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Cna edilizia Ragusa. Superbonus e le sue anomalie in assemblea

Tempo di lettura: 2 minuti

Il superbonus doveva essere una grande opportunità di rilancio per il settore delle costruzioni. Un comparto che più di ogni altro aveva subito i colpi inferti prima dalla crisi finanziaria del 2009/2010 e poi dal Covid. Invece, si trasformato in un’incertezza, soprattutto per molte piccole imprese. Questo quanto è emerso nell’assemblea della Cna Edilizia che si è tenuta mercoledì scorso nella sede della Cna di Ragusa alla presenza del responsabile nazionale costruzioni, Riccardo Masini, e del responsabile regionale, Maurizio Merlino.
Il presidente territoriale Cna Edilizia, Tonino Cafisi, insieme con il responsabile, Giorgio Stracquadanio, presente il segretario territoriale Carmelo Caccamo, ha tracciato le difficoltà di questa agevolazione sin da quando è nata: in due anni 14 decreti, uno ogni 52 giorni. Di fronte a questa sequenza cadenzata di decreti capaci soltanto di creare ostacoli di ogni natura, la Cba di Ragusa ha provato, sin da subito e con determinazione, a fornire risposte alle numerose imprese del comparto. Con la convenzione Unifidi Bnl è stata data un’importante risposta a 97 imprese che avevano complessivamente oltre 6 milioni di crediti mummificati. Con la piattaforma creata dal sistema Cna Sicilia: “Riqualifichiamo l’Italia – Cappotto mio”, si è riusciti a venire incontro alle esigenze di imprese che dovevano e devono affrontare lavori di una certa consistenza economica. Il presidente territoriale Cna Ragusa, Giuseppe Santocono, ha voluto rimarcare che “quando si parla di imprese artigiane edili, si parla di persone, di professionalità, di impegni, di investimenti, di qualità certificata sul campo e nel tempo. Tutte queste cose non possono e non potranno mai essere attestate, in modo freddo, da una Soa”.
Le conclusioni di Merlino e Masini hanno puntato principalmente sul ruolo che l’organizzazione di categoria sta avendo nell’incalzare il governo: i crediti riconosciuti devono essere liquidati anche perché il superbonus è legge dello Stato e lo stesso non può non rispettare una sua norma semmai lo Stato aveva l’obbligo di vigilare per evitare le truffe e non di bloccare un sistema che è stato capace, con il gettito fiscale generato fino ad oggi, di reggersi da solo.

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1 commento su “Cna edilizia Ragusa. Superbonus e le sue anomalie in assemblea”

  1. Tonino Spinello

    Fino a quando continuate a fiancheggiare la politica e i politici, ad accarezzarveli per amicizia, simpatia, fede politica (senza ideali), non potrete fare mai gli interessi degli artigiani e delle PMI.
    Lo stato non esiste, abbiamo un governicchio composto da personaggi mediocri che hanno relegato tutte le decisioni e le competenze alle banche e ai banchieri in qualità di tecnici dei soldini. Personaggi che se mi dimostri che hai, ti do, se non hai ti considero un pezzente nonostante le leggi create apposta per le piccole imprese. Quindi hai il diritto di fallire e toglierti dalle palle perché dai fastidio al nostro sistema che abbiamo costruito negli anni con tanta dedizione e abnegazione all’euro.
    Questa accozzaglia di personaggi che i politici assecondano, non stanno facendo altro che chiudere le PMI per favorire le grandi imprese o meglio le multinazionali.
    Siamo arrivati al tracollo sociale ed economico e tutti i sindacati e associazioni di categoria continuate ancora a trastullarvi con comunicati che restano lettera morta in quanto nessuno vi fila più perché avete perso lo smalto e il peso che una volta avevate.
    Vi siete ridotti solo a fare assemblee, meeting, concertazioni, comunicati stampa che pochi ormai leggono e vi sentite ancora i paladini degli artigiani e PMI.
    Se non incominciate a cambiare atteggiamento e fare il lavoro per cui siete nati, sarete voi i primi responsabili della fine dell’artigianato italiano e della fine di milioni di posti di lavoro. E questo vale per tutte le centinaia di sigle sindacali.
    Fino a quando non cambierete rotta, e iniziate ad alzare le barricate contro questo sistema balordo, non sarete credibili. Neanche dai vostri stessi amici politici.

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