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Vicenda Biometano Ibleo. Incontro a Pozzallo

Tempo di lettura: 2 minuti

Il CSPA di Pozzallo ha partecipato oggi alla videoconferenza con il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, con   Manuela Leone, già presidente Rifiuti Zero Sicilia, referente Sicilia di Zero Waste Italy, sulla vicenda Biometano Ibleo, per la quale il 13 gennaio prossimo ci sarà il pronunciamento del TAR di Catania.
I lavori sono stati aggiornati a lunedì prossimo.
Nel corso della discussione il sindaco  ha confermato il ricorso gerarchico all’Assessorato regionale ai Beni Culturali avverso il parere della Sovrintendenza di Ragusa del 21 novembre scorso. Non si conosce conosce ancora, incredibilmente, il parere dell’Arpa. E’ apparso assolutamente opportuno ed inderogabile avere uno studio sulla vulnerabilità delle falde acquifere che alimentano i pozzi che per l’80% approvvigionano il Comune di Pozzallo.
Confermata da parte del CSPA un’ iniziativa pubblica di massa per domenica 9 gennaio a Pozzallo, anniversario della nascita di Giorgio La Pira.
“Gli impatti paesaggistici, territoriali, sociali, ambientali, sanitari dell’impianto di Bellamagna Zimmardo non sono degli accessori – dice Manuela Leone -. Quali sono le conseguenze e quali sono i rischi? C’è in gioco l’economia e la salute di un intero territorio.”
“Non lasceremo nulla di intentato – spiega Emanuela Russo, presidente CSPA -.  La mobilitazione cittadina ancora una volta confermerà il forte NO di un’intera comunità, a questo scempio paesaggistico che mortifica la vocazione turistica di Pozzallo e che porta la firma di una Modica reiteratamente e strategicamente colpevole.”

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17 commenti su “Vicenda Biometano Ibleo. Incontro a Pozzallo”

  1. Pare che il parere dell’ARPA sia stato prodotto e dovrebbe essere nelle mani del giudice.
    Il parere della sovrintendenza c’è ed è favorevole.
    Il giudice ha chiesto altri pareri e verbali per i quali nulla è dato sapere ma che fanno presagire la produzione di qualche escamotage in sede di udienza o entro i termini previsti per legge.
    A mio modesto parere se non c’è una forte sensibilizzazione dell’opinione pubblica ed una forte volontà politica a mettere ordine al disordine che in atto esiste ( basta dire che nel circondario e a confine esistono zone rosse e poi c’è quest’isola bianca in mezzo) l’impianto verrà realizzato con inizio lavori immediatamente dopo il fatidico 13 gennaio 2022.

  2. @ Peppe Iemmolo:
    Ma cosa vuoi , quelli hanno speso dei soldi e per forza ora dovranno recuperarli.
    Sarei curioso di sapere cosa ha scritto la sovrintendenza…

  3. Con i continui aumenti del costo di gas e di luce, con pesanti ripercussioni su tutte le famiglie specie su quelle meno abbienti, credo che bisogna accelerare a costruire questi impianti di biometano. Inoltre mi auguro che a Roma il governo centrale si decida finalmente a dire di si alle nuove centrali nucleari, Una in Sicilia sarebbe di grande aiuto.

  4. @lettura 185.
    Ho la sensazione che lei non ha mai approfondito il rapporto costi-benefici per la realizzazione di ciò che caldeggia. Non si rende conto delle problematiche riguardanti l’impatto ambientale, il rischio di inquinamento delle falde acquifere, lo smaltimento di ciò che resta nel momento che gli impianti non producono più, e tante altre cose.
    Le chiedo inoltre se con un così vasto territorio che ha modica è possibile che quello di Zimmardo-bellamagna è l’unico sito idoneo?

  5. Tratto da ”Emilia-Romagna a biogas, una regione circolare” del 26 Gennaio 2021 di Francesco Dradi

    Testata giornalistica: Nuova ecologia dal 1979 dalla parte del pianeta

    ”Il biometano, la nuova frontiera degli impianti di trattamento di rifiuti urbani e scarti della produzione agroalimentare, è al centro dello sviluppo dell’economia circolare anche se qualcuno solleva ancora dubbi. In Emilia-Romagna – regione che annovera il maggior numero di impianti sul territorio nazionale (6 di biometano e 252 di biogas) – la sperimentazione avviata nel 2018, da quando è in vigore la normativa sul biometano, ha dato buoni responsi e ora multiutility, aziende private e Comuni stanno investendo in nuovi impianti, con modalità e finalità diverse, talora anche immaginifiche. Un po’ di chiarezza: il biometano è un metano (CH4) che non proviene da fonti fossili ma da un processo di trasformazione della materia organica tramite digestione anaerobica, cioè priva di ossigeno. Il rifiuto immesso nel digestore “matura” in un paio di mesi e si degrada in parte solida, che diviene compost, e in gas, incanalato in un impianto apposito. Qui si effettua il cosiddetto upgrading, ossia il processo di raffinazione attraverso il quale si rimuove l’anidride carbonica (CO2) dal biogas, ottenendo così il biometano, che può essere immesso in rete per consumi domestici o per i trasporti.”

