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La decrescita degli Elevati…..l’opinione di Rita Faletti

Tempo di lettura: 4 minuti

Grillo è il teorizzatore della decrescita (in)felice, di cui potremmo essere testimoni tra pochi mesi, quando finirà la cassa integrazione e molti lavoratori potrebbero trovarsi in mezzo alla strada. Allora perché preoccuparsi tanto se l’auspicato fine è a portata di mano, per di più senza dover fare niente, semplicemente rimanendo immobili e aspettare? Invece il MoVimento fondato dal comico-pagliaccio esulta alla notizia della leggera ripresa. Qualcosa nella grillitudine non quadra e cosa sia è lampante: la decrescita è per tutti. Dunque, iI predicatore della decrescita altrui, è un accanito avversario del suo contrario: la crescita, che fino a prova contraria rappresenta l’aumento del livello di benessere economico misurato dal pil, il prodotto interno lordo. Che consiste in consumi privati, spesa pubblica, investimenti, saldo commerciale netto, cioè differenza tra esportazioni e importazioni e proventi da attività illecite quali ad esempio prostituzione e traffico di sostanze stupefacenti. Ogni voce è dipendente dalle altre e comunque il pil rilevato pare una sottostima di quello reale. La sostanza non cambia: la crescita economica è ricchezza di cui tutti godono potendo usufruire di servizi materiali, educazione, formazione, trasporti, sanità, e immateriali (consultazioni online) a costi irrilevanti o gratis. E veniamo al punto. Chi vuole la decrescita, chi odia il pil e il mercato, a vario titolo e con varie giustificazioni, per lo più ipocrite, è un nemico acerrimo del capitalismo, non in quanto espressione astratta della ricchezza, ma di coloro che detengono indebitamente, a loro dire, il capitale. A parte che un imprenditore non è suor Teresa di Calcutta e ha ragione a perseguire gli utili, bisognerebbe fare una distinzione tra una forma di sano capitalismo di tipo protestante dove l’assunzione di responsabilità ha una forte valenza, e di imprenditori di questo tipo ne esistono più di quanti si creda, e il capitalismo di relazione, una forma surrettizia di gestione del potere che, mediante i rapporti tra i diversi esponenti della “casta”, permette il continuo prosperare di affari, appalti e utilizzo deviato del denaro pubblico, danneggiando la parte più vitale e competitiva dell’economia. Questa seconda forma di capitalismo non è affatto estranea alle classi politica e dirigente di questo paese, anche attuali. Grillo afferma che una crescita esponenziale non può esistere. E’ vero il contrario come dimostra la realtà. Ma supponendo che avesse ragione, l’applicazione pratica della decrescita significherebbe fermare tutto come in un eterno lockdown, consumare le risorse, razionandole e distribuendole equamente, fino ad esaurimento. La meta sarebbe la decrescita, cioè la pauperizzazione del pianeta accompagnato da una forma di totalitarismo  controllato dal Grande Fratello. Un incubo che azzererebbe la ricchezza ma anche la felicità, che il modello economico occidentale assicura. Se salute e ricchezza sono le due componenti principali del benessere e procedono generalmente di pari passo, diventeremmo tutti poveri e incommensurabilmente infelici. Grillo dice di ispirarsi a Papa Francesco, il quale ha in mente l’Argentina e un modello economico purtroppo fallimentare. Il Papa riconosce che il capitalismo occidentale ha favorito la crescita, ma non altrettanto “lo sviluppo umano integrale”, come afferma nella sua terza enciclica “Fratelli tutti”, in cui condanna la ricchezza senza equità e causa di nuove povertà. “E’ arrivata l’ora di accettare una certa decrescita” ha scritto Bergoglio, ma avrebbe potuto scriverlo anche l’Elevato. La teoria , oltre che surreale, è persino errata. La causa della povertà non è il capitalismo, bensì la sua assenza, ha detto l’economista sudamericano Ricardo Hausmann, direttore del Center for International Development ad Harvard. Hausmann cita due esempi. Il Venezuela, il suo paese d’origine, e l’Argentina, inghiottiti in un vortice di decrescita, inflazione e povertà. Ma c’è una novità: Francesco smentisce Francesco quando condanna il populismo. Grillo è rimasto solo.

