di Giannino Ruzza
Il Fronte Polisario non molla e torna alla lotta armata. Una guerra scoppiata nel Sahara Occidentale il 13 novembre 2020 dopo che il Marocco ha violato gli accordi militari firmati all’epoca con il Fronte Saharawi. A complicare ulteriormente le cose, il recente accordo tra Spagna e Marocco che di fatto consegna definitivamente sotto il controllo marocchino il territorio della Repubblica Araba Democratica. Un accordo davvero mal digerito da popolo del deserto. A muoversi con intenti bellicosi oggi, il Capo di stato maggiore dell’Esercito di liberazione del Sahara, Mohamed Luali Akeik, confermando che la cosiddetta Seconda Guerra di Liberazione del Sahara occidentale è già iniziata e si estenderà alle città occupate dal Marocco, ovvero: El Ayoun, Smara, Dakhla e Bojador. Secondo Luali Akeik, questa decisione presuppone nuovi sanguinosi sviluppi dell’offensiva dell’esercito della Repubblica Araba, contro il regime marocchino. Ha sottolineato che “tutti i territori saharawi saranno un obiettivo legittimo per i combattenti, tenendo conto delle infrastrutture e delle aree abitate che saranno salvaguardate dagli scontri. “Il Popolo Saharawi – ha aggiunto – è intriso di spirito patriottico, preparato a svolgere operazioni di commando contro obiettivi marocchini”. Ricordiamo che durante la prima guerra nel Sahara occidentale (1975-1991), i combattenti Saharawi riuscirono ad occupare sia El Ayoun che Smara, riuscendo a liberare centinaia di prigionieri, distruggere caserme e linee di rifornimento dell’esercito marocchino. Intanto il presidente , Brahim Ghali, ha affermato che “il popolo Saharawi ha deciso di seguire la via del martirio fino a quando non verrà raggiunta la piena sovranità sull’intero territorio di appartenenza”. Parole di guerra, con le truppe marocchine che hanno mobilitato materiale bellico verso tre regioni saharawi che mantiene sotto occupazione: Mahbes, Guelta e Auserd. Soprattutto la città di Auserd, è stata occupata da ingenti plotoni di militari specializzati in azioni di pronto intervento, a difesa delle posizioni fortificate del muro militare marocchino che lo divide con il Sahara Occidentale. La decolonizzazione del Sahara occidentale, responsabilità della Spagna come potenza occupante, secondo l’ONU, è una delle questioni rimaste in sospeso in Nord Africa, in particolare dopo l’abbandono della regione da parte del governo di Madrid e relativa occupazione nel 1975 da parte del Marocco.