Redazione di Radio RTM,
Vi scrivo questa mail per mettervial corrente di fatti e situazioni gravi che avvengononella provincia ragusana, ed in particolare mi riferisco allagestione della sanità in questa provincia. Ho molto apprezzato l’intervento del Sindaco di Modica Ignazio Abbatead inizio mese di settembre, quando ancora la situazione inerente l’emergenza Covid era del tutto gestibile e quando la seconda ondata di contagi era stata da tutti gli esperti del settore preannunciata. Infatti egliesternava preoccupazione circa la “macchina organizzativa” della gestione della nuova fase di emergenza, puntando il dito ai ritardi e alla sottovalutazione del problema da parte degli organi sanitari competenti. In un servizio trasmesso dall’emittente televisiva Video Mediterraneo, Abbatemostrava perplessità dapprima sull’assegnazione all’Ospedale “Maria Paternò Arezzo” di Ragusa quale centro di riferimento Covid per la provincia ragusana, dopo che tutta la fase di emergenza da marzo a giugno era stata gestita dall’Ospedale Maggiore di Modica, e in secondo luogo chiedeva spiegazioni circa la mancata apertura dello stesso centro Covid che ancora rimaneva chiuso nonostante i casi nella provincia ragusana stessero ricominciando a salire notevolmente; infatti i pazienti Covid positivi bisognosi di ricovero ospedaliero venivano dirottati a Siracusa o a Catania.Il giorno dopo non si è fatta attendere la replica del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Dott. Aliquò che invece di dare spiegazioni soprattutto ai parenti sulla reale motivazione per cui i loro congiunti venivano trasferiti in altre città, ha preso l’intervento del primo cittadino modicano come una questione personale affermando che Abbatevolesse creare degli allarmismi infondati e per questo delle inutili polemiche. Inutili polemiche? Vi dirò io perché il centro Covid all’O.M.P.A. di Ragusa non eraancora attivo, anche se potete ben immaginarela motivazione: mancava e manca tutt’oggi il personale, in particolare quello infermieristico. La situazione sanitaria ragusana è critica, ma chi la gestisce non fa altro che peggiorarla, e spiegherò perché affermo questo. Guarda caso, solo a pochi giorni da quella “discussione” televisiva tra il sindaco Abbate e il Dott. Aliquò, l’ASP di Ragusa stila la graduatoria di infermieri relativa ad un avviso pubblicato per soli cinque giorni sul sito aziendale e a cui avevano partecipato più di 1200 infermieri. Questa graduatoria sarà stata fatta certamente con criterio, avranno scandagliato in poco più di un mese e mezzo (consideriamo che era agosto e dubito che all’ufficio delle risorse umane non siano andati in ferie) più di 1200 domande con i relativi curriculum; avranno controllato bene, meticolosamente. Certo, come no…ho i miei fondati dubbi; già, perché a distanza diun mese dalla pubblicazione della prima graduatoria, ne viene pubblicata una seconda data dalla reintegrazione di ben 56 candidati di cui inizialmente non c’era alcuna traccia: motivazione? Sulla nuova delibera hanno scritto “problemi informatici”; potrei anche capirli se le domande fossero state compilate tramite piattaforme esclusivamente online, ma qui si tratta di invio e ricezione tramite PEC, e quindi due sono i casi: il candidato l’ha inviata e perciò ha la ricevuta di avvenuta consegna; oppure il candidato l’ha inviata ma per qualche problema non è stata ricevuta dal sistema e quindi il candidato avrà la ricevuta di mancata consegna a cui può appellarsi. Non esiste che vi siano “problemi informatici” a distanza di tre mesi dalla scadenza dell’avvisoe di un mese dalla pubblicazione della graduatoria. Troppa fretta, bisognava forse accelerare i tempi dopo le discussioni avutesull’emittente televisiva; e allora sorge il dubbio: in questi 56 candidati spuntati così, ci sarà per caso qualche parente diamici dei “soliti ignoti”? Non voglio pensare male, ma “a pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso ci si indovina”. E la cosa ancor più grave è che questi “problemi informatici” e quindi i 56 infermieri, siano venuti fuori quando la prima graduatoria sta quasi per esaurirsi. Avetecapito bene, sembra assurdo ma in poco più di un mese sono stati già convocati quasi mille infermieri; mi correggo, non “convocati”, ma contattati tramite PEC a dare comunicazione di disponibilità immediata ed incondizionata per presa in servizio urgente. Cosa significa? Il copione è sempre lo stesso: il venerdì viene recapitata la PEC al candidato il quale deve rispondere entro domenica circa la disponibilità a lavorare presso l’ASP di Ragusa immediatamente e senza alcuna condizione; lunedì l’ufficio del personale contatta telefonicamente gli infermieri che hanno dato la loro disponibilità e già il giorno seguente (il martedì) questi devono essere già operativi