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25 commenti su “La decrescita degli Elevati…..l’opinione di Rita Faletti”

  1. Tonino Spinello

    Il problema di Grillo oggi è assecondare la “casta” perché si deve parare il culo in vista ai suoi prossimi problemi giudiziari che sono pesanti! Suoi e dei suoi figli! Quindi chi meglio di loro lo può tirare fuori? In cambio l’alleanza col PD, e poi meglio contraddirsi che marcire in galera con i suoi cari. Di questo ovviamente non se ne parla perché il Grillo parlante ha smesso di parlare ed ha accettato di prestare il fianco ove e quando necessita! Eppure anni fa era una spina nel fianco, era diventato talmente scomodo che lo hanno bandito persino dalle Tv. Peccato!!!
    Sul pil Sig.ra Faletti c’è andata leggera, ma non mi soffermo tanto su questo perché i dati Istat li comunicano secondo i loro piani e quasi sempre non sono veritieri. Noi comuni cittadini ci accorgiamo della reale situazione economica in quanto la viviamo, loro è come se vivessero in un altro mondo e ragionano di conseguenza. Secondo me non è tanto il pil, che serve più ai giornalisti che ci montano tante discussioni, per dare un orientamento sommario all’economia, ma è il “debito”, oggi al 152%. Il debito è la vera casta! Chi controlla il debito? Non è la politica, non è il Ministero del Tesoro, sono le Banche, le grosse banche, con banca D’Italia in prima fila (restando in Italia). Loro controllano il debito e automaticamente controllano i governi, i soldi, i traffici e tutto quello che ha detto Lei in modo garbato. Se si seguono i soldi, e chi li gestisce veramente, si capiscono tante cose senza che te li dica il telegiornale! Ecco, arrivati qui, non si può andare oltre, Magistratura, GdF, ecc…arrivati a questo punto, sono al capolinea, non possono andare oltre. Cosa si è saputo di quell’omicidio della Monte paschi? Un po’ macabro a dirsi ma è cosi.
    In poche parole come fanno le piccole banche con i cittadini comuni, accendi un mutuo (quindi un debito) e ti tengono per le palle per 15-20 anni, se sgarri o se qualcosa ti va storto, magari per colpe non tue, non ti uccidono (se non nell’anima) ma ti trovi un “socialmente escluso”! Il vaticano ormai parla di alta finanza e investimenti senza pudore, lo Ior è una potentissima banca e come tutte le grosse banche, non puoi aspettarti redenzione o come diceva Conte buon senso. Qui l’ipocrisia è la culla delle “magnificenze”. E Francesco è il Magnifico!

  2. @ T.Spinello :
    Lei è arrivato a logiche e corrette conclusioni , dopo averci girato intorno .
    Ha fatto CENTRO . . . ma la R.Faletti non ha l’ardire di andare a segno .
    I poteri forti sono contenuti nelle logge massoniche , ed hanno in mano le istituzioni tutte.
    Col ricatto ottengono ciò che vogliono , e pensano solo ai loro sporchi interessi .
    Certo ci vorrebbe una Rivoluzione , ma nessuno è disposto a portarla avanti . . .

    La rivoluzione è un movimento veloce e violento che porta al cambiamento .
    L’evoluzione invece è processo lento e graduale non violento .
    Solo una Re-voluzione potrebbe risolvere il tutto . . ecco il CoVid19 !
    Dovremo solo dare “Tempo – al- Tempo” .

  3. Disse Robert Kennedy, nel 1968:

    “Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni.

    Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo (PIL).

    Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.

    Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.

    Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia, la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere. Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.

    La decrescita non é quello che dice la sig.ra Faletti. Da Malthus a Illic fino ai giorni nostri con LaTouche, in molti, tra i maggiori intellettuali, hanno parlato di un progetto complesso, culturale prima ancora che economico. Non lo si può liquidare in questo modo…non mi sembra metodologicamente accettabile.

  4. Tonino Spinello

    Ben detto Antonio Ruta, però se leggi sopra le righe, la Faletti ha fatto intendere queste cose, solo che è stata un po’ carina, tutto qui. Leggete sempre sopra le righe anche quando parlano i politici e vi accorgerete di tante cose.

