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Modica. La Comunità Ucraina ricorda 365 giorni di guerra

Tempo di lettura: 2 minuti

La Comunità Ucraina di Modica ha ricordato venerdì pomeriggio l’anniversario dell’inizio della guerra con la Russia. Un corteo si è mosso da Piazzale Falcone Borsellino per spostarsi in auto al Piazzale Bruno e poi tornare nel centro cittadino radunandosi in Piazza Matteotti. Qui  tra decine di bandiere gialle-blu e foto  ci sono stati momenti toccanti di riflessione, canti ucraini, in particolare l’inno nazionale, e preghiere che hanno ispirato sentimenti di patriottismo tra chi per lavoro, per affetti familiari vive i soprusi di Putin lontano dal teatro bellico, piangendo le morti di familiari, di connazionali. L’iniziativa ha previsto anche la piantumazione di un albero di ulivo al Piazzale Falcone Borsellino. “Stop war in Ukraine” il tema scelto ad un anno dall’attacco russo.

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14 commenti su “Modica. La Comunità Ucraina ricorda 365 giorni di guerra”

  1. Agostina Lamercoli

    Tra due mali meglio il male minore , recita un antico adagio, si potevano evitare queste devastazioni e i massacri di civili inermi , tenendo conto delle minoranze russofone , mantenendo buoni rapporti diplomatici con l “ingombrante vicino e soprattutto non fornendo da parte dei governanti nessun alibi per giustificare un ‘invasione???

  2. Non ho mai visto nessuno mascherato di bandierine per le altre sanguinose guerre, Siria, Iraq, Palestina, varie in Africa, ecc… Ma si sa ci sono vittime e vittime, mica sono tutte uguali le guerre!! Forse perchè nessuno vi ha chiesto di farlo…

  3. Nulla può giustificare un massacro di civili , crimini e torture, nulla può giustificare una guerra di invasione . Ho l’impressione che oggigiorno,
    sotto la spinta della rivoluzione antropocentrica , che ha deificato l’uomo, la scienza e la tecnica e condotto al materialismo immanentista, all’edonismo e al consumismo, ci sia la tendenza a spettacolizzare e minimizzare la tragedia immane che il popolo ucraino sta vivendo, valorizzandone, come in un film d’azione statunitense, soltanto l’impatto spettacolare sullo spettatore, sviando l’attenzione da detta tragedia alle tecnologie e alla potenza di fuoco delle armi a disposizione dei contendenti, ma anche sugli aiuti in termini economici . Come se i soldi e le armi potessero rimediare e pagare con la futura ricostruzione le sofferenze che il popolo ucraino sta vivendo , dimostrando il potere dell’uomo sulla sofferenza e la morte.

  4. Comunque siete ridicoli. Santi che fa un benaltrismo imbarazzante. La signora Lamercoli che spara le peggiori bufale russe e che dice l’equivalente di “se non volevi farti stuprare non ti vestivi in maniera succinta”. Non ci vuole molto a farle notare che a forgiare un pretesto di guerra non ci vuole nulla. Che l’Ucraina diede le proprie atomiche alla Russia con la promessa di non farsi attaccare e che ora sta subendo crimini di guerra da parte dei russi.

    Onore e coraggio al popolo ucraino. Slava ukraini

  5. Ho notato con non poco stupore che anche i nickname possono incappare nell’omonimia.
    E accade che, accingendomi a scrivere un commento, pur utilizzando questo pseudonimo da decenni mi trovo preceduto da un Leprenellaluna diverso da me.
    Qui l’argomento è troppo serio e meritevole del massimo rispetto, ed è solo per evitare confusione o perplessità tra chi legge queste pagine che ho ritenuto opportuno fare una precisazione di poco conto ma necessaria.

