
Tra le tante possibilità che ha la stupidità, c’è quella di difendere l’indifendibile. Il Civismo Ideologico, per esempio. Dichiarare una cosa per nasconderne un’altra è una delle forme dell’inganno. Se l’individuo A è collegato al signor B e il signor B al signor C, che è un lazzarone, in qualche modo A è collegato a C. Questo non fa di A un lazzarone, ma dice che A tollera quel tipo di relazioni. Si chiama Proprietà Transitiva e fu scoperta da Aristotele circa 2.400 anni fa, più o meno. Ma cos’è il civismo ideologico, mi chiedo? È forse un’ideologia senza un apparato che la sostenga? È la formula di uno sciampo contro la calvizie? È un menù di pasticceria siciliana? È una nuova attrazione turistica? Oppure si tratta semplicemente di un’altra presa in giro per ingannare la gente? Nell’antica Roma il dio Janus aveva due facce. Oggi ne avrebbe venti. Alcuni politici pensano che siamo idioti (e lo siamo, certamente, la parola idiota significa “non interessati alla vita politica”) e per questo ci trattano come idioti e inventano il civismo ideologico. Ricordo che il mese scorso era la Post-ideologia, la negazione dell’ideologia, quello che cercavano di venderci. È vero che per vendere sciocchezze servono degli sciocchi che le comprino. Purtroppo tra noi c’è molto di questo, molto sciocchi. Chi difende l’indifendibile si arrende a vivere nella menzogna e vivere nella menzogna significa non vivere nella realtà. Una società ambigua genera un’ideologia ambigua. Il civismo ideologico è un’ambiguità che permette assurdità dialettiche, inganni infantili e altri giocolieri improvvisati da politici da circo. Del Circo degli Orrori, ovviamente. Il civismo ideologico pretende di negare una cosa e di affermarla contemporaneamente e la gente che lo difende non fa altro che il ridicolo e dal ridicolo non si ritorna, diceva Moliere. Suppongo che il mese prossimo possiamo aspettarci nuovi portenti, nuovi prodigi. Alberi che cantano, mucche che filosofano o un Civismo Gattopardiano. Ideologico barocco, nuovo ma vecchio, patetico di Farsa, di pura Farsa. Perché si tratta di questo, no? Di una Farsa, una Farsa per i servi. Il fatto è, diceva Voltaire, che i domestici non debbono scoprire i coltelli durante la notte perché ci taglieranno la gola mentre dormiamo.
Ruben Ricca (regista e autore)