Cerca
Close this search box.

Basta Sussidistan..…l’opinione di Rita Faletti

Tempo di lettura: 4 minuti

 

Il successo non è eterno. Non lo è mai stato. Winston Churchill sconfisse la Germania di Hitler e perse le elezioni. Questo fa capire quanto sia complicato stabilire le cause del successo, cosa ci sia dietro, cosa faccia scattare quella molla per cui un paese, ad un certo punto, elegge a proprio idolo e rappresentante  un personaggio fuori della macchina politica. La storia recente esclude che accada per motivi connessi ad iniziative che hanno migliorato le condizioni di vita del popolo. Questo perché la ricerca del nuovo è diventata un’ossessione e  il cinismo dell’elettorato pretende tutto e subito, quando invece i miglioramenti veri e duraturi non avvengono di colpo ma sono il frutto di politiche intelligenti e lungimiranti. La spiegazione più verosimile del successo poggia su elementi irrazionali e, principalmente, sulla sintonia che si stabilisce tra il leader e il popolo. Che si chiami carisma o venga definito con altro nome poco importa. In ogni caso ha a che fare con due elementi: il populismo e il complottismo che spesso agiscono di concerto e di cui il grillismo è una espressione icastica.  Populisti sono stati Berlusconi e Renzi  senza essere complottisti,  populista e complottista è Grillo con il suo movimento.  Berlusconi e Renzi senza alcun intento eversivo, Grillo con un’alta percentuale di eversività che affiora in situazioni inaspettate. Invitato dal presidente del Parlamento europeo Sassoli  a intervenire in video conferenza,  il comico ha dichiarato che non crede nel Parlamento, come dire che non crede nella democrazia essendo il Parlamento il luogo fondamentale della democrazia. Bel colpo! Non tanto di Grillo che è uno strampalato e se ne infischia del peso delle parole, quanto di Sassoli che gli ha tirato, inconsapevolmente, un siluro micidiale nella schiena che è finito per riflesso nella schiena della sua creatura. Sassoli ha mostrato ai parlamentari europei di cosa è fatto un pezzo  numericamente non irrilevante del Governo. Quindi, pazientate europei, questa è la zavorra che ci impedisce di andare veloci, seguire la rotta che ci avete indicato per liberarci di tutti gli ostacoli che boicottano la crescita. Questo è un saggio delle stupidaggini che ci tocca sopportare perché il governo debole e smagato che abbiamo e di cui non possiamo fare a meno non crolli. Pazientate europei e vedrete che per dicembre (!), come ha promesso Zingaretti, approveremo il Mes- “dire no al Mes sarebbe un danno per il paese” ha quasi urlato Bonomi. Eppure eravamo stati messi in guardia contro la pochezza e la pericolosità di un gruppo di sconsiderati. Sapete, alla fine si è trattato di un processo di mediatizzazione: non c’è stato talk show al quale non abbia partecipato almeno un pentastellato, Taverna, Lezzi, Toninelli, o Di Maio, vi ricordate? Quello dei gilet gialli, che però si è ricreduto e per amor di poltrona e di stipendio ha appoggiato la candidatura di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione. Fate un ultimo sforzo, europei, cercate di portare pazienza e vedrete che con Bonomi alla Confindustria,  quella porcheria del reddito di cittadinanza di cui avete chiesto la riforma, verrà mantenuta solo per la parte che riguarda la povertà. “Basta Sussidistan” ha detto il presidente tra gli applausi del folto pubblico di industriali. Applausi anche da Casellati, Bellanova  e Zingaretti. “Serve riformare la giustizia civile”, ha aggiunto Bonomi.  Vedrete che quel Fofò che sta alla Giustizia si darà da fare per abbreviare i tempi della giustizia civile.  “Serve una burocrazia efficiente” : riusciremo anche a rendere la Pubblica amministrazione più efficiente. L’agenda di governo cambierà e cominceremo a fare quello che serve al paese e che voi vi aspettate altrimenti non vedremo un euro del Recovery fund. Per fortuna che ci sono le vostre condizioni stringenti, pochi progetti credibili e il più possibile definiti nei modi nei tempi e nei costi, o tutti quei soldi evaporeranno per inefficienza e corruzione. Ma sarà una strada in salita, irta di insidie: i paesi frugali intendono ridurre la quota a fondo perduto e Polonia e Ungheria li appoggiano. Lo sapete, Bonomi ha detto che “servono coraggio e scelte controvento”.  Zingaretti vuole la transizione e molti italiani la vogliono: maggiore produttività, maggior interesse al lavoro che cambia, maggiore attenzione alla concorrenza, meno giustizialismo e più giustizia, meno improvvisazione e più competenza.  Aggiungo meno grillini e più piddini. Conte si prenda i meriti della gestione della pandemia e si accontenti di essere stato una meteora nel cielo del successo. Lasci le decisioni importanti a chi ne capisce di più. “No presidente, se lei fallirà, non va a casa solo lei, andiamo a casa tutti”. E’ suonata come un’ultimatum la frase di Bonomi.

