Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti esprime “preoccupazione di fronte alla bozza del DDL giustizia portato all’esame del pre Consiglio dei ministri. I limiti che si vogliono introdurre alla conoscibilità delle intercettazioni effettuate durante le indagini preliminari rischiano di costituire un ostacolo al diritto dei cittadini di essere informati su eventi di rilevante interesse pubblico”. “Attualmente gli atti a conoscenza degli indagati (quindi dopo l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare o dopo la chiusura delle indagini) non sono più segreti – sottolineano -: il rischio è di far calare il silenzio su quasi tutto, con l’eccezione delle intercettazioni “riprodotte dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento”. “Il Cnog, pur condividendo la legittima esigenza di tutelare i soggetti estranei alle indagini i cui nomi figurino nelle intercettazioni e di trovare il giusto equilibrio tra libertà di stampa e rispetto della dignità della persona – prosegue la nota -, ritiene che debba essere comunque garantito il diritto all’informazione, con particolare riferimento a fatti di interesse pubblico quali sono tutte le indagini penali che si avvalgono di intercettazioni, concesse soltanto nei casi dei reati più gravi. Diritto all’informazione sancito da numerose sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo che considera lecita anche la pubblicazione di atti coperti da segreto su inchieste di rilievo che riguardino personaggi pubblici”.
Ass/gr
1 commento su “Ordine dei Giornalisti. Intercettazioni, no ai bavagli”
La verità è che i paladini della censura cercano la pace sociale ammettendo piccole o innocenti colpe. Questi signori si stanno rendendo conto che la rabbia sociale è al culmine e molti vogliono le loro teste. Per salvaguardarsi il loro buon nome ed evitare processi è necessario prendere delle misure giuridiche che siano credibili per proteggere i loro interesssi evitando che qualche ficcanaso giornalista lo faccia sapere al pubblico.
Il sig. Nordio con la sua capatreno, stanno lavorando in tal senso e anche se a malincuore, lo devono fare perchè sono incalzati da personaggi che hanno tutto l’interesse a proteggersi da gogne mediatiche oltre a quelle giudiziali. Quiondi la politica deve rendere il servizio a questi signori come da contratto non scritto ma sottointeso. Pena la fine della carriera e non solo!
Ed ecco che arrivano dichiarazioni velate da parte di personaggi ambigui tipo:
Antonio Guterres qualche giorno fa esordisce: ” Le piattaforme digitali sono state usate per diffondere disinformazione e odio. Questa minaccia globale richiede una risposta coordinata globale. Non c’è un momento da perdere!”
In pratica il segretario dell’ONU ha suggerito un piano per imbavagliare i giornalisti seri.
Mario Draghi fa la sua velata considerazione: “Ci sono i “potenti”, ovvero quelli che contano, quelli che decidono le sorti del mondo come noi delle banche centrali….. e poi ci sono i “normali”, (cioè noi) che guardano una realtà cosi superiore a loro. Anche il sig. Draghi sta dicendo che per certe categorie di persone i tribunali non servono perchè la responsabilità dei potenti è costellata da insidie e trappole in cui inevitabilmente ci si può cadere. Un giornalista non può essere messo nelle condizioni di approfondire contro di noi. Nella sostanza, prepariamoci ad avere una censura senza precedenti per gli intoccabili. Ma sempre in modo democratico perchè siamo in un paese democratico e nessuno lo può mettere in discussione.
Penso che sia venuto il momento che i giornalisti alzino le loro barricate a favore dell’informazione corretta e non accettare lacci e bavagli.
Ne va della nostra LIBERTA’!