Dalle Alpi svizzere alle piramidi passando per il Castello Normanno-Svevo di Sannicandro Bari in quel di Puglia. Può essere sintetizzato così l’itinerario culturale dello scrittore e poeta modicano Domenico Pisana (Presidente del Caffè Letterario Quasimodo di Modica). Nato a Modica nel 1958, è oggi una delle personalità più importanti del contesto culturale, sociale e giornalistico del panorama provinciale e regionale, oltre che uno dei protagonisti della scena poetica nazionale, così come attestato dai numerosi riconoscimenti ricevuti anche in ambito internazionale.
È di qualche giorno fa la notizia del conferimento del Titolo onorifico di Accademico ad Honorem dell’Accademia delle Arti e delle Scienze Filosofiche di Bari. Tale nomina, sarà solennemente assegnata durante il Cerimoniale di Premiazione della VIII edizione del Premio Accademico Internazionale di Letteratura Contemporanea Lucius Annaeus Seneca che si terrà il prossimo 19 ottobre, presso il Castello Normanno-Svevo di Sannicandro Bari, alla presenza dell’Amministrazione comunale e di note personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e dell’informazione.
Si tratta dell’ulteriore apprezzamento per il quotidiano impegno profuso da Pisana in ambito culturale, sociale e morale “per una letteratura d’umanità, una passione” – specifica Pisana – “che dalla mia Modica e dalla terra iblea si è esteso, specie in questi ultimi cinque anni della mia vita, a livello nazionale e internazionale, in particolare con l’associazione “Egitto ora” del Cairo, con la Fondazione Naji Naaman del Libano, e in Grecia con il Centro culturale di Zante “Dionysios Romas”.
Figura poliedrica, già docente di religione e attivatore di stimoli di riflessioni per migliaia di liceali, nella sua attività didattica, Pisana si è occupato anche di Etica professionale e di Morale fondamentale, oltre che di teologia con diversi volumi editi, tra gli altri, anche da Edizioni San Paolo e Sei. Collabora anche con la pagina social network di Rai Cultura-Letteratura.
Ma è la passione per la letteratura e la poesia ad aprirgli le porte della fama che varca anche i confini nazionali, come dimostrano le sue pubblicazione di poesia, critica letteraria e saggistica, le esperienze maturate in importanti Festival Internazionali (Bosnia, Turchia, Spagna, Matera, Zacinto in Grecia), le traduzioni di sue opere poetiche in inglese, francese, spagnolo, turco, rumeno, polacco, russo, macedone, albanese , serbo, arabo, e i diversi riconoscimenti internazionali, tra cui il premio “The Light of Galata” assegnato ad Istanbul “per il contributo alla pace e all’amicizia nel mondo”; il Premio internazionale “Dal Tirreno allo Jonio” ricevuto nel 2019 a Matera , anno in cui era Capitale europea della Cultura, e di recente il Premio “Romas Award of Outstanding Personality” per il suo costante contributo alla Poesia, nelle Lettere e alla Cultura, ricevuto a Zacinto in Grecia (2023); e ancora a febbraio 2024, a Ragusa, riconoscimento alla Cultura (su delibera del Libero Consorzio Comunale e Comune di Ragusa, su proposta dell’Associazione Culturale “Officina 90” e del Centro Studi “Feliciano Rossitto”) ed un ulteriore conferimento a Massagno (Svizzera) il prossimo 28 settembre.
“Questo riconoscimento del titolo di Accademico ad Honorem – afferma Pisana – lo dedico al Caffè Letterario Quasimodo, che a settembre entra nel ventennale dalla fondazione, e che in questi anni ha varcato la città di Modica e la terra iblea intraprendendo rapporti culturali a vari livelli”.
L’uomo Pisana è scrittore, poeta, critico letterario, giornalista, teologo. Quali di questi ruoli le è più congeniale?
“In oltre un trentennio ho sicuramente svolto un’attività in vari campi della cultura, ma ciò che maggiormente mi affascina e mi è più congeniale è la poesia. Perché la poesia è arte, è un portare una cosa dal non essere all’essere direbbe Quasimodo; l’arte, l’artistico è atto di genialità, è produrre, creare il bello, e la poesia, che deriva da poiein, è proprio una nuova creazione. Essa si situa nel contesto in cui si esprime come “dabar”, parola ebraica che indica una “creazione”, un disegno che si deve realizzare, indica una “nuova esistenza”, una “nuova umanità”. Con la poesia, insomma, tu apri uno “spazio di domanda”, uno spazio aperto, dove il lettore, come in un’agorà, può entrare e uscire, lasciarsi contaminare o rimanere indifferente”.
Nella lettera di comunicazione si afferma che la nomina è finalizzata a “dare prestigio e ulteriore impulso all’opera e alle finalità che l’Accademia si propone”. Una rilevante aspettativa!
“Riconoscimenti del genere non sono, almeno per me, medaglie da mettere al petto, ma stimolo ad un impegno che possa porre in essere una cultura e una letteratura intese non come mera conoscenza o erudizione, perché in tal caso si trasformerebbero inevitabilmente in un vero e proprio mestiere, in una sterile descrizione di costumi ed epoche storiche; ritengo invece – e prendo a prestito Carlo Bo – che la cultura, la letteratura e la poesia debbano essere, nel nostro tempo, in grado di recuperare, in continuità con l’umanesimo classico, i significati profondi della vita dell’uomo, atteso che nell’attuale civiltà consumistica, nella società dell’uomo oeconomicus, dell’homo faber e dell’homo ludens, poesia e letteratura offrono la possibilità di acquisire spirito critico, ampia apertura mentale e sensibilità estetica e scientifica.