    Consiglio di leggere tutto l’articolo e poi serenamente trarre le proprie conclusioni senza essere succubi dell’ideologia ambientalista.

  6. @ lettura 185;
    La vedo convinto in quel che scrive, ma ho seri dubbi che abbia capacità di discernimento.
    Non può fare minimamente comparazione del sito Zimmardo-Bellamagna con qualsiasi sito dell’Emilia o della Romagna.
    Quanto riassume è pura teoria, va fatto un serio e circostanziato studio sul sito in argomento per valutarne l’impatto nel suo contesto complessivo..

  7. @ lettura 185:
    Gli italiani hanno rinunciato al nucleare tramite referendum, e nessuno partito o movimento ne properebbe un suo riesame.
    Una centrale di quarta generazione, richiederebbe, tra studio e realizzazione 10 anni circa con investimenti notevoli.
    Dopo i 10 anni potrebbe essere operativa per circa 30 anni, con un costo ammortizzabili in 20/25 anni.
    Poi rimarrebbero da smaltire, non si sa dove, ingenti quantitativi di scorie radioattive per millenni.

    A quale energia attingere nel frattempo dei 10 anni ?

  8. @ lettura 185:
    Mettere su un impianto di Bio ch4, come quello ipotizzato sul sito Bellamagna, ha un impatto devastante notevole sotto tutti i punti di vista.
    Certo hanno investito tempo e denaro per lo studio e la progettazione, e pertanto “devono” realizzarlo se no vanno in perdita…
    ( parole di un ingegnere progettista modicano )
    Per non parlare delle spese di acquisto dei terreni da parte dell’imprenditore.

    Appare palese un accanimento di prepotenza ed arrogante presunzione nel voler realizzare l’impianto costi quel che costi.. tanto a pagare ed a farne le spese sono i cittadini, specie quelli delle contrade limitrofe.

    Da un po di tempo alcune famiglie del modicano, hanno messo le mani sulla città ( e non solo.. ), e credono di poter fare tutto quanto gli viene in mente di fare, senza ritegno alcuno.

  9. Tempo fa si doveva realizzare a Modica una discarica di rifiuti.
    E furono allo studio analizzati alcuni siti idonei, ed uno in particolare risultò essere orograficamente interessante, per debole antropizzazione e per fattori di sicurezza e viabilità presente.
    Traslare il progetto in quel sito , potrebbe risultare semplice ed economico.

  10. A meno che la ditta non deve “fare entrare u sceccu ca cura”..
    Questo potrebbe smuovere la sensibilità dei cittadini e portarli a reagire…..
    Per il buon vivere, meno arroganza e più apertura mentale nel modificare i personali modi comportamentali..
    Esasperare gli animi dei residenti circostante di Zimmardo-Bellamagna potrebbe portare a conseguenze estreme.
    Ne va dell’Ordine Pubblkco, secondo mia opinione.

  11. Quindi mettiamoci l’anima in pace, paghiamo con allegria gli aumenti in bolletta e beati i benestanti che possono permettersi luce, gas e benzina alla faccia di chi non sa come fare per sbarcare il lunario e delle piccole e piccolissime imprese che faticano a far quadrare i conti.

  12. Non ho la puzza sotto il naso.

    @lettura 185.
    Carissimo ho letto quanto pubblicato da lei e da altri a proposito di biogas e ho fatto la scelta di trascorrere questo natale in Emilia Romagna contattando sia le associazioni no-biogas, gli ambientalisti e i produttori di metano con impianti uguali al realizzando impianto di contrada zimmardo-bellamagna.
    Al mio rientro, dopo l’epifania, le farò un bel resoconto.
    Buone feste a tutti, per adesso senza biogas.

