Un flash mob questa mattina al Centro Commerciale Ibleo di Ragusa, nel giorno della Festa della Liberazione, per dimostrare vicinanza ai lavoratori costretti a recarsi sul proprio posto di lavoro a seguito di una decisione unilaterale e improvvisa della direzione del Centro che, contravvenendo a quanto stabilito in precedenza in calendario, oggi ha pensato di aprire.
E’ l’ennesima iniziativa della Filcams CGIL che da tempo porta avanti la campagna “La Festa non si vende”.
Non appena appresa la decisione della direzione, lo scorso 14 aprile, la Filcams Cgil era intervenuta per evitare che venissero calpestati così i diritti dei lavoratori ed aveva chiesto un incontro immediato con la direzione. L’invito però è stato completamente ignorato da quest’ultima che ha portato avanti la sua decisione, presa a pochi giorni di distanza dalla festività del 25 aprile, allineandosi agli altri centri commerciali di Ragusa e Modica che però avevano già in calendario da tempo questa apertura.
Certo non può bastare che la direzione del CCI abbia inviato una comunicazione a tutti gli esercenti, con la quale dichiarava che “dopo un’attenta analisi ha ritenuto opportuno disporre l’apertura di tutti i negozi dalle 10 alle 21 ” dopo che questi, giustamente si erano già organizzati per trascorrere con le proprie famiglie o con i propri amici questa giornata di festa, investendo anche dei soldi in prenotazioni che hanno dovuto disdire.
La direzione ha ignorato i diritti dei lavoratori e le sollecitazioni ad un confronto della Filcams CGIL, che questa mattina per dimostrare vicinanza e solidarietà ai lavoratori, come detto, ha voluto essere presente con i propri rappresentanti e anche con alcuni lavoratori, nel piazzale del CCI per un simbolico flash mob nel giorno del 25 aprile.
Questa mattina sono stati presenti all’iniziativa: il Segretario generale della Filcams CGIL Antonio Modica, Alessandra Carbone e Francesco Pisana della Segreteria provinciale della Filcams CGIL, il Segretario Provinciale della CGIL Ragusa Francesco Maltese.
“La cosa inaccettabile – è stato ribadito dalla segreteria della Filcams CGIL – è che quando si chiede di disporre la chiusura per un giorno, la direzione dei centri commerciali ha bisogno che se ne parli ad inizio anno, mentre per disporne l’apertura, infischiandosene delle legittime programmazioni dei lavoratori, si può decidere su due piedi, a pochi giorni di distanza. E tutto ciò senza che la direzione abbia ritenuto dare spiegazioni e giustificazioni. scombussolando i piani dei lavoratori”.
Il flash mob in questa giornata di festa ha voluto rappresentare per la Filcams CGIL di Ragusa, l’ennesima occasione per ribadire che consumare 365 giorni all’anno non serve alla società, che ci sono altri luoghi di svago diversi da un centro commerciale in giornate come queste e che il valore delle feste, religiose o civili che siano, va rispettato, insomma che “La Festa non si vende!”
2 commenti su “Ragusa. Flash Mob al Centro Commerciale Ibleo contro l’apertura”
Visto che si propone la riduzione delle giornate lavorative in altri settori, sarebbe utile che chi sostiene di battersi per i lavoratori, lottasse per reintrodurre la chiusura dei negozi la domenica e nelle festività ed orari fissi per tutte le tipologie di attività commerciali.
Contemporaneamente, bisogna richiedere tassativamentel’applicazione di limiti ben precisi anche agli store online, che altrimenti si ingrasserebbero a discapito di gdo e retail, come è successo sotto la cd. pandemia, quando le attività erano chiuse, quelle aperte avevano ridicolamente settori e merceologie inibiti alla vendita (cose da pazzi), mentre su internet si poteva acquistare qualsiasi cosa. Ed i danni economici si sono visti.
Bisogna ritornare al rispetto della famiglia, delle feste e della dignità dei lavoratori del settore. Il fatturato non aumenta su 7 giorni rispetto ai 6, dopo anni e anni si è visto, viene solo spalmato in modo diverso, mentre i costi aumentano, e non giova quindi a nessuno.
Inoltre, sempre chi sostiene di lottare per i lavoratori del settore, dovrebbe verificare che venisse applicato il ccnl, perché le aziende ci marciano (non parliamo dei più piccoli poi), assegnando livelli contrattuali assolutamente non consoni alle effettive mansioni richieste.
Responsabili di punto vendita con 3 o 4 livello e addetti vendita col 5 o anche 6.
E lasciamo stare ferie, quattordicesime non retribuite e contratti determinati all’infinito (quando esistenti).
Questo è tutto frutto della liberalizzazione, quando si fa la spesa o shopping bisognerebbe pensarci.
E gli altri sindacati cosa dicono?