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Cavatappi, Lieviti e Fermenti: La nuova sfida enogastronomica modicana

Tempo di lettura: 2 minuti

Si chiama proprio così la nuova enoteca-bar-food che ha aperto i battenti ieri sera a Modica, in pieno centro storico. Una vera e propria sfida per il futuro, un modo nuovo ed originalissimo di fare cultura enogastronomica del territorio ibleo. Protagonisti, quattro giovani imprenditori modicani: Emmanuel Ferrante, Samuele Cannizzaro, Simone Palazzolo e Federico Frasca Polara. Emmanuel, volto conosciuto in città, ha diverse attività private, ma tutti lo conoscono per la gestione del noto locale in via Marchesa Tedeschi, La Merceria, che da anni attira schiere di giovani fra ottimi drink, birre particolari, degustazioni e musica live di buon livello. Samuele, è conosciutissimo in città perché direttore artistico ed organizzatore di numerosi eventi sempre di successo. Adesso ancora più noto, in quanto da poco nominato assessore all’Ecologia nella Giunta Monisteri essendo stato primo degli eletti della lista della DC, alle ultime comunali di maggio. Completano questa “squadra vincente” (è il nostro augurio) altri due valenti giovani: Federico Frasca Polara, esperto webmaster e socio di un’importante azienda iblea di comunicazioni e Simone Palazzolo, bar tender professionista e grande esperto ed appassionato del buon “nettare di Bacco”.

Il locale, sobrio ma elegantissimo, fa rivivere subito a chi entra, l’atmosfera di quella Modica tardo-barocca ma anche dei primi anni dell’ottocento, con pavimenti esagonali dal tenue rosa (copie meravigliose di quelli esistenti tutt’oggi a Casa Campailla in Modica) e con muri rustici ricavati esclusivamente dalla pietra viva originale della primaria costruzione. Il locale è stato ricavato nella sede storica della Siae di Modica (spostatasi adesso al piano superiore) in Vico Deodato, traversa chiusa di Via Santa (5 metri dietro il Corso Umberto I). Per me è stato un ritorno alle origini. Proprio in quei luoghi infatti, molti anni fa, iniziai a suonare le prime note bit nei primi complessi musicali di una Modica in fermento artistico. Erano gli anni settanta, la musica colorava le vie di una città in ripresa che, fra cioccolato, “scacce” e prelibatezze d’ogni genere, accarezzava giornalmente, instillando gocce di “nostalgia mothycense”, i pochi turisti che avevano la voglia (e la fortuna) di visitarla in quegli anni. Adesso è una Modica diversa, i turisti sono tanti, dal 2000 Modica è “Patrimonio dell’Umanità” e da diversi anni, un Consorzio di imprenditori tutela il prezioso cioccolato, diventato oramai famoso in tutto il globo terraqueo, anche se la globalizzazione e la crisi economica, non hanno certo risparmiato la città dei Conti.

In tanti cercano soluzioni per fare economia attiva, riciclando, rivedendo e riformulando vecchie imprese, ma anche avendo il coraggio (perché di questo oggigiorno si parla) di aprire nuove realtà ed attività economiche. Questi quattro ragazzi hanno tentato proprio una via innovativa, restando però fortemente radicati nel territorio umano, nel “tessuto vitale e centrale della nostra Modica” come spesso ripetono in modo quasi corale. Ieri sono tornato per una sera giovane, vedendo quei ragazzi aprire commossi e pieni di speranza, tutti i doni inaugurali che genitori ed amici hanno voluto portare. Leggevo nei loro giovani occhi lucidi di stanchezza e commozione, quella felicità, quella voglia, quell’ardore nel mettersi in gioco (e non in mostra, cosa assolutamente diversa!) che sicuramente rappresenta “quella marcia in più” che oggi è necessaria per imporsi nel mercato.”

