
Dopo l’omicidio in Chiapas del giornalista Fredy Lopez, stessa sorte è toccata ieri ad Alfredo Cardoso, assassinato ad Acapulco nello stato di Guerrero. Cardoso è stato rapito, torturato e colpito a morte da cinque proiettili da un gruppo di uomini armati e successivamente rilasciato nei pressi della propria abitazione. Finora nel 2021 almeno nove giornalisti, considerati scomodi, sono stati assassinati in Messico. Il presidente dell’ordine dei giornalisti dello stato di Guerrero, Miguel Angel Mata, ha chiesto giustizia per il crimine commesso contro il direttore della rivista Dos Costas, ma ha anche condannato i commenti intimidatori del sindaco di Acapulco all’indirizzo dei dipendenti dei media locali. Sono seguite le proteste di un gruppo di giornalisti intenzionati a recarsi presso la Commissione statale e nazionale per i diritti umani per sporgere denuncia contro il sindaco Abelina Lopez Rodríguez perché le sue dichiarazioni potrebbero costituire un crimine contro la libertà di stampa. Mentre la governatrice dello stato, Evelyn Salgado, dopo aver condannato il crimine ed espresso la solidarietà alla famiglia del defunto, ha incaricato il segretariato del governo statale di occuparsi dei parenti di Cardoso attraverso la protezione dei difensori dei diritti umani e il fondo sostegno dei giornalisti.
2 commenti su “Giornalista assassinato in Messico. Il nono nel 2021”
Come sempre succede, con la stessa cura per cui si apre l’inchiesta, con la stessa cura si chiude! Amen!
Ovviamente le passerelle di colleghi, politici (di tutto il mondo), opinionisti, oggi chiamati influenzer, non mancheranno di commuoversi davanti le telecamere e brandire tutto lo sdegno a favore della libertà d’informazione. Quante belle parole ho sentito in tal senso.
Questo succede quando si è lasciati soli, e da soli non si va da nessuna parte. Questo vale per chi perpetra il male e per chi invece lo vuole sconfiggere. Il problema è che il male si compra, e comprare è facile, pensiero comune è che tutti hanno un prezzo, chi non può essere comprato e non si riesce a costruirci uno scheletro, c’è sempre l’estremo rimedio.
Ma appena spenti i riflettori, ricomincia tutto come niente fosse, tanti giornalisti, anche magistrati, continueranno il proprio lavoro ordinario e ordinato senza andare oltre i propri limiti. Onestamente non so come vivranno la loro vita, quanto possa pesare su di loro il fatto che non hanno fatto il lavoro in cui credevano. Come vivranno da morti dentro?
Vivere da conigli o morire da leoni? Alla fine la morte viene per tutti prima o poi, ma vivere con la consapevolezza di essere un coniglio non credo sia un bel vivere, specie con te stesso. Molti si giustificano perché lasciano un futuro economico ai propri figli, tutte cazzate. E’ solo perché hai qualche dollaro o euro in più rispetto ad un altro che ti fa sentire gratificato nella società, ad è alquanto vile e meschino per la tua stessa dignità. Lo sai ma non lo ammetti a te stesso!
Come spesso mi accade condivido totalmente il suo pensiero signor Spinello! Qui si parla di giornalisti messicani assassinati negli ultimi 10 mesi, mentre in Colombia possiamo definirli massacri, visto che i leader politici scomodi, uno ogni tre giorni, finiscono sotto terra, nell’indifferenza generale del pianeta, che lascia fare.