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Processo mediatico e diffamazione contro Don Mario Martorina. Riceviamo e pubblichiamo

Lo scrivente nella qualità di cittadino e di cattolico cristiano sente il dovere e la necessità di intervenire con la presente missiva contro le ingiurie, le menzogne, le offese, ampiamente diffuse dalla stampa e dai mezzi mediatici, instaurando un processo mediatico e diffamatorio contro il Pastore della Chiesa Don Mario Martorina che per oltre 40 anni ha svolto il Servizio Sacerdotale, con impegno, servendo la chiesa e la Parrocchia, con dedizione, altruismo, ampia disponibilità, solidarietà e carità verso il prossimo e verso i fratelli afflitti dal bisogno materiale e spirituale.
Ha dato, nel suo operato di pastore della chiesa, esempio di indiscutibile onestà, correttezza e trasparenza nei confronti dei Parrocchiani e dei Vescovi di Noto che succedutosi nel tempo hanno da sempre prescelto per la Sua incontestabile cultura ecclesiale e dottrinale Don Mario Martorina quale docente per la preparazione formativa dei giovani Seminaristi di Noto. Si ricorda che il Seminario rappresenta una palestra per i giovani volti a imparare il servizio sacerdotale e per muovere i primi passi nella liturgia della parola, nella carità e nella testimonianza verso il mondo, provvedendo contemporaneamente alla gestione della Parrocchia di San Filippo e della S.S. Trinità con zelo, umiltà e senza mirare a cariche e/o onorificenze ecclesiali forse più prestigiose, ma sempre nello spirito del prossimo, della solidarietà e del servizio.
A parere di coloro che conoscono Don Mario e lo apprezzano per la sua cultura ecclesiale, sia per le Sue doti e capacità organizzative di coordinamento, di fatto indiscutibili che gli avrebbero consentito di scalare – se lo avessero voluto- la gerarchia clericale, ma il Suo modo schietto, autentico, vero, libero e coraggioso di dire la verità, non corruttibile ne ricattabile, ma ispirato e portavoce della verità cristiana lo hanno penalizzato continuando al meglio e con sicura fermezza il servizio di Pastore della chiesa.
Ha svolto e tutt’ora svolge instancabilmente il suo Ministero Pastorale anche quando febbricitante avrebbe dovuto curarsi e starsene a casa ed invece Don Mario pur di non nuocere i parrocchiani e di non arrecare pregiudizio alla Diocesi evita per quanto possibile la sostituzione nella celebrazione delle Sante Liturgie programmate.
Non c’è dubbio che questa Sua “autenticità” intesa quale padronanza e libertà di pensiero cristiano non è piaciuta ed evidentemente ha dato fastidio ad alcune persone della parrocchia “Cuore Immacolato di Maria” come risulta da alcune dichiarazioni pubbliche di non condivisione della gestione e delle nuove regole organizzative e di catechesi introdotte nella predetta Parrocchia da Don Mario Martorina a seguito del suo subentro.
Ed ecco che con evidenza pubblica è stato consumato questo esasperato, immotivato e burrascoso “processo mediatico” coinvolgendolo e ponendolo al centro della “cronaca” come se fosse un “un malfattore” con grande danno alla Sua immagine, alla Sua personalità e alla Sua incontestabile correttezza e rettitudine di Pastore della Chiesa. 
Molto probabilmente tanti lettori, stupiti dalla notizia mediatica “prettamente gonfiata” e non corrispondente del tutto alla verità dei fatti, sono stati condizionati accusandolo e giudicandolo ingiustamente senza conoscere il vero retroscena.
Ritengo doveroso e giusto nell’occasione riportare le più recenti massime giurisprudenziali della Cassazione:
Cassazione Sez. QUINTA PENALE, Sentenza n.8482 del 22/02/2017 (Presidente PALLA STEFANO Relatore CATENA ROSSELLA)
CASSAZIONE. Chi denigra una persona sui social network, cioè mediante la diffusione di messaggi veicolati a mezzo internet, rischia una condanna per diffamazione aggravata ai sensi dell’art. 595, comma 3, cod. pen., in quanto trattasi di condotta potenzialmente in grado di raggiungere un numero indeterminato o, comunque, quantitativamente apprezzabile di persone, qualunque sia la modalità informatica di condivisione e di trasmissione
Nell’ occasione il parroco “col cuore in mano” aveva invitato ed esortato i fedeli “chiunque abbia fede deve pensare questo: se il Signore venisse a casa vostra a chiedervi di fare un regalo a vostro fratello, voi cosa fareste? Regalereste pochi centesimi? Ecco, immaginate che ci sia il Signore a passare tra i banchi e che i soldi li stesse dando a lui. Mi raccomando, il Signore non accetta i centesimi, ribadendo se non potete è meglio non dare nulla”.
Don Mario aveva fatto riferimento anche ad un precedente episodio in cui un fedele, tutt´altro che povero, aveva donato appena un centesimo, ledendo, con quel gesto, a cuor Suo, la dignità dei poveri e di coloro che ricevono le offerte.
Del resto la richiesta dell’offerta è stata fatta dal parroco a favore dei bambini poveri di “Betlemme”e non alla parrocchia nè al Parroco, che da sempre ha dato ampia trasparenza delle offerte ricevute dai fedeli con affissione delle ricevute dei versamenti effettuati e posti nella bacheca della chiesa affinchè tutti ne potessero prendere visione pubblicamente dell’importo versato e dei destinatari delle offerte.
