Nell’America di oggi spaccata in due, con un Partito democratico diviso e un presidente ritenuto debole, con l’ala estremista repubblicana convinta di essere stata defraudata della vittoria nel 2020, con il ritorno in grande spolvero di Trump e la campagna anti- establishment condotta con toni virulenti, le previsioni davano i Repubblicani vincenti alle elezioni di Midterm. Non è accaduto, benché solitamente le legislative di medio termine non favoriscano il presidente in carica. In svantaggio alla Camera, dopo la conquista del Nevada i Democratici sono maggioranza in Senato comunque andrà il ballottaggio in Georgia il prossimo 6 dicembre. Un successo insperato che rafforza Joe Biden e ribalta le fosche previsioni di un partito che non sta benissimo. La forte polarizzazione potrebbe portare un paese nel caos con l’effetto di minarne le istituzioni democratiche? Era un timore diffuso che ha spinto Obama a scendere in campo accanto al suo ex vice e percorrere il paese da nord a sud e da est a ovest per parlare di libertà e convincere gli indecisi a votare. La valanga rossa non ha travolto il paese ma solo il suo leader che ne esce ammaccato e già si prepara a gridare ai brogli e difendersi dalle accuse di aver determinato la sconfitta del Gop, il Grand old party, dilaniato dalle polemiche interne tra i conservatori di vecchio stampo e gli estremisti ritenuti responsabili della debacle. Trump non ci sta e annuncia la propria candidatura per le presidenziali del 2024. Intanto, chi ha festeggiato è stata l’America moderata e indipendente, né ultra-liberal né sovranista, quella che ha risposto con senso di responsabilità al richiamo dei valori democratici incarnati da un presidente anziano e poco carismatico, ma solido nelle proprie convinzioni e affidabile, garante della libertà e dello stato di diritto. La democrazia ha superato la prova più difficile e le ripercussioni si fanno già sentire nel resto del mondo, in particolare laddove essa è vista come il nemico da distruggere. Forse non è casuale che i generali russi abbiano ritirato l’esercito da Kherson nel silenzio di Putin che avrebbe gradito un risultato diverso e un vincitore più facilmente manipolabile, un politico improbabile, un demagogo rumoroso e egocentrico come Trump. Gli americani hanno bocciato l’avventurismo, l’irrazionalità e il cospirazionismo e premiato la credibilità, il buonsenso e l’esperienza. Qualità che Biden ha dimostrato di avere nel saper navigare in mezzo alla tempesta abbattutasi sul paese con il Covid, la crisi climatica, energetica e economica. La conferma viene dai dati: a parte l’inflazione mai così alta da 40 anni e ora in calo grazie anche all’aumento dei tassi, la disoccupazione è ai minimi storici, il Pil in ascesa, i salari sono aumentati , +4,7%, in aumento la produzione industriale. Quello che invece a Biden non è riuscito fare è unificare il paese e sollevare il suo partito dallo stato comatoso generato dalla frattura tra democratici centristi e progressisti radicali, critici, i secondi, del moderatismo del presidente e sempre più spostati a sinistra e impegnati a ridisegnare la società attraverso la rieducazione ideologica. Un tratto comune alle sinistre occidentali che ha accresciuto la sfiducia dei cittadini che si rivolgono altrove per vedere risolti i loro problemi. L’orientamento sessuale, l’identità di genere, le rivendicazioni del movimento LGBTQAI+, appannaggio di intellettuali, accademici, media e miliardari, sensibili ai diritti civili e finanziatori delle loro campagne, non interessano chi ha questioni pratiche da affrontare. Contro l’ultra liberismo culturale, wokismo e cancel culture, Biden ha alzato un argine, ma è presto per capire quanto funzionerà in futuro. Molto dipenderà dagli eventi in casa repubblicana. Se Trump ha perso, Ron De Santis, governatore repubblicano della Florida da 4 anni, è il nuovo astro nascente, probabile candidato alla Casa Bianca nel 2024. Con il suo programma politico, ha ridato slancio all’economia dello stato, uscito per primo dalla crisi, puntando sul finanziamento di progetti ambientali, sugli aumenti salariali degli insegnanti e sull’occupazione, politiche che funzionano con democratici e moderati, e ha introdotto una legge che limita l’istruzione in classe sull’orientamento sessuale e l’identità di genere. Un programma conservatore che sta attraendo un flusso costante di americani provenienti da altri stati – 550mila nuovi residenti, di cui 45% repubblicani e 25% democratici – e che è piaciuto agli ispanici (56% di voti) e ai neri (18%). Da roccaforte democratica, la Florida si è colorata di rosso e darà del filo da torcere sia all’eversismo sovranista di una parte dei Repubblicani sia ai Democratici ultra-liberal. La vittoria di Biden è indicativa del fatto che gli estremismi , sia blu che rossi, cominciano a dispiacere.