  5. Tonino Spinello

    Terrorista,
    Anche se nella magistratura, forza dell’ordine, interpool ecc… ci fossero uomini coraggiosi ad andare fino in fondo, ad un certo punto non possono più per le leggi che si sono fatte. Devi dimostrare, portare prove, poi ci sono quelli non ammissibili ecc… Loro hanno a seguito il fior fiore degli avvocati che magari sono quelli che a suo tempo hanno redatto le loro leggi. Poi un sig. Conte li porta in Parlamento e il Senato approva. Ma nonostante tutto se si arriva ad incastrare qualcuno di questi, non succederà niente perchè quello diventerà il capo espriatorio e quindi il sacrificabile. Trattasi anche di un presidente, non importa! Quello finisce ai domiciliari , dopo qualche settimana esce e attende per 10-15 anni un processo che probabilmente non accadrà mai. Intanto loro continueranno come se nulla fosse accaduto, anzi forse meglio perchè ormai il cattivo lo hanno preso e i riflettori sono spenti. Quindi il problemaè sta nelle raadici, la normale giustizia è impotente e non potrà mai toglierle e allora come intende Lei, ci viole Rambo. ma questo è solo nei film!

  6. @antonio ruta
    “…solidità dei valori familiari, intelligenza del vostro dibattere..”. Bel discorso, indubbiamente, carico di pathos e coinvolgente, ma poco pertinente al pil e un po’ scontato. Il pil non ha la pretesa di misurare altro se non quello che intende misurare, cioè il valore complessivo della produzione di un paese, la crescita materiale. La misurazione dei beni “immateriali” citati da Bob Kennedy, ossia “tutto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta”, richiederebbe strumenti tarati secondo visioni diverse della vita e dei valori fondamentali. Un esempio: solidità dei valori familiari. Cosa si intende oggi per famiglia? Quella tradizionale, del Vangelo, con un padre una madre e dei figli, o la famiglia arcobaleno? Già questo sarebbe motivo di un parapiglia infinito. Dunque siamo in pieno relativismo. Lasciando stare la sfera dei valori, chi può affermare che la crescita economica non abbia sollevato dalla povertà, consentito a un numero sempre maggiore di persone di migliorare il proprio livello di vita, andare in vacanza, comperare un’auto, mantenere i figli decorosamente, acculturarsi? E aggiungiamo i vantaggi conseguenti alla globalizzazione che ha ridotto considerevolmente la povertà nel mondo, abbattendo barriere anche psicologiche e culturali e aprendo confini al passaggio di uomini e merci. Perché dove passano le merci non passano gli eserciti. Come stavano i nostri nonni? E i nostri bisnonni? Non stavano forse peggio di noi? Il luogo comune che si stava meglio quando si stava peggio è da sfatare. E’ falso. E riguardo agli aspetti politici, che non sono poca cosa, Fidel Castro parlava di “pil-pro capite morale”, tanto cosa fosse morale o immorale era lui solo a stabilirlo. Così come il prezzo della povertà che erano i cubani a pagare. Allora, di cosa parliamo?

