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di g.r.
L’ex presidente de facto della Bolivia, Jeanine Áñez, è stata incriminata per i presunti reati di genocidio, omicidio e lesioni gravi nell’inchiesta svolta sul massacro di Senkata, avvenuto nel novembre 2019. La Áñez, all’epoca, a livello decisionale e di comando, aveva il controllo assoluto sull’intera struttura organizzativa, concernente il dispiegamento di unità di polizia e militari, secondo l’accusa formale che l’Ufficio del procuratore ha presentato davanti al primo tribunale penale cautelare di El Alto, in cui inoltre si chiede che Áñez entri in detenzione preventiva per sei mesi nel carcere di Miraflores, mentre le indagini seguono il loro corso. Come più volte annunciato su RTM, il 19 novembre 2019 si sono verificati atti di violenza che hanno provocato una dozzina di morti, colpiti da armi da fuoco e 31 feriti. Stesse modalità violente, quattro giorni prima, per il massacro di Sacaba, a Cochabamba. Nell’accusa il Pubblico Ministero sostiene che la Áñez fosse responsabile delle morti, avendo emanato il decreto 4078 che consentiva operazioni congiunte tra le Forze Armate e la Polizia a fronte delle proteste della popolazione di rifiuto del golpe che giorni prima aveva estromesso il governo dell’ex presidente Evo Morales. Negli eventi violenti che si sono verificati in diverse parti del Paese, 37 persone hanno perso la vita, centinaia sono rimaste ferite e segnalate migliaia di detenzioni illegali e violazioni dei diritti umani. A metà gennaio, la prima Corte istruttoria penale di El Alto aveva stabilito che l’ex presidente de facto J.A. fosse processata penalmente, escludendo la correità.
1 commento su “Bolivia. Jeanine Áñez alla sbarra, incriminata di presunto genocidio”
Però nonostante tutto, abbiamo le donne al potere e a quanto dicono tutti sono migliori degli uomini!
Dobbiamo ancora continuare e perseverare su questa narrazione?