Riproduzione Riservata

434382
© Riproduzione riservata

I commenti pubblicati dai lettori su www.radiortm.it riflettono esclusivamente le opinioni dei singoli autori e non rappresentano in alcun modo la posizione della redazione. La redazione di radiortm.it non si assume alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti e fornirà, eventualmente, ogni dato in suo possesso all’autorità giudiziaria che ne farà ufficialmente richiesta.

16 commenti su “Basta Sussidistan..…l’opinione di Rita Faletti”

  1. Partendo da Churchill, frase celebre: “L’Italia è un popolo di straccioni che vuole vivere da signori”. Oggi direbbe: “Un popolo di imbroglioni che non vuole lavorare”! Per questo abbiamo il reddito di cittadinanza! Perché non “dobbiamo” lavorare!
    Bel discorso Sig.ra Faletti, condivido appieno e penso rispecchia il parere di tanti Italiani, quelli propositivi. Però Lei parla come se avessimo un governo e che viviamo in democrazia. Non abbiamo ne l’uno e ne l’altro! Abbiamo solo parlamentari che fanno politica in Tv e viviamo in pieno regime. Tutto ci cala dall’alto e tutto subiamo passivamente! Per non parlare del Presidente della Repubblica! A proposito, è ancora vivo? Sacrosanto tutto quello che ha detto e non sto qui a rimarcarlo però una domando che mi faccio da tempo è: “Cosa posso fare io per cambiare qualcosa?” la risposta è, poco o niente, troppo impotente per sfaldare qualche tentacolo a questo sistema. Si, una mia piccola e personale ribellione la faccio, ma è come una goccia nell’oceano. Il sistema è collaudato ( e negli anni aggiustato e corretto) in modo tale che nessuno può intaccare o scalfire tutta la burocrazia “artatamente costruita”. Le leggi li fanno loro! Chi potrebbe a questo punto intervenire per mettere ordine, sarebbero le forze di polizia, la magistratura o i militari se necessario. Anche i giornalisti se facessero il loro lavoro con onestà intellettuale! Ma questo non accade e non può accadere perché sono tutti al loro servizio, vengono utilizzati per difendere i loro interessi e non so quanto ignari, collusi o compromessi. In compenso però se fanno il loro dovere, gli mettono davanti una brillante carriera con un buono stipendio ( al di sopra della media) ed ecco che un ragazzo di 25 anni gia tenente si trova a comandare qualche stazione. A 30 anni è capitano e cosi via. Certo loro devono eseguire gli ordini e devono ubbidire senza se e senza ma, non devono preoccuparsi di altro senno si compromette la carriera. Quasi identica cosa con la magistratura. Chi potrebbe ancora fare qualcosa (a questo punto) sono gli studenti universitari, irretirli e convincerli che il futuro è loro e se non incominciano con le barricate come negli anni 60-70 sono fottuti. Devono finirla di fare i frocetti o i belli di mamma e papà, devono convincersi che il futuro se lo devono costruire loro perché il presente è compromesso, devono avere la consapevolezza che saranno gli uomini di domani e per questo possono e devono fare la differenza. Ovviamente andrebbero aiutati e qui il ruolo dei giornalisti sarebbe fondamentale. Il sistema teme l’inchiostro, più delle armi, ricordatelo!