Mi chiedo forse non ha fatto di più Gesù Cristo con la cacciata dei Giudei dal Tempio, con la sua frusta, “Vangelo di Giovanni 2”, 13-25?. 
“Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!”
Del resto il Parroco Don Mario nell’Omelia aveva predicato un principio basilare dell’evangelizzazione ovvero il Comandamento della Carità: la carità non è solo uno tra i tanti comandamenti, sia pure il più importante, ma è la forma, ciò che determina profondamente l’esistenza cristiana, ciò che fa sì che uno sia cristiano. La carità cioè è il principio di identità del credente cristiano. La carità, prima di essere un dovere etico, un insieme di comportamenti, essa è l’elemento costitutivo, il fondamento ontologico della vita cristiana.
Merita ricordare che la parabola del buon Samaritano è una parabola di Gesù, narrata nel Vangelo secondo Luca 10,25-37 che mette in risalto la misericordia e la compassione cristiana da mostrare verso il nostro prossimo, chiunque esso sia.
Per l’evangelista le opere buone – che devono brillare – sono le opere della carità, come è chiarito nel grande affresco del giudizio: mi avete sfamato, vestito, visitato, accolto (Mt 25,31 – 46). Queste opere sono nostre, ma devono farsi trasparenti tanto che chi le vede non rende gloria a noi, ma al Padre. E così che la carità – anche la più semplice e quotidiana carità – diventa annuncio del vangelo. L’amore, che discende da Dio, non deve mai assumere forme che appannino questa sua origine. La trasparenza è la fedeltà dell’amore alla sua origine.
Ritengo tra l’altro giusto ricordare che dal 1 gennaio 2018 è entrato in vigore una nuova normativa che prevede la sospensione del conio delle monete da 1 e 2 centesimi. Inoltre dalla stessa data l’importo finale degli scontrini, e non quello dei singoli prodotti, quindi, sarà arrotondato per eccesso o per difetto ai 5 centesimi più vicini. Se, ad esempio, si deve pagare uno scontrino da 10 euro e 52 centesimi, in contanti si pagherà 10 euro e 50 centesimi; se la spesa, invece, è di 10 euro e 54 centesimi si arrotonderà a 10 euro e 55 centesimi
Personalmente ed unitamente all’intera comunità parrocchiale siamo profondamente sconvolti, riluttati ed amareggiati con quanto veleno, con quanta cattiveria sono state dette e riferite parole diffamatorie, offensive ed ingiuriose contro Don Mario, e ancor di piu…., “ Reo” solo di aver “ d’impeto reagito ” ad una pre-meditata provocazione, da parte di coloro ….. a cui …… potrebbero non piacere le regole poste. E’ giuridicamente incontestabile che la Parrocchia e la Pastorale non può che essere affidata, sotto l’Autorità del Vescovo diocesano, al  parroco quale guida spirituale dei fedeli e Responsabile Legale dell’Ente e non invece ai laici.
Don Mario da buon predicatore invita I FEDELI nell’evitare gli sprechi e il superfluo in considerazione e nel rispetto di chi invece si trova nel bisogno e non ha nemmeno le medicine per curarsi, ha guidato, per decenni, la parrocchia secondo le regole ispirate al vero Cristianesimo. Ritengo più che ragionevoli le sue omelie quando riferisce sugli ingiustificabili sprechi nei funerali per le decine e decine di mazzi di fior offerti che –di regola- dopo la liturgia vengono ammassati per essere poi smaltiti, così come ingiustificabili le migliaia di euro spese per le feste parrocchiali per i fuochi d’artificio, sicuramente belli da vedere, ma probabilmente offensivi nei confronti dei più poveri che ancora oggi muoiono di fame e sono privi dei mezzi economici per curarsi.
Ritengo tra l’altro ricordare che il Parroco Don Mario Martorina per i funerali non chiede alcuna somma o tassa fissa, come usualmente pretesa nelle altre chiese, ma solo una spontanea offerta dei parenti per la celebrazione dei funerali, perché ritiene il sacramento un diritto “Sacro Santo” spettante a qualsiasi uomo . Ciò non è stato mai un vanto ma è giusto che la platea che lo ha giudicato e criticato sappia che Don Mario Martorina non è stato mai legato ai soldi ma li chiede solo ed esclusivamente per fini caritatevoli e di solidarietà Cristiana.
Don Mario Martorina ha chiesto pubblicamente scusa e perdono per quanto accaduto, del resto aveva impostato l’omelia chiedendo generosità per i bambini di Betlemme a cui sarebbero andate le offerte. Ritrovandosi dei centesimi impulsivamente ha commesso un gesto inconsulto, ma dovremmo chiederci noi cosa avremmo fatto di fronte ad una voluta, premeditata e reiterata provocazione?
Alla luce dei fatti e del clamore che è stato fatto nei confronti del Parroco Martorina sarebbe auspicabile che il Vescovo di Noto – nella persona di Antonio Staglianò – intervenga non solo come ha stigmatizzato il suo gesto, anche con una direttiva indirizzata alle Parrocchie, considerata l’importanza e il grande valore evangelico della carità, in stretta correlazione alla volontà del Nostro Papa Francesco che tanto ha scritto e tanto predicato nei confronti del comandamento della carità e dell’aiuto per il più debole, e spero a cuor mio che venga informato dell’incresciosa pubblicità diffamatoria perpetrata, in tal modo ripristinando l’indiscutibile correttezza, serietà, onorabilità e rettitudine del Parroco Don Mario Martorina che da sempre nello spirito di autentico Cristiano e Pastore si è speso per la carità e per il prossimo.

