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Assolta comisana. Era accusata di aver percepito indebitamente il Reddito di Cittadinanza: “Il fatto non sussiste”

Tempo di lettura: 2 minuti

Una donna di 47 anni, nata a Casablanca e residente a Comiso, è stata assolta con formula piena dal Tribunale di Ragusa dall’accusa di aver percepito indebitamente il Reddito di Cittadinanza. La Procura aveva contestato alla donna di aver ottenuto 4.325 euro dall’Inps senza possedere i requisiti necessari, chiedendo una condanna a un anno e sei mesi di reclusione. L’avvocato difensore, Massimo Garofalo, ha invece sostenuto l’innocenza della sua assistita, chiedendo l’assoluzione.

Secondo l’accusa, la donna non avrebbe avuto il requisito di residenza in Italia da almeno 10 anni, essendo arrivata nel 2011. I fatti risalgono al 7 ottobre 2019. La difesa ha ribattuto che non esisteva alcuna dichiarazione firmata dall’imputata che attestasse una residenza decennale, e che i dati utilizzati dall’accusa provenivano dalle banche dati dell’Inps, le cui domande possono essere presentate tramite uffici postali o patronati.

Il giudice del Tribunale di Ragusa, Maria Rabini, ha accolto la tesi della difesa, assolvendo la donna con la formula “perché il fatto non sussiste”. Nelle motivazioni della sentenza, il giudice ha sottolineato l’assenza di documenti firmati dall’imputata e ha richiamato una sentenza della Corte di Giustizia Europea, secondo cui per il diritto alla parità di trattamento nelle prestazioni sociali, inclusi i sussidi come il Reddito di Cittadinanza, sono sufficienti 5 anni di residenza nel paese dell’Unione Europea, a testimonianza del radicamento nel territorio.

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