128 mamme aiutate a ripartire nella vita, 140 bambini accompagnati nella loro crescita, 70 volontari che hanno fatto esperienza di un amore concreto: i numeri che definiscono i trent’anni di storia appena compiuti dalla Casa Don Puglisi di Modica racchiudono le storie di tutti i nuovi cammini che in questo tempo sono stati resi possibili da un modello di accoglienza unico, sperimentato sin dall’inizio e continuamente fatto oggetto di riflessione e revisione lungo l’asse di una costante evoluzione, col desiderio di mettere sempre al centro la relazione con le persone, rifuggendo la logica di soluzioni predeterminate e spesso unicamente assistenziali e cercando invece di costruire percorsi innovativi, al passo coi bisogni e con la vita di ognuno.
Un’evoluzione che ora guarda a nuovi progetti per il futuro, molti dei quali saranno realizzabili grazie alla campagna per le donazioni del 5×1000, che da sempre rappresentano – grazie alla generosità di molti cittadini – uno dei più importanti contributi a sostegno delle attività della Casa e che quest’anno saranno destinati alla creazione di nuovi spazi destinati alle attività dei bambini, in particolare un’aula studio al pianterreno del palazzo di via Carlo Papa, storica sede dell’Associazione.
La Casa Don Puglisi da trent’anni accoglie infatti mamme e bambini con particolari difficoltà familiari e sociali o donne sole che attraversano momenti di sofferenza, strutturando progetti educativi personalizzati e sempre tesi al reinserimento, che normalmente avviene attraverso tre grandi tappe: la prima accoglienza, nella parte centrale della Casa, che funziona come una grande famiglia; poi la progressiva autonomia negli appartamentini attigui, in cui ogni nucleo può sperimentare il proprio essere famiglia; infine l’inizio di una vita effettivamente autonoma in un’abitazione indipendente, sempre sotto il controllo e l’accompagnamento dell’equipe educativa della Casa.
«Chi viene accolto nella nostra Casa – spiega il direttore Maurilio Assenza – viene aiutato a ripartire nella vita attraverso l’esperienza di una grande famiglia, che ha una cura personale per ognuno, con attenzione al lavoro per le mamme e alla scuola per i bambini. Bambini che sanno di abitare non ‘una casa di accoglienza’ ma ‘la Casa Don Puglisi’, una famiglia appunto, in cui si riceve e si dà, ci si lascia aiutare e si partecipa ai momenti comuni, si sperimenta l’appartenenza ma anche la responsabilità verso gli altri, si impara a stare nelle relazioni vere, avendo cura dei valori più alti.
In questi trent’anni trascorsi ai piedi della crescita dei nostri bambini, così come ai piedi della grande sofferenza di tutte le persone che abbiamo accolto e accompagnato – prosegue Assenza –
abbiamo imparato a vivere con più verità e serietà.
Per questo il progetto educativo che teniamo al centro della vita della Casa, ci lega anche fortemente alla città, proiettandoci verso la costruzione di una sensibilità corale. Perché, come amava dire don Puglisi, se ognuno di noi fa qualcosa possiamo fare molto».
Questa proiezione verso la città negli ultimi anni si è concretizzata nel potenziamento del laboratorio dolciario artigianale in cui sono impegnate le mamme della Casa, nell’apertura del punto vendita di dolceria, focacceria e libreria intitolato a Don Puglisi in Corso Umberto a Modica (dove nei prossimi giorni sarà attivo anche il bar), nella fortissima presenza nei quartieri periferici del cantiere educativo Crisci Ranni, nel lancio di un progetto di turismo solidale di Villa Polara, e ancora nella progettazione e nel mantenimento di attività come Ribes per il contrasto alla povertà educativa e la cura dei bambini con bisogni speciali, Ala di Riserva per il sostegno al rapporto genitoriale all’interno dei nuclei familiari più fragili, Il portico di Betsaida per l’housing first, i tirocini formativi, l’alternanza scuola/lavoro, il servizio civile universale.
«Ma non solo», conclude Maurilio Assenza: «Il nostro legame con la città si è andato costruendo anche nel segno della grande generosità che la città stessa ci ha dimostrato: a cominciare da strumenti preziosi come il 5×1000, i tanti aiuti e le tante donazioni che abbiamo ricevuto, dalle più piccole alle più grandi, ci hanno consentito una cura educativa attenta, materiali per la scuola e il gioco, possibilità per il tempo libero e lo sport, manutenzione per gli ambienti della nostra Casa, necessaria a renderla davvero funzionale, accogliente e calorosa per la grande famiglia che ospita».
Per donare il 5×1000 con la propria dichiarazione dei redditi, basta firmare il riquadro inerente il sostegno al volontariato e inserire il C.F. della Casa Don Puglisi: 90008250889.