Il vaccino monodose Johnson&Johnson in arrivo

Sono attesa circa 184.000 dosi a Pratica di Mare, per poi diventare 7,3 milioni di dosi a giugno 2021.
Il vaccino di Johnson&Johnson è attualmente l’unico vaccino monodose per la lotta al Covid-19. È un sierio facile da conservare ed è somministrabile a tutte le persone di età superiore ai 18 anni.
Dopo l’arrivo presso l’Aeroporto militare, sarà avviato lo stoccaggio delle prime dosi nelle regioni. Johnson&Johnson è molto atteso non solo per la facilità di conservazione e la rapidità di somministrazione, ma anche perché è un ulteriore arma che si aggiunge alle tre già approvate dall’EMA, l’Agenzia Europea per i Medicinali il cui compito è quello di garantire e supervisionare la qualità e la sicurezza dei medicinali somministrati in Europa.
J&J è un vaccino a vettore virale, così come lo è AstraZeneca, ed è diverso da quello a RNA messaggero preparato da Pfizer e Moderna. Il funzionamento è molto semplice all’interno del sierio è presente un frammento di Dna, corrispondente alla proteina Spike, la chiave con cui il covid entra nelle cellule. Questa chiave viene inserita nell’uomo attraverso un virus “benigno” quindi innocuo per l’uomo, che permette così al corpo di riconoscere la proteina, e preparare una risposta immunitaria di protezione.
L’efficacia di questo vaccino è del 66 per cento già dopo la prima somministrazione, anche se alcuni studi dimostrano che nei confronti della variante sudafricana il vaccino protegga intorno al 57 per cento. Gli studi condotti sul vaccino hanno dimostrato che l’uomo dopo 14 giorni dalla somministrazione raggiunge il 77 per cento di immunità, mentre dopo 28 giorni raggiunge l’85 per cento.
Johnson&Johnson, come ogni vaccino e medicinale, possiede degli effetti collaterali, che vengano classificati nella norma. L’EMA ha però avviato ulteriori controlli per cercare di capire se ci sono possibili nessi tra il vaccino e effetti tromboembolici.

La fornitura J&J per l’Unione Europea è veramente massiccia, si parla di 200 milioni di dosi entro la fine del 2021, di queste 26,5 milioni saranno destinate all’Italia. L’unico problema è che già l’azienda annuncia ritardi nel sistema produttivo, e di conseguenza ritardi nella consegna così come sta già succedendo in America.