  7. Cara Faletti,
    le foto accostate in testa all’articolo sottolineano quanto sia condizionante nutrire sentimenti opposti alla simpatia nei riguardi di bersagli accomunati, a Suo dire, da un debole per la decrescita. E dispiace che l’obiettività della Sua analisi ne risulti compromessa. Anche perché in altre occasioni e per altri argomenti, libera da condizionamenti, ha prodotto opinioni ben più apprezzabili; nei limiti del mio parere e nel rispetto del Suo pensiero.
    Il punto delle Sue considerazioni è il capitalismo, avversato dai propugnatori della decrescita, cioè dagli oppositori del PIL e del mercato, nemici dichiarati del capitalismo: il “comico-pagliaccio” Grillo e il “populista” Francesco.
    Credo che, al di là del proprio sentire e pensare, gli epiteti/appellativi stonino un po’ in un articolo di opinione.
    Grillo, per il quale non ho mai speso parole di encomio, è il co-fondatore del partito di maggioranza relativa, suffragato da una larga fetta di Italiani nelle ultime elezioni politiche.
    E’, a suo modo, un leader, con le sue idee, più o meno rispettabili. Ha fondato il suo successo politico su di un blog/movimento che gli ha fruttato un bel po’ di capitale e che è sfociato in una piattaforma creata da quel Gianroberto Casaleggio che ha lucrato di altrettanto bel capitale, ereditato dal figlio.
    La piattaforma Rousseau, in capo a una società privata, è un’espressione di capitalismo che concede al movimento cinque stelle, con i limiti posti dal virtuale, la possibilità di un grande circolo politico dove i simpatizzanti possono dibattere, pur con non pochi condizionamenti; a dispetto dei partiti tradizionali che non dispongono più di circoli e dove le segreterie nazionali rastrellano umori e rumori da basi sempre più lontane dalla mente e dal cuore.
    Cara Faletti, non riesco a immaginare l’epiteto che avrebbe potuto affibbiare a un tale Bossi Umberto, fondatore e leader di un partito secessionista, ora vagamente nazionalista, che versava da un’ampolla le sacre acque del Po sui prati della Padania e sui Padani, grazie al mandato di elettori italiani e ai fondi di uno Stato contro il quale era disposto a schierare un fantomatico esercito padano e della cui bandiera invitava a fare inappropriato uso igienico; dello stesso Stato nel cui Governo di centro destra, che prometteva un nuovo miracolo italiano, fu Ministro per le riforme.
    In quanto a Papa Francesco, credo faccia il suo mestiere di pastore del popolo dei credenti. Li invita a rispettare la dignità dell’uomo e il creato. Se populista vuol dire ammaestrare il popolo affidatogli e indicare la strada secondo il magistero della Chiesa, lo è, indubbiamente.
    “Il capitalismo non è intelligente, non è bello, non è giusto, non è virtuoso e non produce i beni necessari. In breve non ci piace e stiamo cominciando a disprezzarlo. Ma quando ci chiediamo cosa mettere al suo posto, restiamo estremamente perplessi”. Sono parole di John Maynard Keynes. Mentre Papa Leone XIII sosteneva schiettamente che “ il capitale non esiste senza il lavoro, né il lavoro senza il capitale”.
    Io, avventatamente e in sintesi, penso che il problema consista nel sacrificare la logica del vivere al culto del capitale e della finanza; cioè, sfruttare l’uomo per valorizzare il capitale anziché il contrario.
    Una logica al rovescio, il dominio di pochi sulle masse.
    E’ l’errore concettuale, diventato una malsana filosofia, a rendere inviso il capitalismo ai più.
    Condannare la ricchezza senza equità in quanto causa di nuove povertà non è l’accanimento di Papa Francesco contro i ricchi, in “Fratelli tutti”, ma il sentire di chi riconosce il primato del valore umano su quello finanziario.
    Che “i poveri li avete sempre con voi” esprima la certezza di un’eredità divina ammonitrice o l’ineluttabilità di una cinica costrizione umana non saprei ma non leggo nelle parole di Cristo un invito alla rassegnazione, semmai un’esortazione a ridurne la quantità.
    E il capitalismo può persino apparire come una benedizione, se dà valore all’uomo e non solo alle casseforti di qualcuno.