per i reparti del centro Covid. Infatti, dimenticavo a scrivere, che questi infermieri sono da destinare esclusivamente al centro Covid, una graduatoria fatta apposta solo per poter aprire i reparti del centro Covid che, senza personale, erano destinati a rimanere chiusi con conseguente dirottamento dei cittadini della provincia ragusana affetti da Covid verso le città limitrofe di Siracusa o Catania. E da questa graduatoria (che vigiro) salta subito all’occhio il punteggio: come potretevedere, escludendo i primi cinque candidati che hanno un punteggio superiore a 20, dalla sesta alla trentatreesima posizione ci sono infermieri che hanno un punteggio compreso tra 10 e 20, mentre tutti gli altri hanno un punteggio inferiore a 10 e addirittura già dalla centosettantacinquesima posizione si vedono colleghi con un punteggio inferiore a 3. In una graduatoria di 1200 infermieri è clamoroso che quasi mille di questi abbiano un punteggio inferiore a 3 e quasi trecento infermieri hanno un punteggio fisso di 0,000!Ciò cosa significa? Che una graduatoria, stilata esclusivamente per far fronte all’emergenza Covid, dove si rende necessario personale infermieristico altamente qualificato perché dovrà operare in reparti specialistici di emergenza/urgenza come il Pronto Soccorso, Rianimazione, Terapia Intensiva, è composta da infermieri prevalentemente neolaureati e senza avere alcuna esperienza. Potrete pensare… e gli infermieri che occupano le prime duecento posizioni circa, che hanno la dovuta esperienza dimostrata dall’alto punteggio? Bene, quegli infermieri in due tornate sono statigiàchiamati: venerdì 18 settembre hanno inviato le PEC ai primi centoventi infermieri, ed altrettanti sono stati chiamati il venerdì successivo, il 25 settembre; ma di questi solo un numero esiguo, che si può contare sulle dita delle mani, ha preso effettivamente servizio. La maggior parte di questi duecentocinquanta infermieri, infatti, non ha potuto dare la propria disponibilità a ricoprire l’incarico perché già lavorava a tempo indeterminato o al massimo aveva già un contratto a tempo determinato,come nel mio caso. Infatti, per la mancanza di opportunità lavorativa nella sanità pubblica in Sicilia, appena laureata in Scienze Infermieristiche nel 2018 ho dovuto lasciare la mia città, Ragusa e trasferirmi al Nord Italia dove con il primo avviso perinfermiere a cui ho partecipato, ho firmato un contratto a tempo determinato ed ho iniziato la mia esperienza lavorativa anche in reparti abbastanza impegnativi, rimanendo in prima linea nell’emergenza Covid della prima fase da marzo a giugno. Appena ho ricevuto la PEC il 25 settembre la gioia è stata immensa: sarei tornata nella mia città, avrei lavorato per la mia gente e quindi avrei potuto mettere a disposizione le conoscenze che avevo acquisito e l’esperienza che avevo maturato in reparti di emergenza/urgenza durante la prima ondata di contagio del Covid19. Subito, però, la gioia è andata via lasciando spazio alla delusione e alla rabbia: dovevo rispondere alla PEC ricevuta entro domenica comunicando la mia disponibilità immediata ed incondizionata. Disponibilità immediata significava essere subito pronti perché già martedì dovevo prendere servizio a Ragusa; disponibilità incondizionata significava essere senza alcun vincolo dato da eventuali richieste di aspettative (per gli infermieri che già avevano un contratto a tempo indeterminato) o tempi di attesa dati dal preavviso delle dimissioni (come nel mio caso). Infatti io mi sarei dovuta licenziare dall’attuale contratto a tempo determinato (tanto, incarico al Nord Italia per incarico a Ragusa, tanto valeva lavorare nella propria città) ma, come per qualsiasi contratto, era necessario dare il preavviso alle dimissioni: solo quindici giorni. Ma, anche per quindici giorni, l’ASP di Ragusa non poteva attendere: la disponibilità doveva essere immediata ed incondizionata. E chi mai può essere immediatamente ed incondizionatamente disponibile? Solo chi non ha un lavoro, quindi un neolaureato o al massimo un infermiere che lavora a partita IVA…ma è questa la meritocrazia? Capisco l’urgenza, ormai ci troviamo in piena fase di rialzo esponenziale dei contagi ed ogni giorno è davvero prezioso per non perdere tempo; ma non era meglio pensarci prima per gestire al meglio questa nuova fase della pandemia? L’aver assegnato il centro Covid all’O.M.P.A. di Ragusa è stata una scelta politica e come spesso accade si è trattato di una scelta sbagliata le cui conseguenze ricadono sempre e solo sui poveri cittadini. Sarebbe stato così logico lasciare l’Ospedale Maggiore di Modica come punto di riferimento per l’emergenza Covid per la provincia ragusana, e nel frattempo predisporre e mobilitare tutta la macchina organizzativa affinché avvenisse l’apertura del centro