    “Non si abita un paese, si abita una lingua. Una patria è questo, e niente altro.” Sono parole di Emil Cioran.
    A questa frase del grande filosofo rumeno ho pensato leggendo di questo evento.
    Un idioma, con il retaggio che trascina, ha la forza di lenire lo smarrimento e il dolore dello sradicamento dalla propria terra. Il tempo e la storia ci insegnano che il dramma terribile di ogni diaspora può trovare conforto nel senso di appartenenza anche se la lacerazione del distacco dagli affetti, dalle amicizie, dalle case, dal legame affettivo dei luoghi segna irrimediabilmente i nostri microcosmi.
    L’emigrazione per ragioni economiche, dal sud al nord Italia, dai sud ai nord del mondo, è un dramma doloroso che i nostri avi hanno conosciuto e che affligge anche il nostro tempo in ogni parte del mondo; ma se questo fenomeno, pur grave, non attiva significative forme di solidarietà, la fuga da zone di guerra o di carestia, che è una devastazione emotiva inenarrabile, trova sempre meno comprensione presso la comunità internazionale, dove pure dovrebbe trovare dimora la lingua universale della condizione umana, che ci accomuna al di là di ogni differenza.
    Siamo tiepidamente consapevoli delle guerre che distruggono, qua e là, porzioni del nostro mondo ma le deflagrazioni, a cui fanno puntualmente eco sbrandellamenti di corpi e materia, sono geograficamente lontane dalla nostra potenziale sensibilità.
    Diversi sono gli effetti del conflitto Russo-Ucraino.
    La preoccupazione di un inasprimento della violenza dei combattimenti, di un allargamento del campo d’azione e di un maggiore coinvolgimento a ridosso dei confini ucraini ha scosso, ma non tanto, la quiete europea. Il dolore altrui, tra le macerie nelle zone del conflitto o nella desolazione e nello smarrimento in una terra straniera, è sempre altrui, non c’è empatia che tenga.
    La Comunità Ucraina di Modica ha ricordato il triste anniversario di una guerra inaspettata, le cui prove generali un anno fa non hanno insospettito gli esperti internazionali, pur tra i dubbi e le perplessità della gente comune: cosa fa un esercito straniero in tempo di pace lungo la linea di un confine?
    La regolarizzazione dei mercati dell’energia, dopo scandalose speculazioni e spropositati allarmi apocalittici, ha allontanato le preoccupazioni di noi tutti, fuorché degli Ucraini. Nella loro terra si continua a morire di guerra e le strade continuano ad essere tappezzate di corpi falciati e percorse da rivoli di sangue di giovani soldati Ucraini e Russi, di civili Ucraini: bambini, donne, anziani, di reporter e soccorritori di diverse nazionalità.
    Non so se la guerra lampo preconizzata da un anacronistico condottiero sarebbe stata un bene solo perché breve o un male perché avrebbe cancellato l’indipendenza di un Paese sovrano.
    Non so se il protrarsi spaventoso di una guerra devastante sia la conseguenza della sedicente potenza di un impero decaduto o della fiera resistenza di un Paese che conosce il prezzo della sua libertà.
    So soltanto che, complice la mia incompetenza in geopolitica, l’inizio di questo conflitto fu caratterizzato da un indugiare Europeo e internazionale su tutti i fronti. L’intento di sanzionare la Russia era frenato dall’incubo della chiusura dei suoi gasdotti. La paura di un inverno gelido risvegliava il ricordo dei libri di storia sulla disfatta di Napoleone nel 1812. L’incombenza di un terremoto economico invadeva menti sgombre dalla paura delle bombe in Ucraina ma terrorizzate dal probabile ripetersi del drammatico ottobre1929 statunitense.
    Un ritardo imperdonabile.
    Non so se si prova vergogna e amarezza nel pensare che l’acuirsi di questo assurdo conflitto possa essere stato favorito dal continuare ad alimentare l’economia russa per la lunga ed estenuante riflessione sui pro e i contro dello stop al suo gas.
    Non so se si sente una morsa al cuore nel riflettere sulla codardìa della comunità internazionale, preoccupata di battere i denti o di tirare la cinghia, e nel constatare che l’apparente innocenza collettiva, in realtà, è macchiata dalla scelta di barattare, in pieno clima di guerra e per interminabili giorni, ettolitri di sangue umano con milioni di metri cubi di gas.
    Penso che ogni guerra abbia più di due parti in gioco: chi invade, chi subisce l’attacco, chi è cinicamente neutro e chi è impassibile o indifferente.

  6. Pseudoleprenellaluna

    Chiedo scusa al vero Leprenellaluna, volevo usare un nikman somigliante ma non identico . In ogni caso, è molto difficile copiarla e non riconoscere un pseudo Leprenellaluna. Per quanto mi riguarda , con il mio commento volevo far focalizzare l’attenzione sul dolore, le sofferenze e le atròcità della guerra, cosa che lei è riuscito a fare in modo egregio e molto meglio di me. Perché i media, nella competizione per la cattura dell’ audience, si soffermano soprattutto sulla potenza tecnologica e distruttiva delle armi e delle forze in campo, sui danni materiali, sulle sanzioni e gli aiuti economici. Come se una guerra vera non fosse una tragedia immane di umana sofferenza , ma un film di guerra spettacolare , con grandi incassi al botteghino e un gran numero di spettatori. Fermo restando la condanna per il nazismo , le svastiche e tutte i nazismi della storia, compresi certi movimenti filonazisti , giovanili e non , che trovano pretesti per scimmiottarli, la guerra di aggressione, a uno stato indipendente e libero o a un popolo che vuole essere indipendente e libero, é profondamente ingiusta e ingiustificabile. Le mode e gli influssi maligni dell’epoca antropocentrica, immanentista e materialista, non devono per nessuna ragione far perdere la misura dell’importanza di una sola vita umana, né l’edonismo consumistico deve obnubilare la sensibilità e la compassione umana per il dolore altrui.

