Il presidente di El Salvador, Nayib Bukele, non è intenzionto a mollare la presa nei confronti dei narcotrafficanti e le cosche malavitose che tengono banco a El Salvador. Oggi il leader salvadoregno ha confermato che 12.169 membri di bande criminali sono stati arrestati dalle forze di polizia, dopo l’entrata in vigore dello stato di emergenza nel Paese centroamericano. Dal canto suo, la Polizia Civile Nazionale ha confermato che ieri, dopo l’ennesima retata, altri 599 furfanti sono stati assicurati alle patrie galere. Operazioni militari che fanno seguito allo stato di emergenza decretato dall’Assemblea legislativa il 27 marzo scorso con l’obiettivo di fermare l’ondata di omicidi attribuiti dalle autorità del Paese a bande e cosche delinquenziali che gravitano attorno alla capitale San Salvador. Restrittivi i provvedimenti adottati nei confronti degli imprigionati. Prevista la sospensione per un periodo di 30 giorni della libertà di associazione, del diritto di un difensore, dell’inviolabilità della corrispondenza e delle telecomunicazioni. Organizzazioni per i diritti umani e settori politici in El Salvador si sono espressi contro lo stato di emergenza, considerando che viola alcuni diritti fondamentali. Hanno anche denunciato che durante l’operazione contro le bande sono state arrestate diverse persone non legate ai gruppi criminali. Indubbiamente una nazione di collusi e corrotti, visto il giro di milioni di dollari che girano attorno al mondo del narcotraffico. Secondo alcune statistiche il numero di arresti riportato nel titolo dell’articolo sarebbe quantitativamente meno del 20 per cento di tutti i criminali tuttora in servizio a El Salvador.
- 17 Settembre 2024 -