambini, si possano uccidere decine e decine di migliaia di persone innocenti? E’ questo il suo punto di vista? Ma ne è veramente convinta, lei pensa che tutti se la prendono con Israele perchè hanno paura dell’Islam? Lei è convinta che tutti quelli che hanno a cuore i palestinesi non comprendano che in mezzo a loro sono mescolati i terroristi?
    Io credo proprio di no, credo che anche con i miei/nostri limiti, in qualche modo riusciamo a comprendere che l’uccisione anche degli innocenti (mi sono convinto che lei pensa che tutti i palestinesi siano colpevoli, ma questo è un dettaglio che ritengo personale, leggendo i suoi articoli e commenti) sia ben più grave della difficoltà di perseguire l’eliminazione dei terroristi veri da Gaza.
    Si scontrano due visioni opposte della realtà e due modalità esistenziali, è chiaro che quella che riteniamo (noi occidentali paurosi dell’Islam) più corretta è senz’altro la più difficoltosa, mentre la via che sta seguendo Nethaniau (non direi affatto sia la linea della maggioranza degli israeliani) è molto più semplice e rapida… magari un bell’ordigno nucleare e tutto si risolve con un funghetto atomico e poi, villaggi turistici per ricchi americani e l’onnipotente famiglia di Donald ed amici.
    E che i palestinesi vadano a quel paese… letteralmente.
    Io sostengo che l’idea folle di Trump e “cattiva” di Netaniau, nel medio e lungo termine avrà un risvolti definitivo contro lo stesso Israele, purtroppo, il seme dell’odio e i morti causati da una assurda guerra contro poveracci che stanno morendo di fame, rinascerà nei loro figli e nei figli dei loro figli che vivranno per vendicarsi.

    Forse la via della pace e della mediazione potrebbe essere la via migliore… forse… ma non per buonismo, piuttosto per convenienza… forse.

  8. @ Anominus
    non penso che i palestinesi siano tutti terroristi, ma molti sì, lo dimostra l’odio che viene insegnato nelle scuole di Gaza ai bambini. E’ anche vero che la dittatura instaurata da Hamas con la violenza rende difficile ai gazawi ribellarsi, sanno che farebbero una brutta fine e malgrado ciò, recentemente alcuni gruppi hanno manifestato contro Hamas. Quello che disonorevolmente non si fa in Occidente, dove Hamas è considerato un gruppo di resistenti eroici che si oppongono all’oppressione di Israele. Nelle più prestigiose università americane e europee chi è contro Hamas non ha diritto di parola. Non è significativo della tossicità che ha invaso l’Occidente? Se un piccolissimo stato è minacciato nella propria esistenza e le istituzioni e i governi che si considerano democratici non alzano la testa per stigmatizzare i veri colpevoli della guerra in corso, cioè i terroristi stipendiati dalla teocrazia dell’Iran, che al contrario ringrazia gli studenti che appoggiano il terrorismo e le varie Ong, Amnesty international ecc., l’Onu che condanna Israele, l’Unrwa che ha al suo interno sostenitori di Hamas che hanno partecipato al 7 ottobre, se il mondo è indifferente alle stragi di civili, uomini donne e bambini israeliani, Lei ritiene che il Governo di Netanyahu, lasciato solo, dovrebbe alzare bandiera bianca e arrendersi a tutti coloro che vogliono la morte di Israele? Lei crede sinceramente che Hamas desisterebbe dall’attaccare ancora? Ha già giurato di farlo “ancora, ancora e ancora”. Non è il mondo che si ritiene civile, che dichiara l’importanza dei valori non negoziabili, che parla di pace a vuoto, che dovrebbe sentire il dovere morale di difendere Israele? Non contro i palestinesi, ma contro Hamas e i suoi finanziatori? Non servirebbe ricorrere alle armi, basterebbe assumere una posizione decisa e netta contro il terrorismo e l’islamismo politico e uscire dalla Corte penale internazionale, un organismo corrotto da cui Orban, che non mi piace, è uscito. Invece si preferisce condannare Israele. Se ci riflettiamo, scopriamo che la responsabilità delle vittime palestinesi e israeliane è in parte dell’Occidente, pavido e senza spina dorsale. Comunque, io sto con Israele e contro l’ipocrisia.

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