  13. Non voglio polemizzare con nessuno; Natale è vicino e questa Festività significa prima di tutto pace e gioia.

    Sul Corriere della Sera online di oggi 17/12/2021 è pubblicato un articolo di ENI a pagamento di cui posto il link a proposito dei biobarburanti:

    https://specialistudio.corriere.it/Eni-SI1-verso-la-transizione-energetica/biocarburante-dagli-scarti-un-combustibile-che-rispetta-lambiente/.

    Resto comunque dell’opinione che l’energia nucleare sia la più pulita, la più conveniente e che dobbiamo sbrigarci a produrla da noi.

  14. @ lettura 185:
    Posso farle avere alcune tonnellate di legna ( impatto zero ) a prezzo stracciato , per i suoi bisogni..

  15. @lettura 185.
    Tratto da ”Emilia-Romagna a biogas, una regione circolare” del 26 Gennaio 2021 …
    paghiamo con allegria gli aumenti in bolletta …
    Allora, carissimo ha letto quanto costerà
    l’impianto di Reggio Emilia ( 54 milioni di euro ) e ha letto la nota del dicembre 2019 del Presidente della regione siciliana per la destinazione di fondi per il realizzando impianto di contrada zimmardo-bellamagna ( 8 milioni di euro ).
    Le chiedo se vale la pena spendere così tanti soldi per una manciata di metano?
    Lei è a conoscenza che, in atto, per l’impianto di zimmardo-bellamagna non è previsto il collegamento alla rete del metano?
    Ha letto che, in Emilia Romagna, i circa 300 mini impianti di biogas finora realizzati sono impiantati uno per ogni azienda zootecnica innanzitutto per ridurre gli odori tipici degli allenamenti di bovini. Hanno un funzionamento automatizzato portanto il letame ed i liquami sistematicamente dentro le cisterne. L’allevatore dopo aver risolto il problema di spostare il letame e smaltire i liquidi nonché ridurre gli odori tipici, ottiene metano ovvero ha anche ricavi.
    In ogni caso in primis c’è un beneficio anche per il vicinato, la riduzione degli odori. Viceversa a zimmardo-bellamagna non c’è e non ci sarà mai alcuna produzione di materia prima necessaria per far funzionare l’impianto, verrà trasportata da altrove. Non verrà prodotta in loco in quanto quasi tutta l’estensione del terreno verrà occupata dalle cisterne e non c’è e non ci sarà alcuna azienda agricola. La strada consortile non è adeguata a poter sopportare il traffico di mezzi pesanti che si andrà a creare, almeno che non abbiano in animo di accedere da altra via.
    La materia prima arriva e deve essere inserita nelle cisterne e questo è un momento per disperdere nell’aria cattivi odori. Nel sito non c’è spazio per smaltire i fanghi. Questi devono essere smaltiti altrove e quindi caricati e trasportati, altri momenti per disperdere cattivi odori.
    Nel momento che la materia prima arriva trasportata e gli scarti vanno via trasportati anche loro, mi spiega dov’è l’economia circolare?
    La butto così: dando la gestione di tanti settori dell’economia nelle mani di uno solo non è che per caso si crea un situazione di oligopolio ( forse anche di monopolio strisciante )
    Lettura 185 si faccia delle buone feste, rifletta, parli con gli amici e poi ci scriviamo dopo il 13 gennaio 2022 magari con i lavori iniziati.

  16. Dei problemi che possono sorgere per la realizzazione di un nuovo impianto per la produzione di energia ‘pulita’, qualunque esso sia, devono rispondere chi rilascia l’autorizzazzione a farlo e il responsabile dell’impresa, non certo un cittadino qualsiasi.

    Fatta questa premessa, voglio aggiungere che una volta che in Italia si è deciso di puntare non sull’energia nucleare (a mio avviso la migliore nonostante gli inconvenienti elencati prima che ci sono a cui bisogna aggiungere la protezione militare degli impianti stessi contro gli attacchi terroristici), ma su quella delle biomasse, bisogna seguire questa via accettando anche le situazioni spiacevoli che ne conseguono,
    (non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca).

    L’Italia come potenza industriale di prim’ordine ha un grande bisogno di energia, che serve non solo alle famglie ma anche alle tantissime inprese che ci sono grandi, medie e piccole. L’aumento del costo di petrolio e di gas importati diventa un danno per tutti che significa pagare bollette sempre più care e così le merci e i trasporti, da cui non può che conseguire che un impoverimento sempre più diffuso, problema questo non affrontato per niente dai miei interlocutori. (Forse avranno il portafoglio pieno di soldi e il problema non li tocca).

    Seguiamo l’esempio dell’Emilia Romagna che ci fa da battistrada, ovviamente tenendo conto ognuno della propria specificità territoriale.

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