“Gli invalidi non devono nascondersi e gli imprenditori devono cambiare mentalità. Accade sempre più frequentemente che, dopo un infortunio, l’azienda licenzi il dipendente rimasto vittima dell’incidente sul lavoro. Ed è una circostanza che non regge perché l’azienda può comunque contare su disposizioni normative che la supportano oltre dover poi fare i conti con un procedimento giudiziario senza fine”. E’ l’appello lanciato questa mattina dal presidente regionale dell’Anmil Sicilia, Antonino Capozzo, e dal presidente territoriale dell’Anmil Ragusa, Maria Agnello, in occasione della conferenza stampa nel corso della quale è stata rimarcata la necessità di puntare i riflettori sul tema della sicurezza sul lavoro. “Sono 1.500 i nostri associati in tutta la provincia di Ragusa – ha detto Agnello – a fronte di una presenza complessiva di 2.800 invalidi sul lavoro. Una pesante responsabilità che ci ha spinto, come sede territoriale, ad attivare iniziative che puntino sempre di più alla diffusione della cultura della sicurezza e alla formazione professionale. Gli infortuni mortali si mantengono, ancora, per i giovani lavoratori soprattutto, su quote molto elevate, anche nella nostra provincia. I dati Inail, che diffonderemo in occasione della 68esima giornata in programma domenica 14 ottobre, mettono in rilievo come c’è ancora parecchio da fare. Sotto i 35 anni si registra un incremento degli infortuni del 2,2%, più che triplo rispetto a quello medio”. Per quanto riguarda gli incidenti mortali, in Sicilia si registra una preoccupante crescita nel numero di vittime del lavoro: dai 31 morti del 2016 ai 46 del 2017; anche in provincia di Ragusa vi è stato l’aumento di 2 unità (dai 2 morti del 2016 ai 4 morti del 2017). Il presidente Agnello ha invocato più controlli. “Soltanto così – ha aggiunto – è possibile verificare se c’è il rispetto delle normative vigenti che garantiscono e tutelano i lavoratori”. Agnello fa parte del gruppo donne dell’Anmil nazionale (sono cinque in tutta Italia) e, da questo ruolo privilegiato, riesce ad avere il polso della situazione su tutto il territorio della penisola. “La maggiore incidenza degli infortuni – ha aggiunto – nel settore agricolo ma anche quello sanitario non è da meno oltre all’edilizia. E poi ci scontriamo con il serio problema legato alle malattie professionali”. Il presidente regionale Capozzo, che rappresenta in Sicilia circa 35mila associati, ha sostenuto che l’obiettivo è quello di far sì che “attraverso una specifica sensibilizzazione si possa annullare questa falsa cultura della solidarietà verso gli invalidi sul lavoro e soprattutto che possano essere applicate le leggi sulle categorie protette. Ancora oggi, nonostante ci sia una specifica tutela, si possono contare sulle punta delle dita le assunzioni che utilizzano le norme vigenti da parte degli enti pubblici territoriali. Significa che c’è ancora parecchio da fare per quanto concerne la conoscenza da mettere in campo su determinate materie”. Sono state poi illustrate le iniziative locali di domenica. A livello territoriale, la sezione Anmil ha promosso il raduno dei partecipanti per le 9,30 in piazza Libertà a Ragusa, quindi il corteo sino all’altare monumento di viale del Fante, di fronte al palazzo della Provincia, dove, alle 10,30 si terrà una santa messa. Alle 11,30 è in programma la deposizione della corona d’alloro sempre presso l’altare monumento mentre a mezzogiorno è in programma la cerimonia civile nella sala ricevimenti Giardino Rosa, sempre a Ragusa. Alla cerimonia civile parteciperanno le autorità locali, i vertici regionali e territoriali dell’Anmil, l’assistente sociale Inail Francesca Mangiapane.
- 11 Ottobre 2024 -