  8. @Leprenellaluna
    Quello che Lei definisce “un debole per la decrescita” nasce, in Papa Francesco, dall’ossessione della ricchezza, che quasi mai è assente nei suoi discorsi e viene rappresentata come il peggiore dei mali. Recentemente però, deve essersi ricreduto quando ha detto: “Non ho niente contro la finanza buona”. Dunque un distinguo. Se Lei ha letto quello che ho scritto, non può bypassare sulla distinzione che ho fatto tra capitalismo di matrice protestante, cioè responsabile, e capitalismo di relazione. Il primo buono, il secondo cattivo. E per dirla con Leone XIII, è evidente che il capitale non esisterebbe se non esistessero le persone che contribuiscono con il loro lavoro a costruirlo. Il profitto è il risultato di un lavoro congiunto di cui tutti sono responsabili e in cui ciascuna delle due parti è indispensabile all’altra. Quanto a Grillo, definirlo pagliaccio con riferimento alla decrescita è eufemistico: invocare la decrescita quando si è piuttosto in denaro è un affronto e una ridicolaggine. Per non parlare delle giravolte, delle capriole, dei vaneggiamenti, delle apparizioni fugaci e delle lunghe assenze che hanno caratterizzato la sua “attività” impossibile da classificare con serietà. Che poi sia il fondatore di un movimento che ha la maggioranza in Parlamento non è una nota di merito, anche Hitler (benché il paragone sia sproporzionato) fondò il partito nazionalsocialista e non mi pare che abbia fatto del bene alla Germania e al mondo. Oltretutto, la maggioranza in parlamento corrisponde al 10 per cento circa nel paese. Un successone, non c’è dubbio. E confrontiamo, visto che sono sensibile ai condizionamenti (di Bonomi?) i dati del pil a fine governo Gentiloni, 1,6 per cento, e a fine governo gialloverde: -0,2. L’agenda economica era in mano a Di Maio, un grillino, se non sbaglio. E arriviamo all’Umbero Bossi e alla sua Lega nord. Il consenso è consenso, se vale per Grillo non vedo perché non debba valere per Bossi. E comunque la Lega ancora c’è, è al 24 per cento. Non possiamo garantire una altrettanto lunga vita al M5s, in via di sbriciolamento, a meno che il miracolo che l’ha portato al governo non si ripeta, salvandone una parte. I prati della Padania, i padani e la sacra acqua del Po, il fantomatico esercito padano e la minaccia allo stato. E che dire delle scie chimiche, dell’urina di gatto che cura il cancro e i vaccini che causano l’autismo? E ancora: Il fantomatico esercito, proprio perché fantomatico, non è stato una minaccia alla democrazia che Grillo manderebbe volentieri in pensione sostituendo il Parlamento, il luogo della democrazia per eccellenza, con la democrazia diretta: un click sulla piattaforma eterodiretta. In ultimo, noto che tutti sono diventati degli esperti di Keynes e molti lo citano a sproposito. Keynes non era un teorico della spesa facile e riteneva che fare deficit dovesse servire per investimenti capaci di riassorbire la disoccupazione e migliorare le condizioni del paese e la sua produttività, quindi stimolare la ripresa economica. Qualcosa in comune con Bonomi? Direi di sì, almeno per quanto concerne evitare di fare deficit per le spese correnti e avviare investimenti utili al paese.

  9. Cara Faletti,
    il disincanto ha abbattuto, nel mio immaginario, i confini tra il capitalismo che si benedice da sé e quello benedetto dal potere, liberando spazi al solo capitalismo che oggi ha campo aperto: quello finanziario, incarnato da grandi imprese e potenti famiglie che hanno fondato le loro fortune su relazioni e consorterie, con o senza il beneplacito del potere politico ma con il costante assenso del potere economico. La differenza la fanno gli imprenditori illuminati non le forme capitalistiche. I Del Vecchio, i Barilla, i Ferrero, i Della Valle, i Cucinelli, per fare qualche esempio, sono profondamente diversi dagli Agnelli, dai Colaninno, dai Tronchetti Provera. Quest’ultimo e altri affermati imprenditori, grazie alla rete di relazioni, stanno dietro al salto di qualità che ha catapultato Bonomi da Assolombarda a quella Confindustria cui vuol restituire lo status di “quinto potere dello Stato”.
    Facendo la voce grossa, sin dall’esordio al vertice della confederazione industriale, intende pretendere, e non più chiedere, dal Governo quel che contesta ai meno abbienti: i sostegni all’industria, nel suo glossario, si denominano finanziamenti, mentre quelli a chi non ce la fa costose regalie. In altre parole, un capitalismo orgogliosamente bieco, se non d’assalto.
    Lascio definire a Lei, Faletti, se protestante o di relazione.
    Non ho mai condiviso le idee di Grillo ma non ritengo sia meritevole di un epiteto che è una gratuita declinazione della sua professione principale; il fatto di essere, pur da leader, fuori dalle aule parlamentari gli consente di godere di una certa libertà. Diversamente da un Bossi che sputava e mangiava, senza particolare ritegno e in spregio al suo alto Ufficio, nello stesso piatto.
    In quanto al PIL, lo ritengo un indicatore, non so fino a che punto attendibile, che misura la crescita ma non la sua qualità, e questo è il suo grosso limite, così come azzardato è sbandierarlo quale strumento di precisione. Se poi Bonomi ha intenzione di brandirlo, come altri prima di lui, per gli interessi di Confindustria, di certo non fa emergere quello spirito innovativo preconizzato nei suoi riguardi.
    Non mi intendo di economia, Faletti, ma ho citato le parole di Keynes per averle ritenute calzanti al detestabile quanto necessario capitalismo.
    Meno calzante è la supposta comunanza del grande economista con un presidente appena insediatosi che, per quanto goda della Sua simpatia, non ha ancora superato la prova dei fatti.

