
Quei disumani degli italiani vanno sensibilizzati alla tragedia dei morti in mare. Le politiche anti-immigrazione del governo vanno bloccate. Quel grossier del ministro dell’Interno va isolato. Don Ciottiha promosso una nuova battaglia e il suo simbolo è una maglietta rossa.E quale colore si addice di più a nobili fini? E perché non cogliere al balzo un’occasione di visibilità in un momento in cui le idee stanno a zero e l’ispirazione langue? Big o ex big della politica, del sindacato, del giornalismo, della cultura si accodano e si compattano per sconfiggere il male. Ricompare Letta, il francesizzato ex presidente del Consiglio che di tanto in tanto pontifica da Parigi.Si fa rivedere la Boldrini, per fortuna lontana dai riflettori da quando non riveste più il ruolo di presidente della Camera ai tempi in cui ci regalava le sue intelligenti teorie. In maglietta rossa perfinola dimessa Rosy Bindi, ex-presidente della commissione antimafia, scartoffie su scartoffie ammuffite su scaffali polverosi, tanti soldi e pochi risultati.Rossa, ma senza falce e martello, la maglia della Camusso, l’irriducibile nemica delle imprese.Non può mancare il pupillo delle sinistre, lo scrittoreSaviano, autoredi libri che alla camorra hanno fatto il solletico e che ora invita a mettere i nostri corpi sulle navidei migranti.E’ del gruppo il giornalista nonché viticultore Gad Lerner, entusiasta sostenitore delle primavere arabe che sappiamo che fine hanno fatto.Dove sono le magliette rosse del Pd? In primo piano quella del nuovo segretario, lo scialbo Maurizio Martina, insieme aOrfini e Zingaretti, la brutta copia del fratello attore,colui chevorrebbe rifondare ilpartito facendo strame della civiltà occidentale e della globalizzazione; così lo affosserà definitivamente. Lontano dalla pazza folla di buffoni in rosso c’èRenzi, che anche in questa occasioneha dimostrato di essere dieci spanne più su dei suoi “compagni” di partito, indossando camicia bianca e giacca scura all’assemblea nazionale del Pd. Ha ragione a non volersi confondere. Potevano mancare Legambiente, Arci, Anpi? Macché. Tutti schierati dalla stessa parte, quale? Quella in nome dei principi di umanità. L’associazione dei partigiani lo vada a raccontare ai famigliari di quelli che sono stati ammazzati dopo il ’45senza essere mai stati fascisti. Tutto scontato,purtroppo, come scontata la messinscena di alcuni insegnanti che durante gli esami di maturità non si sono lasciati scappare la possibilità di strumentalizzare la scuola pubblica a fini politici. Vecchia abitudine di certi docentiche invece di fornire gli strumenti necessari per la formazione di un pensiero critico autonomo, non hannofatto altro che offrirei loro servigi a una partepoliticasacrificando il principio di oggettività e plagiando intere generazioni di giovani menti influenzabili.Sono gli stessi docenti ai quali dobbiamo uno dei tristi primati del nostro paese: l’analfabetismo funzionale, che ci vede aiprimi posti in Europa. ritafaletti.blog
6 commenti su “Magliette rosse per lo show (down) della sinistra…….l’opinione di Rita Faletti”
Ho messo da parte le mie magliette rosse, userò le magliette di altro colore. Lo faccio perchè non ho voluto mai seguito la moda del momento.
La rinascita del Pd non sarà possibile con queste ” mezze tacche” che sotto sotto sgomitano per il potere.
L’unico in grado di far risorgere il partito è Carlo Calenda.
Complimenti dott.ssa Faletti condivido ogni punto e virgola del suo articolo
Sempre meglio delle camicie nere che governo e accoliti stanno tentando di far tornar di moda…
Mi sono fermato alle prime righe perché il senso di vomito aumentava.
In questi commenti ho notato magliette rosse, politici mezze tacche, camicie nere, e l’ultimo con il cardias beante. E niente di nuovo sotto il sole.