Si è svolta oggi l’assemblea degli “azionisti per caso” della Banca Agricola popolare di Ragusa.
L’avv. Florinda Giangravè è intervenuta in assemblea a nome del Comitato.
L’assemblea ha approvato l’ordine del giorno in cui la Banca mette a disposizione, una tantum, 15 milioni di euro per acquisto di azioni proprie, 15 milioni per un’ eventuale Opa e 30 milioni per il triennio per chi resta socio. Questa operazione unica in Italia è stata autorizzata dalla Banca d’Italia e ovviamente dalla Consob.
Gli azionisti dovranno scaricare un’App dedicata per mettere in vendita le azioni per chi lo volesse, in quanto la banca rispetto al passato non farà più ordini.
“La speranza che tutti quanti auspichiamo – dice Salvatore Rando, presidente del Comitato – possa dare alle famiglie in difficoltà economica le risposte tanto attese. Alla fine la soluzione è stata trovata all’interno della dirigenza della stessa banca, dove era giusto venisse trovata; forse siamo arrivati appena in tempo prima che scoppiasse l’assurda guerra in Ucraina, così come si bloccò con il Covid”.
“Magari in precedenza, qualcosa non ha funzionato nel sistema della vendita dei titoli e questo verrà accertato dai vari Tribunali per chi ha promosso legittimamente le relative azioni giudiziarie, per le quali anche qui il comitato aveva chiesto un tavolo di conciliazione perché spesso è meglio un buon accordo per entrambe le parti, che una Sentenza pronunciata a distanza di 10 anni, giusta od ingiusta che sia – ha detto in assemblea l’avvocata Giangravè -. Bisognerebbe leggere Kafka per capire quanto è articolata e complessa la macchina processuale il cui esito, è sempre incerto. Sin dall’inizio, dopo le proteste abbiamo sempre cercato il dialogo a tutti i livelli con delle proposte, unica scorciatoia per arrivare prima alla soluzione del problema”.
3 commenti su “Assemblea degli “azionisti per caso” della Bapr”
Premetto che di bilanci non ne capisco una mazza.
Salvo errore ho letto che le somme per tutta l’operazione sono state trovate nelle ” pieghe ” del bilancio della banca, ovvero le ” riserve “.
Le riserve dovrebbero essere utili conseguiti ed accantonati, quindi soldi dei soci passati e presenti.
Domanda: allora le azioni ( scontate ) vengono comprate con i soldi dei soci stessi? E dopo?
A chi “resta” gli viene riconosciuto un premio: il pagamento di utili già accantonati. Ma questi non sono soldi dei soci ( passati e presenti)? E dopo?
Non riesco a leggere bene dove sta la ” bontà ” di questa operazione.
@ Uomo Libero;
È chiaro, ma non troppo..
Ci potrebbe far capire cosa è accaduto con parole semplice?
Quale la soluzione a suo dire?
@ Certo che …
” cosa è accaduto ” non riesco a comprenderlo. Pare che hanno ottenuto l’autorizzazione a prendere i soldi dal ” cassetto ” del riserve ( accantonamenti) e comprare le azioni che vengono messe in vendita utilizzando un’app. A chi non vende viene dato un premio e pare che, anche in questo caso, i soldi vengono presi dal ” cassetto ” delle riserve.
La soluzione? Rendere le azioni libere di “circolare” da un portafoglio titoli ad un’altro. Ciò potrebbe diventare facile vista la loro ” forte patrimonializzazione ” ( appetibili per il normale investitore istituzionale). In buona sostanza far si che le azioni bapr ( magari dopo aver creato una holding spa, una fusione o incorporazione con altra banca ) siano quotate in ” borsa italiana “. Vero è che dei benefici, per alcuni, si perderebbero. Vero è che spunterebbero tutti i rischi connessi e derivanti dalle quotazioni nelle borse ufficiali, ma è pur vero che gli azionisti che hanno in animo di vendere si libererebbero immediatamente di dette azioni e riavere la liquidità, investita a torto o a ragione.