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Svolta nel caso del sequestro-lampo a Vittoria. L’inchiesta passa alla DDA di Catania

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VITTORIA, 07 Ottobre 2025   – L’indagine sul rapimento-lampo del diciassettenne di Vittoria, avvenuto il 25 settembre, ha subito una svolta cruciale: il fascicolo è stato avocato dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Catania. La notizia, confermata da fonti qualificate a La Sicilia, sposta la competenza dell’inchiesta dalla Procura di Ragusa all’organo distrettuale.

Il trasferimento delle carte sul tavolo della DDA è motivato da due elementi chiave che hanno ridefinito lo scenario investigativo: a differenza delle prime dichiarazioni del Procuratore di Ragusa, Francesco Puleio, che aveva escluso la richiesta di denaro, nuovi elementi acquisiti farebbero propendere per l’ipotesi che i rapitori – descritti dagli amici come quattro uomini a bordo di due Fiat Panda (una bianca e una nera) – avessero agito per ottenere un riscatto; la vicenda è maturata in un ambiente giudicato “fortemente condizionato dalla criminalità organizzata“, un fattore che per competenza ricade sotto l’autorità della DDA.

Questi due elementi hanno dato un impulso decisivo all’indagine, ora affidata, per competenza territoriale, all’aggiunto Sebastiano Ardita, in sintonia con il Procuratore Francesco Curcio.

Il rapimento del giovane, figlio di un noto imprenditore vittoriese, era stato fin da subito etichettato come un “giallo anomalo”. Nonostante i precedenti interrogatori della vittima non avessero fornito dettagli significativi (il ragazzo aveva solo parlato di “accento siciliano” di uno dei rapitori), la svolta emersa a Catania non sembrerebbe legata a nuove testimonianze dirette.

Gli inquirenti della DDA starebbero concentrando i loro sforzi su “approfondimenti sul contesto” in cui è maturata la vicenda, che non riguarderebbero solo l’ambito familiare. Si parla di piste “interessanti” che, secondo gli ambienti investigativi, potrebbero portare alla soluzione del caso.

Il fascicolo, dunque, non è più di competenza del Procuratore di Ragusa, ma è passato ufficialmente alla Procura Distrettuale Antimafia di Catania per la prosecuzione delle indagini.

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