
La Corte dei Conti sul rendiconto generale della Regione siciliana, capitolo 19 (paragrafo 1.1.1), recita testualmente: “L’attività istruttoria si è rivolta alla verifica di quanta parte delle risorse comunitarie riprogrammate nel modo descritto nella relazione integrale, sia stata effettivamente certificata: gli esiti hanno restituito un dato prossimo al 50%, poiché su 400 milioni circa di variazioni finanziarie conseguenti alle riprogrammazioni, sono stati certificati circa 216,8 milioni di euro”. Non è emersa, inoltre, con chiarezza l’esistenza di un coordinamento nell’impiego delle risorse, comunitarie e nazionali, erogate per l’emergenza sanitaria, mentre si è rilevata la destinazione di un ingente importo della spesa certificata in favore dell’ASP di Ragusa: complessivamente 23,4 milioni di euro, erogati in due fasi, per la fornitura di test rapidi (tamponi rino-faringei) per la rilevazione del SARS-COV-2”.
Secondo la relazione dei magistrati si evince, pertanto, che la cifra destinata all’ASP di Ragusa per la fornitura dei test rapidi (tamponi rino-faringei), è stata completamente certificata. E ciò non può rappresentare una fonte di demerito: semmai, il contrario.