  2. I 68ittini, quelli delle barricate, sono loro che hanno governato e fatto opinione negli ultimi 50 anni.

  3. Sono parzialmente d’accordo anche con il signor Spinello, naturalmete il fatto che non siamo in democrazia è una sciocchezza, mi consenta, lei può dire tutto: cose condivisibili e cose meno, arrivando anche a dire tante sciocchezze solo perchè in democrazia siamo. Ma nessun problema, ognuno parla nei limiti dell’intelletto che gli è stato concesso. Volevo evidenziare tuttavia, che, ha ragione sui ragazzi, ma occorre che i ragazzi comprendano il danno a loro fatto, e da quello che lei dice ho la sensazione che neppure lei lo abbia compreso. I giovani dobrebbero prenderci a calci in culo, non si offenda, consideri che tutte le politiche si stanno facendo sono politiche egoistiche solo per favorire il vecchiume e chi è zeppo di diritti senza minimamente pensare a loro, al futuro. Quando sento parlare di “diritti acquisiti”, mi viene il voltastomaco, quando leggo di quota cento utile solo a ingrassare tanta gente che sicuramente potrà usufruire della pensioni, che come premio cerca di fare andare prima questa gente in pensione ed il danno si fà pagare ai giovani che sicuramente non avranno la pensione, considerando il trend di decrescita, questo è il motivo perchè i giovani dovrebbero trattarci male.

  4. Il crollo del muro di Berlino ha segnato la fine della Guerra fredda e ha trascinato sotto le macerie il conflitto tra i due blocchi, ormai un nonsense. C’è ancora chi quel muro lo rimpiange per il valore simbolico che aveva, di confine tra due opposte visioni del mondo e di difesa dell’ideologia comunista contro il capitalismo occidentale. È stato un crollo devastante per il partito comunista più forte in Europa, il Pci, che ha cambiato pelle ma non la sostanza, incapace di chiudere definitivamente con il proprio passato e le sue lotte “contro”. Il M5s per alcuni veterocomunisti ha rappresentato la speranza di rispolverare alcuni temi, che le socialdemocrazie europee si sono lasciate alle spalle da tempo. Anni fa avere in tasca la tessera del Pci apriva tante porte, oggi c’è la tessera del reddito di cittadinanza. I tempi cambiano, al lavoro che era un valore è stato sostituito il sussidio: una discesa inarrestabile verso il declino economico e morale e la perdita di dignità. Il tutto con l’appoggio della stampa di sinistra, camuffata mimetizzata e ipocrita, pronta ad alzare il sopracciglio di fronte a chi ritiene antropologicamente inferiore. Provate a leggere a un tedesco certi articoli e siate veloci a tapparvi le orecchie.

  5. Sig. Pippo,

    Non volevo toccare i suoi sentimenti, non era mia intenzione! Si sono consapevole che magari non so coniugare qualche verbo, la sintassi è cosi cosi, e le do ragione anche dei miei limiti. Però le posso assicurare che conosco i miei limiti e credo che ogni uomo dovrebbe conoscere i suoi. I miei sono commenti, non è vangelo! Quanto alla democrazia, vorrei tanto crederci! La democrazia non è limitata solo alla più o meno libertà di pensiero va ben oltre, quella appunto che nessuno “vuole vedere”!

  6. @Pippo
    sarebbe opportuno chiarire che quota 100 ha mandato in pensione chi ha lavorato, o no? Mentre si è scoperto che molti di quelli che percepiscono il reddito di cittadinanza sono dei veri e propri fannulloni, mentre altri percettori, continuano a lavorare in nero. Allora che cosa è più dannoso per la società? Quota cento (non dimentichi i lavori usuranti) o il reddito a “poltronari” che si rifiutano di lavorare a salari inferiori rispetto a quanto il reddito garantisce loro, pesando sulle spalle di chi lavora e paga le tasse.

  7. Duilio, il punto non è questo. Non è il fatto che abbia mandato in pensione chi ha lavorato o no, il punto è la sostenibilità dell’operazione e chi dovrà pagare. Tanti pensionati sono anadati in pensione anzitempo, i famosi bebypensionati, la maggioranza di tutti i pensionati che da ventenni percepiscono pensioni ed hanno pagato pochissimi contributi, tutti questi attingono alla stessa cassa. Oggi chi lavora sono pochissime persone pagando oneri contributivi enormi, se fai andare prima le persone (che tra l’altro hanno già la certezza di andare in pensione) fai un danno a chi non avrà la pensione che non avrà neppure la possibilità di lavorare perchè le imprese non vorranno pagare i loro contributi che crescono a dismisura, quindi, in ultima analisi, si è fatto il danno a tutte le future generazioni che avranno più difficoltà a lavorare e non avranno neppure la pensione. Che tocchino i diritti acquisiti, i diritti di quelli con le pance piene che vivono di pensioni mai da loro pagate. Spero comprenda, ma eventualemte, la capisco.

