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Rilancio delle infrastrutture iblee, la ricetta della Cisl

Parla Carasi “Ponte sullo Stretto okay, ma a patto che possano esserci ulteriori investimenti”
Tempo di lettura: 2 minuti

“La Cisl ritiene, giustamente, il ponte sullo Stretto una straordinaria opportunità che può collegare la nostra isola al Continente, ma, soprattutto, determinare un forte collegamento del Paese con il Mediterraneo e con l’Europa. Allo stesso tempo, però, non dobbiamo dimenticare che occorre prevedere investimenti potenti, anche soltanto in termini di abbattimento delle problematiche burocratiche, purtroppo sempre presenti, per avviare e completare le riqualificazioni di infrastrutture che consentirebbero, allo stesso tempo, di fare uscire la provincia di Ragusa, e assieme alla stessa tutta l’area del Sud Est, dall’isolamento in cui si trova relegata da tempo”. E’ quanto afferma la segretaria generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, ribadendo che il sindacato, anche attraverso il segretario nazionale Luigi Sbarra, ritiene quella del ponte un’opportunità da cogliere attraverso un piano finanziario solido, un progetto esecutivo adeguato alla sfida di questo tempo. “Ma occorre porre – aggiunge Carasi – una condizione: e cioè che insieme al ponte possa partire un potente investimento per qualificare, riqualificare, innovare e rilanciare le vie di comunicazione, quindi autostrade, ferrovie, porti, aeroporti, mobilità minore. Tutto deve essere portato avanti in maniera contestuale, non ci può essere un prima e un dopo. Ecco perché occorre aprire un confronto per ragionare nel merito sui contenuti di questi interventi. Qualche esempio? Risolvere le vicissitudini di ordine finanziario che riguardano l’autostrada Siracusa-Ragusa-Gela, nel tratto che da Ispica va a Modica, e soprattutto cercare di pensare a completarla questa infrastruttura. Rilanciare le potenzialità del porto di Pozzallo che oggi resta una realtà fruibile soltanto a metà. Occorre, soprattutto, puntare sul turismo da crociera e, quindi, completare le riqualificazioni e la messa in sicurezza di cui si parla da anni. Rilanciare l’aeroporto di Comiso, ma questo è argomento di stretta attualità, senza cui il territorio continuerà a essere penalizzato. Fare partire i cantieri di lavoro della Ragusa-Catania, altra infrastruttura di fondamentale importanza. Finanziare il completamento dell’autoporto di Vittoria che rischia di rimanere un’altra cattedrale nel deserto. Potenziare la sistemazione di numerose sedi stradali delle arterie provinciali che risultano essere in condizioni precarie. Se ciò non sarà fatto si rischia di perdere un’altra occasione. Ecco, sono questi alcuni degli spunti che dovrebbero fare parte di questa importante azione di rilancio da mettere in atto contestualmente alla creazione del ponte. Noi, come Cisl, siamo pronti a fornire in maniera piena il nostro contributo”.

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4 commenti su “Rilancio delle infrastrutture iblee, la ricetta della Cisl”

  1. Tonino Spinello

    Più che una ricetta, la Carasi ha fatto la sua campagna pubblicitaria per un ponte che esiste solo nell’immaginario di Berlusconi prima e Salvini dopo con tutti gli apostoli a seguito. Una campagna pubblicitaria che a cadenza tirate fuori e con la stessa frenesia poi mettete tutto a dormire. Poi non ho capito come utilizzare questa ricetta, atteso che non ha parlato di ingredienti e nemmeno dove acquistare tali ingredienti. In pratica abbiamo una ricetta che già non funziona sulla carta!
    Si.ra Carasi, se vuole qualche ricetta gliela posso fornire io, forse gli funziona meglio della sua e il Primo Maggio lo trascorrerà in pace con se stessa.

  2. Mi sa’ mi sa’ che tutto quello che dice e impone SER Matteo il Longobardo, per la cisl è un ordine di riallineamento.

  3. Ma a che punto siamo con il divario tra nord e sud , l ‘orgoglio ci impedisce di vedere la realtà? Le infrastrutture dal 1861 a oggi , dove si sono costruite ? E le tasse chi le ha pagate? Differenza tra la velocità dei treni siciliani e quelli del nord? Che cosa c’entrano I cartelli con su scritto non si affitta ai meridionali ? La colpa e le colpe di chi ? Le riserve monetarie delle banche del regno perché presero una direzione opposta ai futuri investimenti infrastrutturali?

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