- 6 Ottobre 2024 -
3 commenti su “Biden vince e il modello Florida minaccia gli ultra-liberal del suo partito…l’opinione di Rita Faletti”
Certo che i liberal globalisti atlantisti sono forti a minimizzare le evidenze e soprattutto le sconfitte!
Alla fine i sinistroidi democratici sono uguali in tutto il mondo.
L’America si tinge di rosso (colore dei repubblicani) e non ammettono il declino che li logora giorno per giorno. Poi con la trovata del voto postale ed elettronico, hanno blindato i risultati. Ed ecco che il Rappresentante Democratico della Pennsylvania Tony De Luca è stato rieletto con l’85% dei voti nonostante fosse morto. Strano che la stampa italiana non ne abbia parlato, di solito sono così impeccabili nelle loro narrazioni….. Ma nonostante, i Democratici si vantano del risicato Senato (50 e 50), che solo la Harris col suo voto decide la maggioranza. Solo che Biden come la Harris fra poco saranno costretti a dimettersi per gli scandali che li riguardano, e a questo punto, il comando lo prenderà la terza forza politica in carica, ossia il Presidente della Camera. Chi sarà il nuovo presidente della Camera? Ecco perchè nessuno parla della vittoria alla Camera, e come potrebbe essere il contrario. Anche la Faletti con mio dispiacere si guarda bene dal dirlo.
Per non parlare della vittoria di Lula, addirittura in molti paesi Bolsonaro non ha preso nessun voto, in pratica il 100% ha votato Lula. Cosa che statisticamente è impossibile, ma forse per i sinistroidi o per i corrotti avanzi di galera tutto è possibile.
Oggi, nello stesso giorno che Trump fa il suo annuncio a ricandidarsi per la “terza” volta, Biden annulla i restanti impegni per apparenti motivi di salute. Sarà una coincidenza! Nel discorso di Trump, mi ha colpito il fatto che lui parla di “terzo” mandato e non di secondo. Questo cosa vuol dire? Che in effetti la politica estera di Biden non è altro che la recita del copione di Trump, e questo spiega anche la debolezza che ha la Nato se non ha l’America che la fiancheggia. Su De Santis la narrazione italiana fa intendere che potrebbe essere l’antagonista di Trump come futuro Presidente, omettendo di dire che è diventato Governatore grazie al suo appoggio. Come del resto hanno detto mentendo che tutti quelli appoggiati da Trump solo due sono stati eletti. Cosa vera invece che c’è un diverbio tra De Santis e Trump, in un suo recente comizio Trump ha fatto intendere che De Santis potrebbe essere un “Rino”. Rino per gli americani significa traditore, venduto, comprato dagli avversari per destabilizzare il partito e alla fine seguire gli interessi dei Democratici. Interessi che come evidente non sono più quelli del sogno americano ma il sogno degli illuminati globalisti che vogliono governare e sottomettere il mondo rendendo le persone da umani a umanoidi. Non so se avete fatto caso che negli ultimi giorni stanno parlando che la popolazione mondiale ha superato gli 8 miliardi. Quando si parla di certe cose, ricordatelo, non è mai per caso!
Trump promuove chi lo sostiene ma non sopporta chi lo sfida e grida al complotto. Gli elettori della Florida hanno scelto Ron De Santis. E’ la politica bellezza.
Purtroppo i populisti siano di destra che di sinistra hanno le loro idee completamente identiche: sono contro i vaccini, sono a favore di Trump, sono a favore di Putin, sono per Bolsonaro, disprezzano la democrazia, sono contro la sinistra, ma sono anche contro la destra se quella destra non fa ciò che loro vorrebbero, sono sempre dalla parte opposta alla linea di un paese civile e democratico.
Quando si evidenziano certe cose, quando c’è una corrispondenza di idee, non è mai un caso, è notorio che Putin negli anni scorsi ha alimentato a suon di rubli la propaganza che ha determinato il proliferare di tante bufale oltre che l’elezione di Trump a Presidente degli USA… ma noi abbiamo Giuseppi, il suo adorato Giuseppi che non si era accorto, spero oramai che abbia messo la testa a posto, la sinistra ha bisogno di persone consapevoli considerato che il PD in questo momento è sbandato non si sa dove, mentre Giorgia è costretta alla responsabilità, sa benissimo che ogni suo essore potrebbe far saltare il paese ed il rischio Grecia è vicino.