  8. Per il reddito di cittadinanza sono perfettamente d’accordo Duilio, ma il ragionamento è lo stesso. Chi paga?

  9. Tonino Spinello, mi dispiace e mi scuso che si sia sentito offeso, ma spesso si sentono in giro affermazioni non corrette, il fatto di dire che non c’è democrazia ed insultare i propri governanti è proprio un paradosso (solo in democrazia questo si può fare), la stessa cosa di chi esce dalla pizzeria con la pancia piena ci racconta che stà morendo di fame. Ma non importa, pensi ciò che vuole.

  10. @Pippo
    Non era questo l’argomento! Ho commentato quota 100, non baby pensionati. Sono due cose diverse.. I baby pensionati risalgono ormai al paleolitico. I privilegiati sono sempre esistiti ma non hanno colpa. E’ la classe politica che ha concesso loro di beneficiarne, in cambio di voti immediati e sicuri.

  11. Sig. Pippo, non mi offendo per cosi poco! Il problema nasce quando si estrapolano le parole dietro un discorso, ed è qui che cambia la comunicazione. Lei dice che insulto i nostri governanti? Ma lei non si sente insultato da loro tutti i giorni? E dovrei pure sbavargli dietro?

  12. Il sussidistan, termine coniato con plateale incoerenza dal confindustriale Bonomi, suona sinistro perché ha in comune un suffisso che rimanda ai nomi di alcuni Paesi dell’Asia centrale, dove arretratezza e fondamentalismo blindano in eterno il processo di adeguamento ai meccanismi del mondo moderno, che non è il migliore dei mondi possibili ma che ha il merito di garantire, anche se per sommi capi e solo superficialmente, quella libertà che rende più dignitosa l’esistenza dell’uomo.
    Libertà intesa nel senso di scegliere che tipo di vita vivere, fuori da condizionamenti religiosi o sociali arcaici, immutabili e oscurantisti.
    Credo che, nella sostanza, il reddito di cittadinanza sia, anzitutto, un segno di civiltà. Che poi si traduca in commiserazione sociale o disincentivo alla vita attiva è un altro discorso, con il demerito di ottundere il significato stesso di civiltà e di impoverirlo.
    Infatti, civiltà e solidarietà dovrebbero andare di pari passo, perché se è vero che non c’è progresso senza giustizia sociale, non può esserci benessere senza solidarietà.
    Ovviamente, non la solidarietà ridotta a elemosina sociale e avversata da chi vive beatamente il privilegio di una pensione o di un lavoro, solo sulla carta riconosciuti e garantiti come diritti fondamentali da una Repubblica democratica come la nostra che, depositaria di un’impareggiabile Costituzione mai volontariamente applicata, è solo scandalo a se stessa.
    Perché una Repubblica fondata sulle rendite, spesso ingiustificatamente precoci e/o spropositate, non può che produrre ingiustizie, politicamente perpetrate da sempre e all’unisono da destra, centro e sinistra, capaci, all’occorrenza, di superare le ideologie per tendere a una discutibile, ma elettoralmente retributiva, logica del privilegio che – in un conflitto simulato, recitato sul proscenio della politica per infiammare una collettività allocca, rapace e sciocca al contempo – magicamente li divide e accomuna.
    Una collettività refrattaria alla solidarietà generazionale cos’è se non rapace? E se si duole solo a parole della sorte delle nuove generazioni cos’è se non sciocca, per non dire ipocrita?
    Gli anni del boom economico hanno visto fiorire immeritate rendite e subire impietosi prosciugamenti delle casse dello Stato.
    Se si lanciasse un appello a chi è disposto a sacrificare il due per mille di una lauta rendita o di uno spropositato vitalizio, riterreste possibile un’adesione positiva e copiosa?
    In un’intervista, introvabile, di qualche decina d’anni fa, al giornalista del Corriere della Sera che gli domandava se fosse favorevole alla solidarietà generazionale il Presidente emerito Ciampi lasciò intendere di no.
    L’ex Presidente dell’INPS Boeri, alla sussurrata iniziativa di una stretta alle pensioni d’oro si sentì piombare addosso da ogni dove gli strali di tutte le categorie coinvolte.
