
“Qual è il motivo che ha spinto il sindaco e la maggior parte dei componenti della maggioranza che ancora lo segue a non presentarsi durante la seduta d’urgenza del Consiglio comunale di Vittoria convocata sulla questione rifiuti. E dire che erano stati proprio loro, in campagna elettorale, ad ergersi a baluardo di tutte le potenziali emergenze del nostro territorio. Erano stati loro ad autodefinirsi “la cura” per la nostra città. E ora che ce ne sarebbe di bisogno, visto che Vittoria è sommersa dai rifiuti, che fanno? Sfuggono dal confronto? E’ qualcosa senza logica, senza senso, del tutto contraddittoria”.
Ad affermarlo è la consigliera comunale di Italia Viva, Sara Siggia. “Ci siamo chiesti – continua quest’ultima – quale potrebbe essere il motivo della loro assenza. Ma non siamo riusciti a darci una ragione. Da un lato potremmo pensare che i consiglieri preferiscono obbedire al diktat del sindaco per cui è più opportuno secondo loro mandare a casa la ditta che continua a difendersi a mezzo social, dall’altro che battagliare sulla gestione della raccolta differenziata per qualcuno significa scontentare qualche elettore. Una cosa è certa. Noi di Italia Viva siamo stati presenti ieri sera in aula e abbiamo ben accolto la convocazione di questo Consiglio comunale d’urgenza perché molto vicini alla problematica che sta investendo tutta la città e se non se ne occupa il civico consesso vorremmo capire chi dovrebbe farlo. E poi, in onore del principio di trasparenza, tema che ci contraddistingue da sempre, vogliamo capire dove sta la verità e perché la nostra città soffre così spesso questa emergenza”.
Un’altra riflessione s’impone, come sottolinea la consigliera Siggia. “Vorremmo comprendere come mai – dice – è venuto a mancare, e non è la prima volta che accade, il segretario generale, l’alta figura burocratica dell’ente di palazzo Iacono che assolve al ruolo di notaio della seduta. Non si capisce se in questa città l’andazzo di certi meccanismi possa essere gestito a casaccio oppure se certi protocolli che devono essere rispettati in ogni ente degno di questo nome qui vengano, periodicamente, disattesi come se nulla fosse”.