Modica 17/02/2018 dott. Antonino Di Giacomo

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© Riproduzione riservata

10 commenti su “Processo mediatico e diffamazione contro Don Mario Martorina. Riceviamo e pubblichiamo”

  1. Giorgio Cannizzaro

    Concordo pienamente il tuo pensiero! Conoscendo Don Mario da quaranta anni non possiamo fare altro che condividere la sua onestà.. Grazie Don Mario!

  2. Una chiesa che manifesta giudizio e condanna nei confronti dei fedeli riceve giudizio e condanna da parte dei fedeli… troppe parole, poca umiltà e perdono. Osservare senza giudicare, forse.

  3. Luca 21

    1 Alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. 2 Vide anche una vedova povera che vi gettava due spiccioli 3 e disse: «In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti. 4 Tutti costoro, infatti, han deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere».

  4. Piergiorgio Barone

    Condivido e sottoscrivo quanto detto dal dott. Antonio Di Giacomo. Ho avuto modo già in parecchi miei post su fb di ribadire gli stessi concetti.

  5. Anch’io concordo pienamente il suo pensiero. Conosco Don Mario da trent’anni, persona corretta, onesta, precisa, pastore di grande calibro. Di certo non meritava tutto questo, ma la modernita’ purtroppo porta anche a questo. Condivido il suo operato pienamente e lo ringrazio.

  6. Mettiamola così… Don Mario ha sbagliato e ha chiesto perdono e va bene…Sbagliare è umano,
    ma non si possono cercare delle scuse vane e attenuanti per un gesto inqualificabile, per di più fatto durante un funerale. Inoltre nessuno mette in dubbio che il prelato sia e sia sempre stato un pastore sempre attento e al sevizio della sua comunità e un dottore della dottrina.
    Tutta questa vicenda mi ha però confermato quanto già pensavo: le parrocchie sono spesso luoghi di piccole ipocrisie, invidie e rancori tra convinti osservanti e praticanti…

  7. Signor tizio, ogni pastore conosce le sue pecore, una ad una, se lei lei e’ povero, allora vada senza timore a messa da Don Mario, doni un centesimo e vedra’….

  8. Inutile dire che Don Mario mi piace senza conoscerlo. Tanti commettono errori, ma solo pochi sono capaci di chiedere scusa. Il nostro è diventato un mondo di caccia alle streghe ed i social sono la vetrina della nostra meschinità, abbiamo tanto rancore che ogni occasione è buona per emettere sentenze senza appello.
    Il perdono non è terreno e neppure social.

  9. gio lei scrive che NON lo conosce e neppure sa’ che per la verità NON ha chiesto scusa…! ma di cosa stà parlando? Ma occorre perdonare lo stesso, anche lei che non ne sa’ niente ma scrive, naturalmente…

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