    L’articolo 1 della Legge 31 ottobre 1965, n. 1261 dispone, tra l’altro, che “l’indennità spettante ai membri del Parlamento …. è costituita da quote mensili che ….. non superino il dodicesimo del trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di cassazione ed equiparate”.
    E’ sotto gli occhi di tutti che i diritti acquisiti, costituzionalmente tutelati e intoccabili,
    pregiudicano pesantemente quei diritti non acquisibili da soggetti orfani, di fatto, di ogni pur minima tutela legislativa.
    In qualche commento si è parlato di pensioni baby, cioè di quelle storture tutte italiane introdotte nel 1973 e sopravvissute fino al 1995, che non ritengo fuori tema e che, a mio avviso, appartengono al retaggio di un sindacato, prevalentemente di sinistra, inventore di tutele extra lavorative e dimentico delle tutele del lavoro e dei diritti dei lavoratori. Perché se qualcosa è mancato, da lunghi decenni, ai programmi e ai progetti delle sinistre e dei sindacati di riferimento, è proprio il lavoro. Teorie, ipotesi e tesi a iosa ma niente di pratico o di applicabile.
    Con tutto il rispetto per chi ha svolto e svolge lavori usuranti, è lecito definire usurante anche un’occupazione precaria – quando c’è – che rende precario ogni progetto di vita? O lo stato di inoccupazione o disoccupazione che imprigiona le energie e l’entusiasmo di tanti giovani? O la frustrazione per un lavoro indefinito, snervante e sottopagato?
    Al di là dei colori dei Governi, delle qualità politiche e professionali di chi amministra la Cosa pubblica, delle capacità e competenze delle forze di maggioranza e d’opposizione, dei fondi nazionali e sovranazionali disponibili o di futura disponibilità, visto che la qualità della vita degli Italiani non è mai stata e continua a non essere seriamente considerata tra le priorità e gli obiettivi della classe dirigente e dell’establishment, anche per dare loro un esempio di passione civile, sarebbe utopistico immaginare una contribuzione volontaria dalle rendite privilegiate a vantaggio di politiche per il lavoro? Una solidarietà generazionale che incoraggi e dia speranza a chi, in età lavorativa, non può realizzare le sue aspirazioni professionali?
    E’ possibile che, da decenni, nonni e genitori con redditi considerevoli, generosi finanziatori di nipoti e figli consanguinei, siano degli insensibili egoisti al di fuori della cerchia familiare?
    Perché la mancata solidarietà generazionale è frutto di un egoismo accidioso, che distrugge anche il futuro di chi si sovvenziona affettuosamente tra le mura domestiche.
    Concludo con una sofferta constatazione; la povertà che ci affligge oggi esprime la sua evidenza nella sfera socio-economica ma è, colpevolmente, causa ed effetto di una sottesa e nociva povertà culturale.
    Lo so, è un altro discorso e, quel che è grave, nessun reddito potrà colmarla.

  13. Credo proprio che quota 100 sia la stessa cosa del fenomeno Baby Pensionati di alcuni anni fà. Va perfettamente nella stessa direzione Pippo, ma molti non comprendono. Tanta gente crede che facendo andare via tanta gente si creino posti di lavoro, ma purtroppo non è così, in 2 anni che queste persone sono andate in pensione non si sono creati nuovi posti di lavoro, anzi. Ha ragione per il fatto che aumenteranno i contributi e gli imprenditori che volessero assumere pagheranno ancora di più il costo del lavoro. Invece i costi di questa operazione sono stati molto ingenti, purtroppo e pagati dalle future generazioni.

  14. Assistenzialismo, inteso come reddito di cittadinanza, significa spesso dare soldi a lavoratori in nero, quando non sono dati a nullafacenti, delinquenti e approfittatori.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Articoli correlati

RTM per il cittadino

Hai qualcosa da segnalare? Invia una segnalazione in maniera completamente anonima alla redazione di RTM

UTENTI IN LINEA
Torna in alto