  7. Agostina Lamercoli

    Signor Spartk , mi lasci libera di pensare come meglio credo e non mi giudichi ridicola e spara bufale russe , se penso che per ogni cosa c’è un tempo opportuno e che non bisogna provocare i più forti , ma inviarli messaggeri per mettersi d’accordo , prima che succeda l’irreparabile. E poi o lo vogliamo o no!!! Questa “questione” certo importante per l’autodeterminazione di un popolo e per quella dei russi del Donbass , potrebbe innescare un escalation nucleare e portare al terzo conflitto mondiale. Io mi sono sempre vestita succintamente e lo farei ancora di più se dovessi passare per una via piena di guardoni e maniaci !!!!!!

  8. Ne approfitto per ricordare i cubani, afflitti da circa 60 anni di embargo in seguito alla rivoluzione castrista . Le sofferenze di questo popolo afflitto e versato sotto il profilo economico e esistenziale da un super democratico popolo che non voleva governi rivoluzionari e comunisti vicini, che avevano addirittura preteso poter sfruttare le loro risorse , anzichè lasciarli allo sfruttamento straniero. I cubani non avevano invaso come la Russia. Un ricordo va anche ai nordafricani che si trovavano in Ucraina al momento dell’invasione russa, lasciati per giorni ad aspettare di poter ritornare a casa . Per assurde priorità logistiche e non , A QUANTO PARE, genetiche. E smettiamola con le tendenze del secolo, facciamo che le manifestazioni per le guerre e le vittime non abbiano nulla a che vedere , con l’orgoglio patrio o le manifestazioni di esultanza delle tifoserie di calcio, siano solo preghiera e riflessione,, checchè ne dica CHICCHESSIA.

  9. @Pseudoleprenellaluna
    anzichè utilizzare un pseudo nick, potrebbe utilizzare altri nick, chessò: volpe o scimmia, d’altronde per tutto il giorno giocavano felici insieme su per colline e giù per i prati, e a sera si stringevano vicini per affrontare il buio della notte. Chissà chi me lo raccontò?

  10. Pippo , l’ho fatta contenta spero , in passato , se le può fare piacere ,ho allevato uno scimpanzé e giocavamo contenti sui prati. Sono vegetariano e animalista e amo gli animali , sono pacifista e mondialista e cattolico praticante. Appartengo come lei ad un popolo la cui civiltà affonda le radici assorbendola nella civiltà greca e egiziana , anche quando gli antenati di quelli condannati nel processo di Norimberga, si ricoprivano di pelli e indossavano elmetti con le corna, non mi riferisco ai pappagalli tatuati con svastiche di oggi , e ai loro riverberi barbari e archetipici.

  11. Spinelli Giannino

    @Scimmia, non mi sembra Pippo vero ossia il bravo commentatore di politica, né ha a che fare con la setta del piramidologo, massone e esoterofilo, che vendeva grano miracoloso. A quanto pare l’ha voluta paragonare, non serviva rispondergli si era già risposto da sé, non dubiti sul livello medio dei lettori del sito, le garantisco che è molto alto, non serviva rispondere.

  12. @Spinelli Giannino
    giusto e sacrosanto:
    nella tradizione la lepre era l’animale più altruista degli altri, lui si sacrificò per sfamare il saggio, il Buddha saltando sul fuoco e lasciandosi mangiare, il Buddha per riconoscenza lasciò l’impronta della lepre sulla luna in modo da renderla visibile agli uomini e ricordare quella nobiltà d’animo.

  13. Spinelli Giannino

    Ammette di non essere Pippo, il bravo commentatore di politica? Allora chi è? Chiunque sia si è presentato da solo o da sola, con i suoi commenti. Prima dice una cosa , ossia consiglia, di cambiare nikman a pseudolepre…. con quello di scimmia e poi un ‘altra: di tenerselo? Mah! Le sembra il caso di giocare con delle stupidate proprio qui che si parla di guerra !? Ad onor del vero non conosco la leggenda riportata e non credo che esista, questa storia leggendaria mi appare come un messaggio subliminale , tipo quelli che usano gli adepti delle sette sataniche per minacciare i fuoriusciti , affinché non rivelino i segreti della setta, del tipo non sacrificarsi facendo la spia perché se parli sarai arso e la tua impronta resterà sulla luna, ma è solo una mia impressione. Niente a che vedere con le sue reali intenzioni, che a me restano oscure. Veda anche certe bibbie hanno cambiato nome e contenuto e non è un caso .

  14. Rag. Ugo Fantocci

    @pippo: visto che lei è colto, mi dichi cos’è il kibbutz? Ovviamente prima provando a spiegare cosa sia la prostata. Così posso dormire

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