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Lo scongiurato sbarco a Pozzallo dei migranti

In questo difficile momento storico ove tutti noi, nessuno escluso, siamo impegnati in una lotta senza quartiere di difesa e attacco contro un terribile ed invisibile nemico comune, credo sia doveroso e indispensabile  pensare, agire, leggere, esaminare e raccontare con la massima onestà intellettuale fatti ed eventi legati alla realtà di questi giorni tremendi, fatta di sacrifici, fatiche fisiche, morali e psicologiche. Bandendo mistificazioni e infingimenti che appartengono ad un passato remoto e recente che dobbiamo decisamente lasciarci alle spalle.

Lo dobbiamo ai caduti colpiti dal Coronavirus e all’umanità sofferente.

Lo scongiurato sbarco a Pozzallo dei migranti (145) a bordo della unità navale Alan Kurdi, non è pagina da libro Cuore, da leggere ai ragazzi del villaggio. Ma importante pagina di cronaca nuda e cruda. Di verità drammaticamente vera. Di battaglia giornalistica a 360 gradi.

I fatti registrati da lunedì 6 aprile a mercoledì 8 quelli sono … e non possono essere altrimenti.

Lunedì 6 aprile. Gli ospiti del Cpsa – hotspot di Pozzallo sono poco più di 90. Martedì 7 aprile vengono rapidamente trasferiti.

Perché mai? Che succede? Vuoi vedere che?

Si, proprio così. Da Roma attraverso la Prefettura arriva l’ordine di liberare il Centro – hotspot per prepararsi ad accogliere il giorno dopo, mercoledì 8 aprile, 145 migranti a bordo della nave Alan Kurdi della Ong tedesca Sea Eye.

Possibile?  Con la pandemia in corso e nonostante decreti e ordinanze che impediscono  alle persone di spostarsi da una città all’altra?

Ma che storia è questa?

Autorizzare lo sbarco al porto di Pozzallo di 145 stranieri in fuga dai loro Paesi, da mettere in quarantena nei locali assolutamente inidonei del Centro, è pura follia. E sfida incosciente. E’ provocazione assurda contro il destino.

Il 23 febbraio scorso, grazie al cielo, è andata bene con i 246 migranti sbarcati dalla Ocean Viking e inopinatamente posti in quarantena nei locali dell’hotspot. Ma ripetere l’errore in questi giorni, mentre il virus galoppa in tutto il mondo, è da irresponsabili doc.

Queste le domande balenate nella mente della stragrande maggioranza dei cittadini pozzallesi. Domande. Pensieri. Rumori. Senza disturbare più di tanto.

Qualcuno si è spinto a qualche like sui Social. Nulla di più. Intanto dal Palazzo di Città il sindaco Roberto Ammatuna si adagia su posizioni possibiliste.

Si … a condizione che … comunque si.

Come prima. Come sempre. Nonostante la convenzione tra Comune e Prefettura e le clausole in essa contenute.  Si all’accoglienza tout court  … nonostante tutto.

Da una vita al Centro di Pozzallo si va avanti in clima di perenne emergenza. Comodo alibi per mettere da canto regole e regolamenti.

A questo punto chiedo fortissimamente venia ai lettori se sono costretto, mio malgrado, a parlare di me stesso. Lo faccio con fatica. Vi prego di credermi. Alla mia età … figuratevi quanto possano interessarmi le patacche. Che lascio volentieri ad altri. Chi mi conosce sa che è così. Per amore di verità non posso tacere. Assolutamente no.

A ben riflettere, lo faccio soprattutto per onorare il concetto di deontologia professionale.

Ho seguito passo passo su FB l’intera vicenda della Alan Kurdi, riportando i particolari dell’intrigo, raccontando tutti i passaggi consumati per portare a termine un progetto a forte rischio sanitario per il territorio e la provincia iblea, chiamando in causa le autorità tutte, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, il commissario del Libero Consorzio di Ragusa, Salvatore Battaglia, il presidente della Regione, Nello Musumeci, i parlamentari iblei, nazionali e regionali, i consiglieri comunali di Palazzo “La Pira”, le associazioni, i sindacati, i sodalizi della città marinara.

NON L’AVESSI FATTO, OGGI, SENZA DUBBIO ALCUNO, I 145 MIGRANTI DELLA ALAN KURDI SAREBBERO AL CENTRO-HOTSPOT DI POZZALLO.

In quarantena? Lasciamo perdere. La quarantena in quei locali è come voler riparare la pioggia con un ombrello vecchio e pieno di buchi.

Prima di affidare questo mio pezzo a Radiortm, che ringrazio per l’ospitalità, ho riflettuto a lungo.

Pensando però alle decine di telefonate ricevute da amici ed estimatori e alle centinaia di persone che hanno seguito, apprezzato e condiviso su FB il racconto puntuale fatto sulla vicenda della Alan Kurdi, mi sono deciso di rompere schemi formali che regolano la professione giornalistica per fare doverosamente luce su qualche narrazione di parte, autoreferenziale, incompleta, anzi inesatta, anzi, sotto certi aspetti, fantastica. Grazie per l’attenzione. Auguri di Buona Pasqua.

CE LA FAREMO

 

 

 

 

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2 commenti su “Lo scongiurato sbarco a Pozzallo dei migranti”

  1. Scusate come mai sono arrivati 50 clandestini tra cui uno ricoverato con sintomi di corona virus. Smettiamola di prendere per il culo la popolazione siete tutti degli irresponsabili. Ho notato che il tg su video regione da più notizie grazie alla professionalità del direttore Salvatore Cannata…

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