Abbiamo voluto fortemente investire nel centro storico -mi dice Ferrante- Io ho già battuto questa strada prima e penso anche con discreto successo. Adesso voglio continuare su questo percorso condividendo un ambizioso progetto con questi miei meravigliosi compagni di viaggio, gridando al mondo intero che Modica è questa, vicoli, storia, arte, cultura, tradizioni…e perché no, anche degustazione di prelibato vino!”. “Giuro sulla cosa più cara che, quando più di un anno fa abbiamo iniziato a parlare del progetto, non avrei neanche minimamente immaginato di rivestire la carica istituzionale che, bontà sua, il Sindaco ha voluto affidarmi! – aggiunge commosso Samuele Cannizzaro- Un altro al mio posto, dopo la nomina assessoriale, forse si sarebbe tirato indietro, ma al di là dell’aspetto economico (l’investimento è stato importante!) l’amicizia che mi lega ai ragazzi è troppo forte! Stiamo condividendo un sogno. Investire nel centro storico di questa meravigliosa città. Avremmo potuto scegliere una location più comoda, più vicina alle grandi arterie stradali esterne, con ampio parcheggio e posti riservati, ma abbiamo voluto fortemente questa location, il centro dei vicoli, delle viuzze contorte, della scalinata, dei pergolati, dei muri e delle facciate in pietra viva, in pietra di Modica!”.

Li guardo mentre abbracciano parenti e amici, guardo mia moglie che con un sorriso mi fa capire che da un po’ di tempo inizio ad appartenere alla schiera dei “più attempati”. Vorrei convincermi che non è così …..ma alcuni papà dei ragazzi, Giovanni e Giorgio con cui condivido una lunga sincera e storica amicizia, mi danno un pacca sulla spalla e quindi mi abbracciano. Siamo tutti commossi. Negli occhi di Samuele che ho visto nascere, rivedo la voglia di forare il mondo (sempre con grazia) di mio figlio Giuseppe. La voglia dei tanti giovani che vogliono con garbo tenersi a galla ed essere utili socialmente, in un mondo che offre sempre di più tecnologicamente, ma sempre meno umanitariamente. Raggiungo il Sindaco e le chiedo un parere:” Sono assolutamente convinta che sono queste le iniziative che dobbiamo supportare con ogni mezzo possibile. Un’impresa del genere nel centro storico, rappresenta un biglietto da visita, una bomboniera, il cui ricordo resterà indelebile, come il profumo delle viole raccolte, nella memoria di ogni persona che verrà a visitarla!” Si associa anche Giorgio Belluardo, assessore anche al Centro Storico: “Stiamo studiando soluzioni tangibili per assicurare a chi investe in questo modo importante, un supporto reale. In un immediato futuro infatti, stiamo rivedendo e valutando tutte le opzioni possibili per far in modo che i tour operator vengano estremamente attirati da questa tipologia di offerta di settore che intende utilizzare e promuovere con ogni mezzo utile, il nostro meraviglioso centro storico!”. Adesso alcuni dati tecnici. Dall’intestazione del nome “Cavatappi” è chiaro che la location nasce con l’idea di enoteca molto fornita.

Troviamo infatti vini di qualità per tutti i gusti e per tutte le tasche. La dizione “fermenti” è chiaramente riferita sempre al processo fondamentale di trasformazione alla base della nascita di ogni buon vino e birra. “Lieviti” invece è riferito alla possibilità di poter usufruire di una tipologia di fast-food e cucina gourmet di alta qualità, nell’idea di accompagnare la degustazione dei vini nel miglior modo possibile (del tipo “aperi-cena rinforzato”, per intenderci, o una cena vera e propria). Il locale è dotato di cucina professionale e di chef espertissimo. Ha la disponibilità di circa 50 posti a sedere e nel periodo primaverile, estivo e, fin quando possibile, anche nell’ autunnale, dispone di diversi tavoli esterni, posti con grazia nel caratteristico vicolo modicano.

Ovviamente è gradita la prenotazione. A via Santa si accede o da piazza Matteotti o direttamente dalle viuzze parallele al Corso Umberto I, quali via Arancitello o via Iozzia. Siamo sicuri che un’altra perla si è aggiunta fra le tante, di valore, che rappresentano la storica “città delle cento chiese”. Un “in bocca al lupo“ di cuore, ai nostri ragazzi di “Cavatappi, lieviti e fermenti”.

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1 commento su “Cavatappi, Lieviti e Fermenti: La nuova sfida enogastronomica modicana”

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