  10. Tonino Spinello

    Ecco dove sta il problema, come detto nel mio commento, Grillo, Papa, Pil, è un motivo di dibattito giornalistico e televisivo. Ci si confronta e si discute all’infinito, ognuno con le proprie convinzioni per un qualcosa che alla fine non è il problema fondamentale. Oltretutto con dati spesso non veritieri! Come spesso mi capita affermare, “guardiamo l’albero e non la foresta”, e inconsapevolmente facciamo il loro gioco. Percepisco che a volte posso sembrare un po’ rozzo e insolente, ma vi assicuro che siete incappati nel tranello che ci tendono tutti i giorni, discutere e litigare per il Pil (o un politico) che serve per aggiustarsi i conti e rendicontare alla UE.
    Mi sarebbe piaciuto di più un confronto sul debito!

  11. @leprenellaluna
    Anche a Obama è stato conferito il Nobel per la Pace prima che desse prova di meritarselo. Il problema di fondo sta sempre nella polarizzazione e nella faziosità.

  12. @Tonino Spinello
    Il debito pubblico è alto e aumenta con l’aumento della spesa corrente ( prestazioni sociali, pensioni, sussidi di disoccupazione e altre forme di assistenza) che rispetto alla media europea è maggiore, a fronte della diminuzione della produzione industriale e della flessione della domanda interna dovuta alla paura del futuro dei cittadini che non spendono per la crescente sfiducia nello stato che giudicano incapace di gestione. Così aumentano il risparmio e la propensione a tenere il denaro nel conto corrente. C’è poi una fetta di italiani che affida al private banking il proprio portafoglio di risparmi. Da calcoli recenti, 850 miliardi di euro. In una situazione diversa, cioè di fiducia e ottimismo, una parte di italiani contribuirebbe volentieri a finanziare le infrastrutture di cui c’è un bisogno spaventoso. Quello che blocca ogni iniziativa è principalmente l’invasività dello stato (alta tassazione dovuta però all’alto tasso di evasione) la mancanza di politiche attive del lavoro, l’incapacità di investire in crescita e sviluppo e, in aggiunta, il timore serpeggiante di un ulteriore aumento delle imposte, prima o poi inevitabile se non ci sarà crescita. Il debito pubblico è anche legato al venir meno di investimenti stranieri dovuto alla lentezza della giustizia e all’inefficienza della burocrazia. Uno stato che difende l’impresa e l’occupazione, una Pubblica amministrazione che funziona, una giustizia veloce sono premesse indispensabili alla crescita e allo sviluppo. Se il prodotto interno lordo aumenta, se la spesa corrente diminuisce anche il debito diminuisce

  13. Volevo sottolineare ciò che ha spiegato la signora Faletti: Il debito pubblico è anche legato al venir meno di investimenti stranieri dovuto alla lentezza della giustizia e all’inefficienza della burocrazia. Uno stato che difende l’impresa e l’occupazione, una Pubblica amministrazione che funziona, una giustizia veloce sono premesse indispensabili alla crescita e allo sviluppo. Se il prodotto interno lordo aumenta, se la spesa corrente diminuisce anche il debito diminuisce. Se il m5s avesse compreso o riuscisse a comprendere la metà di quello che ha spiegato l’articolista, avrei più fiducia in questo governo, ma purtroppo non è così.

  14. Tonino Spinello

    Sono d’accordo per quanto detto, tutti gli analisti, giornalisti, tecnici, politici, economisti, dicono più o meno queste cose, magari con premesse più complicate da comprendere e in linea di massima è quello che farebbero tutti ma che non fanno o non mettono in funzione. La cosa che mi preoccupa invece è quello che non si dice e si nasconde!

