Le scaramucce politico-commerciali tra i due paesi sono iniziate nel 2018 quando l’Australia ha escluso Huawei Technologies dalla sua rete 5G, crisi successivamente peggiorata nel 2020 quando gli australiani hanno iniziato a chiedere lumi sulla crisi pandemica partita dalla Cina. Relazioni deteriorate costate 3 miliardi di dollari di mancate esportazioni verso l’Oriente dominato dal titano cinese. A farne le spese l’anno scorso le vendite di materie e prodotti quali rame, carbone, vino e aragoste che sono tuttora soggetti a restrizioni commerciali da parte di Pechino. Tre miliardi di mancate esportazioni, considerate nell’economia globale poca cosa dagli occupanti della terra dei canguri. Quello che invece i cinesi non hanno inserito tra le pressioni commerciali nei confronti dell’Australia sono l’importazione di gas liquefatto (un testa a testa con il Qatar a livello di produzione mondiale) e minerali di ferro, paradossalmente quasi duplicata rispetto al 2019 (+10 miliardi di dollari statunitensi) vista la necessità di alimentare l’approvvigionamento di acciaio di Pechino, settore dove l’Australia è un altro produttore dominante. L’industria siderurgica cinese non riesce a produrre abbastanza a livello nazionale e, ancora una volta, l’Australia resta per loro il partner leader. D’altro canto non va dimenticato che lo stato continentale parte integrante dell’Oceania, rimane l’economia più dipendente dal commercio cinese, concluso con l’accordo di libero scambio siglato dai due Paesi nel 2015. L’economia australiana si è contratta parecchio nei primi tre mesi dell’anno, ponendo fine a una corsa di quasi 29 anni di crescita economica. E anche il primo trimestre dell’anno in corso per l’economia australiana non promette nulla di buono.
Australia, leader anche per emissioni gas serra
1 commento su “Australia-Cina: continuano le schermaglie commerciali”
I Cinesi stanno incominciando a fare le manovre di prova generale!
Negli ultimi decenni si sono ramificati ovunque, persino nel calcio, ora hanno potere e soldi dappertutto e con i soldi si compra tutto, anche la dignità!
Se uno stato come l’Australia muove delle accuse e dopo soccombe alla propria dignità per denaro, o più carino dire, per affari, perché mai allora per un singolo uomo o politico dovrebbe importare la dignità? La mia impressione è che molti Stati si stanno guardando bene a muovere accuse contro la Cina, hanno paura di perdere qualche dollaro, ma nessuno ha paura di perdere la dignità! Ho la vaga impressione che si sono addentrati nei governi e in un certo qual modo li orientano, forse molti li stanno sottovalutando, e forse Trump non stava sbagliando accusandoli. Non mi meraviglierei se sulle vicende di Trump ci fosse lo zampino dei Cinesi.
Fra poco li vedremo dettare regole, fra poco assisteremo ad un cambio di potere epocale!
Fra poco saremo fottuti!!!!!!