Covid a Ragusa con tutta sicurezza e con i giusti tempi e i dovuti parametri, partendo innanzitutto dalla selezione accurata del personale. Invece si è arrivati impreparati e si è dovuto acquisire il personale necessario con tutta fretta; senza la possibilità, per gli infermieri come me, di essere attesi neanche per un giorno. Questo a discapito della meritocrazia: perché nella mia stessa situazione saranno stati anche gli altri duecento infermieri primi in graduatoria e meritevoli per la loro esperienza (dimostrata dal punteggio) ma che hanno dovuto comunicare la loro indisponibilità perché l’ASP ragusana aveva necessità di mettere in servizio immediatamente e non poteva attendere eventuali ritardi, neanche di un giorno per l’appunto. E così sono giunti in breve a chiamare colleghi il cui punteggio in graduatoria denota la loro scarsissima esperienza lavorativa, se non la loro mancanza di alcuna attività lavorativa (circa trecento infermieri con punteggio 0,000!). Da qui il mio timore: in reparti altamente specialistici come sono quelli dei centri Covid dove la formazione e l’esperienza costituiscono la base per poter agirein fase di emergenza/urgenza (parliamo di Pronto Soccorso, Rianimazone, Terapia Intensiva), l’ASP di Ragusa manda infermieri alla loro prima esperienza lavorativa e senza alcuna formazione in quest’ambito.Ma con quale coscienza si può fare tuttoquesto? Il mio pensiero è rivolto solo ed esclusivamente ai miei concittadini; spero di sbagliarmi ma il rischio che in quei reparti ci sia personale infermieristico inadatto, inesperto e quindi pericoloso per la gestione e la cura dei pazienti affetti da Covid19, è altamente concreto. Questa è la situazione, io sono davvero preoccupata e mi rivolgo a Voi che costituite l’informazione della nostra provincia: sono purtroppo fatti reali e credo che i nostri concittadini debbano sapere. Anche se dal punto di vista legislativo agiscono senza violare le norme, ma è palese che c’è del clientelismo; ormai, il potere si gioca su queste vicende, sulla sistemazione dei posti di lavoro, poco importa se è un lavoro delicato e di alta responsabilità perché c’è in ballo la vita delle persone: Voi potete fare qualcosa per i nostri concittadini? Potete aiutarli a non diventare letteralmente “carne da macello” di questo sistema attraverso l’informazione e la divulgazione di questi misfatti. Con questa mail spero di essere stata utile per la mia città Ragusa, e per tutti gli altri centri della provincia ragusana perché i suoi abitanti non meritano assolutamente questo tipo di sanità. Grazie
Da una cittadina ragusana, infermiera, delusa e preoccupata
2 commenti su “Cittadina ragusana, infermiera, delusa e preoccupata. Riceviamo”
La signora solleva un bel caso, trasferire il covid hospital da Modica a Ragusa puzza di bruciato dopo che il nosocomio modicano ha raggiunto livelli eccezionali nella cura della maledetta pandemia. Pongo una lode al coraggio della signora-infermiera mentre mi sento di dire che la sanità a Ragusa fa veramente acqua da tutte le parti. Che Dio ci protegga!!!
Sono amareggiata quanto delusa anch’io della “decisione politica” impostaci da chi avrebbe dovuto /potuto decidere per la migliore soluzione nei confronti e per i propri cittadini. Invece hanno trasferito il “centro Covid” all’OMPA dove non vi era neanche la Rianimazione. La Signora ,Dr.ssa in Scienze Infermieristiche, che ha avuto il coraggio di “evidenziare” una realta’, oramai radicata in questo nostro bel Sud e che, forse, non vuol dare spazio a chi vorrebbe tornare a vivere nella propria terra natìa, che tanto ama e lo merita. Persone che, come lei, si sono sacrificate lasciando la tanto amata terra siciliana per formarsi prima e crearsi poi la possibiita’ di un futuro migliore ma con la speranza di poter ritornare condividendo con chi ne necessita la propria esperienza di lavoro acquisita negli anni di lavoro al nord. Questo Sud che invece di portarsi avanti indietreggia, fregandosene dei diritti del malato e delle persone che potrebbero dare un importante e valido contributo a questa nostra sofferente societa’ che sta diventando sempre più anziana e fragile. Conosco parecchi giovani che volutamente hanno scelto questa Facolta’, al nord, dove sono comunque rimasti a lavorare con soddisfazione e, nei reparti Covid, tutelati con i previsti Presìdi forniti dagli ospedali ove prestano orgogliosi, la propria opera. E da noi? Si continua a fare svolgere agli infermieri piu’ mansioni contemporaneamente nei vari reparti durante il turno di lavoro, e vista la corsa contagiosa che sta decidendo senza influenzare chicchessìa non ci rimane altro da fare che raccomandarci al buon Dio mentre per il trasferimento della Signora si dovra’ magari attendere una prossima graduatoria. Magari con….annesso ricorso.