  15. Il PIL.
    Un misuratore infernale che per alcuni è un mantra. 3 lettere che dicono tutto e nulla.
    Mi vorrei soffermare sulla ricchezza “ossessione” di Papa Francesco.
    “Egregia”,
    c’è ricchezza e ricchezza. C’è quella distribuita piramidalmente, c’è quella accumulata per gestire potere.
    C’è industria ed industria. C’è quella che crea lavoro e benessere, che reinveste in innovazione, e c’è quella creativa, alla Tronchetti Provera che assume il controllo di Telecom (con quali soldi?) già spolpata dai suoi predecessori. Lui, da gran capitano d’industria, vende tutti gli immobili (indovini a chi) e poi li vede in affitto alla stessa Telecom, investimenti pari a ZERO e una rete fatiscente. In compenso tanti soldi nei paradisi fiscali e tanta speculazione finanziaria.
    Sono portato a credere chi il Buon Papa Francesco si riferisca, e condanni, questa ricchezza. Una ricchezza che dove passa desertifica, lascia solo miseria e regresso.
    Il PIL è la conseguenza della capacità industriale di produrre beni di qualità ed innovativi, dove la ricerca non viene considerata un costo, ma un assett indispensabile e dove gli utili vengono in parte reinvestiti dove sono stati prodotti e non spostati totalmente in investimenti finanziari.
    Voglio concludere con un esempio, i nostri nonni quando finivano la mititura del frumento, conservavano i chicchi migliori per la prossima semina, mai avrebbero venduto o consumato l’intero raccolto.

  16. E’ divertente leggere affermazioni d Enzo che, da una parte crede che il PIL sia una bestemmia o qualcosa di “ingiusto”, relaziona di operazioni finanziarie ad opera di pseudocapitalisti e poi magari alle urne vota a destra, oppure considerato che non comprende queste “infernali” dinamiche che fà? magari si affida a movimenti di gente che gli racconta che sono tutti ladri e loro sono i più onesti di tutti, illudendosi di porter cambiare il mondo e poi? succede che il mondo e la realtà cambia loro e “loro” sono costretti a fare dietrofront su tutto. La realtà è più forte del populismo ma il populismo ha fatto e farà tantissimi danni che pagheremo, non noi, ma i nostri figli. Enzo, sarà difficile che lei mi comprenda, ma non è importante, perchè le cose andranno come è giusto che sia e comunque sia le accetteremo.

  17. Egregio Pupetta,
    riesce a volare un po’ più in alto?
    Critichi il mio commento se ne ha le capacità.
    In caso contrario il suo commento entra nel discorso come il cavolo a merenda.
    Come fa ad etichettarmi se non mi conosce?
    Che senso ha?
    Il mio pensiero vale o non vale in base alle mie intenzioni di voto?
    Non offenda la sua intelligenza e quella altrui.

  18. Egregio Pupetta,
    provi a volare più basso, eviterà le vertigini.
    Il suo commento equivale ai cavoli a merenda. Non c’azzecca proprio.
    Non mi conosce, non conosce le mie intenzioni di voto. Invece di criticare il mio commento preferisce etichettarmi.
    Forse le opinioni sono buone solo se hanno l’etichetta a Lei gradita?
    Non faccia torto alla sua intelligenza, entri nel merito su può.

  19. Non se ne può più..

    @ enzo:
    “puppetta” e di genere femminile ed ha i denti avvelenati dalla vita…
    Deve mordere qualcuno per scaricare la rabbia repressa…meglio se grillini.
    Ha una cotta per Renzi.. ed è ancora più depressa visto l’escalation inversa del suo pupillo..
    Se non da la sua opinione esplode di rabbia… e va di pari passo con la opinionista di questo pseudo articolo .
    Ci faccia caso , vedra che vanno a braccetto . . .
    Solitamente gli “asini si accarezzano tra loro”..
    Tirano giù quintali di lettere e di opinioni sulla tastiera per scaricare tutte le loro delusioni politiche . .
    Quando il loro pupillo diventerà segretario alla NATO . . forse rientreranno nei ranghi .