La poesia e la letteratura sono spesse ritenute cose inutili, o di persone che guardano al passato; al contrario, sono un’urgente esigenza del nostro tempo perché le nuove tecnologie, i social media e il web, gli aspetti scientifici e tecnologici della società di oggi, sicuramente ricchi di valorialità e positività, stanno rischiando di far scivolare la società in una sorta di scientismo fine a se stesso, con il conseguente rischio di costruire tecnici robotizzati anziché persone e uomini capaci di senso critico e di riferirsi a significati e orizzonti umani e trascendenti più ricchi e consapevoli. L’attualità non è facilmente comprensibile senza un riferimento alle sue radici e alle sue ragioni storiche”.
Ha qualcosa di particolare che vorrebbe suggerire ai giovani?
Amate la poesia! Perché la poesia resiste al tempo sia a livello di fruizione che di produzione, e si mostra capace di entrare nel mistero delle cose, nel segreto del ‘malessere ontologico’ che si sta impadronendo di tutti noi; la poesia, al di là del suo valore, se ispirata da intenti onesti, sappiate che mira a guidare uomini e donne di questo nostro tempo alla scoperta della vera autenticità esistenziale. Sappiate che mi piacciono i ‘poeti-esteti’ che con i loro versi conservano la tradizione poetico-letteraria del passato o la reinterpretano, a loro modo, come atto di contemplazione e di godimento del bello, ma amo molto di più i ‘poeti–artisti’ che creano nuova bellezza, nuovo umanesimo perché, se un poeta è cercato e abitato dalla poesia, è sempre e fortemente ‘impegnato – direbbe M. McLuhan – a scrivere una minuziosa storia del futuro perché è la sola persona consapevole del presente’ ”.
Giuseppe Nativo
8 commenti su “Bari. Pisana “Accademico ad Honorem”…di Giuseppe Nativo”
Mah ! Bah! Se fossi un poeta “classico ” cioè di quelli che scrivono e pubblicano , grazie alle case editrici che ne apprezzano le doti , priviligerei l ‘aspetto indagante della poesia , aprirei delle brecce di comprensione nel noumeno o per meglio dire userei la poesia in funzione filosofica e conoscitiva dell ‘essenza . Siamo tutti poeti o dovremmo affinare questo talento , essere più sensibili di una sensibilità poetica. Senza questa sensibilità non possiamo scoprire che tutta la realtà è poesia , anche se certuni forse quasi tutti i “poeti editoriali” non sarete d’accordo. Forse solo pochi fra i poeti “intrinseci ” lo saranno. Ai poeti “editoriali” spetta ia missione , più della corona d’alloro , di educare alla sensibilità , alla contemplazione e alla meditazione , per attingere dal noumeno , dal significato e dal senso.
complimenti vivissimi
Quanta poesia c’era nel 68..
Quando si parla di “contesto culturale, sociale e giornalistico del panorama provinciale” rabbrividisco.
Se il valore di quel contesto avesse un minimo fondamento, non saremmo la zona d’Italia più disastrata d’Italia, quasi uno zero assoluto che poi si gonfia di “cultura”… ma quale cultura, ma non leggete i commenti che si trovano in questi articoli.
Sbirciavo e leggevo di persone che parlano di negri, stranieri, addirittura castrazione chimica o pena di morte e chi più ne ha più ne metta… poveri noi…
e poi a gonfiarci di poesia e cultura.
Da un contesto sociale deprecabile come il nostro può, veramente, nascere tutta stà cultura?
Magari qualcuno di “elevato” ci spiegasse, ma chi è autoreferenziale non si interessa della giungla e della plebe. Noi aspettiamo di capire qualcosa.
Aveva ragione Quasimodo che si vergognava della sua città d’origine, non ne parlava mai, e quando costretto metteva l’allora provincia di Siracusa come luogo di nascita, della sua Sicilia amava molto di più Roccalumera o il messinese.
Ma tanto a noi che ce ne frega, abbiamo costruito ad arte una incerta Casa Natale con tanti bei arredi acquistati generosamente dal Comune per dare l’illusione di qualcosa che c’è nei registri anagrafici del comune, come fu accertato dallo storico Giovanni Modica Scala, ma non nel cuore del Poeta.
Gonfiamoci, elenchiamo orgoglio, prestigio e blasoni… e dimentichiamo l’inconsistenza di una bellissima città punita dal livello culturale dei suoi abitanti.
Questo è rimasto, purtroppo.
Anonimus!!!! È vero solo in parte! Visto che ci sei tu ….
Molto prima della legge Bagaglia ,a quanto pare , esisteva un internato che si credeva il miglior Napoleone possibile
non scambiatemi per lui , ma per uno degli altri . Dico che , in generale ,molti intellettuali come me siamo molto ossequiosi con gli intellettuali di fama , presente e passata , il nostro pensiero è come la verità dello storico , dove di originale c’è solo la ricostruzione, siamo pedanti nel memorizzare e pedissequi nel ricostruire un pensiero che spacciamo per nostro , che è solo una buona sintesi . No è poi no dobbiamo produrre, essere originali, con un pensiero nostro e autentico e personale , dissacrando i nostri miti . Per questo ammiro l ‘intellettuale sopra.
Modica è sempre stata una fucina di intellettuali, meglio usare la casa di Tommaso Campailla a fini turistici o dell ‘archeologo Minardo , amico dell ‘Orsi , che quella di una famiglia di siracusani di passaggio.