  20. Enzo, credo abbia ragione terrorista sul mio conto, spesso mi trovo a fare commenti e ci infilo in mezzo sempre i populisti. Terrorista/cittadino comprende bene e reagisce ad ogni mio commento perchè non accetta l’idea del danno fatto all’Italia da queste persone, persone che si credono pure ma non si rendono conto di essere il danno maggiore che l’Italia subisce e subirà. Per quanto riguarda Renzi, non credo sia tutto sto’ male, d’altronde è stato come tanti altri “protagonisti” della politica italiana (chi più chi meno) ma terrorista ha rimosso. Qualcuno li avrà pur votati: Craxi, e vecchi DC, Berlusconi, le vecchia lega e il vecchi alleanza nazionale, comunisti di tutte le specie ed anche Renzi (arrivando addirittura al oltre il 40% nelle celebri europee) ed oggi tutti li odiano e vogliono il nuovo affidandosi ai “trombati o non candidati” del passato sotto nuove vesti di super onesti spiegandoci che la loro onestà poteva ovviare alla loro incapacità, ma non è stato così, e chi voleva lo poteva capire bene, oggi in tanti lo hanno scoperto (no terrorista, quello no) ed andranno all’estinzione. Enzo mi dispiace ma sono andato fuori tema ma avevo voglia di dire quello che ho scritto, rispettosamente.

  21. @ Rita Faletti & soci :
    Perchè non ci parlate della “ESTORSIONE” dei poteri forti europei che ci ritardano il 10 % dei fondi europei per obbligarci ai fondi MES .
    I”muratori” del globo sono protesi a ricattare i debitori , per accaparrarsi delle Economie delle regione migliori .
    Il covid19 fara saltare gli accordi fra gli stati , riesumando tensioni sopite e celate .

  22. @ puppetta :
    Non ho rimosso Nulla , e sono Cosciente di CHI ha fatto i DANNI all’Italia ed agli italiani .
    Tutto inizio ancor prima dello sbarco dei 1.000 , e la breccia di Porta Pia ha dato il “la” ai poteri forti (muratori . .).
    Renzi è il “muratore” che ha spinto a piè fermo per il MES da sempre , come tanti altri suoi “compagni” di merende (del passato) .
    Stanno cercando di fare il “lavoro sporco” dei TRUFFATORI”edili”.
    Le ricordo che è più facili essere “aquiloni” che volare alto da aquile .
    Altro e lo strisciare da anellidi . . .

  23. Caro terrorista, ma dal 1860 ad oggi non ti sei rassegnato, ma hai pensato di emigrare? Magari in un bel paese senza poteri forti che solo tu conosci così bene, un paese senza muratori ed imbianchini. Ogni volta che la leggo cerco di comprenderci qualcosa, è una mia fissazione, ma non se ne esce, fa affermazioni stranissime, mescola aquile ed aquiloni, ma non ci fa comprendere nulla. Forse qualcuno collegato alle sue frequenze ci sarà, ma in molti no, magari spiegasse chiaramente senza fare copia ed incolla da improbabili testi.

  24. Caro AG, non mi piace chiamarti t…..sta.
    Ma veramente credi che il mondo sia diventato quello che è adesso?
    Non credi che sia cambiata la percezione?
    I monovali, i muratori, i mastri, i capimastri, gli ingegneri, gli appaltatori e i committenti esistono da millenni.
    I committenti.
    Chissà chi erano e chissà chi sono oggi i committenti.
    Esistono due tipi di committenti quelli alla base che delegano e vanno a mendicare i propri diritti, e quelli al vertice che sfruttano tutta la filiera.
    Così è stato e così sarà, malgrado le “ossessioni” del Pontefice.
    Dimenticavo
    “Al cuore Ramon, al cuore…..” diceva Clint Eastwood nel film di Sergio Leone, ma come ben sai era un imbroglio.

  25. @ R.Faletti ;
    @ puppetta & compagni :

    Come potete vedere , il muratore Renzi adirato per la scelta di Conte sul MES , spara ad alzo zero e forse passera ai ricatti .
    Se i “muratori” internazionali dettano suggerimenti bisogna spingere per attuare tutto quanto suggerito . . . altrimenti passano al ricatto sui recovery fund (solo il 10% a giugno 2021) .
    E guarda caso tanti onorevoli della sinistra , spingono sul MES . . . tanto saranno gli italiani a pagare .
    I poteri forti europei fanno leva sui nostri debiti per ricattarci , ed ottenere quanto più ricavo possibile dalla stretta pandemica .
    Comportamento da strozzini ! !

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