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Libertà popolare chiede l’abolizione delle zone a colori

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La zona arancione rappresenta, per il tessuto economico e sociale di Scicli e della Sicilia tutta, un’altra mazzata durissima. Per il coordinatore di Liberta’ Popolare, Peppe Puglisi, significa che, almeno fino al 9 Maggio, pizzerie, ristoranti, bar, stabilimenti balneari, pub e paninerie dovranno restare chiusi o, comunque, limitarsi all’asporto che, in termini di fatturato, vale come una goccia in mezzo al mare.
“Continueranno a soffrire anche gli esercizi commerciali – continua Puglisi – che, con la sola clientela locale, faticano a battere un solo scontrino. Nonostante buona parte dell‘Italia abbia ricominciato a vedere la luce fuori dal tunnel, con le prime timide riaperture, Scicli e le sue attività continuano a soffrire, peraltro senza ricevere ristori dai governi nazionale e regionale, ne’ sovvenzioni, aiuti o anche una semplice parola di conforto dall’amministrazione comunale, malgrado il drastico calo degli incassi da un anno a questa parte.
Mai come in questo momento stiamo toccando con mano quanto la politica sia lontana dalla realtà. Dalla realtà di restare 9 mesi chiusi, dalla realtà di dover continuare a pagare mutui, affitti, bollette, fornitori, debiti, dalla realtà di non dormire la notte pensando a un domani quantomai incerto, dalla realtà di non poter programmare una riapertura per l’assurdo sistema a fasce che cambia colore di settimana in settimana con una comunicazione che arriva appena due giorni prima.
La via maestra, lo sappiamo, è quella di potenziare i vari centri vaccinali. Ma al contempo, continua Puglisi , se non si vuole compromettere la stagione estiva che significherebbe il fallimento definitivo per tutte le imprese operanti nel settore turistico, ricettivo, ristorativo e commerciale, occorre l’abolizione immediata delle zone a colori e del coprifuoco. Noi di Libertà Popolare continua il coordinatore Puglisi lo ripetiamo: abolizione immediata delle zone a colori!! Ma immaginate solo per un attimo cosa potrebbe significare una zona arancione in piena estate? Significherebbe chiudere tutto, lasciare a casa migliaia di dipendenti, perdere prenotazioni, perdere gli incassi attesi da un anno, significherebbe chiudere definitivamente. Mai come ora la politica deve fare uno scatto in avanti, non nascondendosi dietro lo scaricabarile del “non è di mia competenza”. Perché mai come ora è di competenza di tutti salvare la stagione estiva per salvare le imprese e i posti di lavoro. Perché il lavoro non lo si deve solo celebrare con retoriche parole il I maggio, ma lo si deve difendere concretamente, salvando le imprese che quel lavoro lo danno ogni giorno. Occorre una programmazione seria con date reali di aperture. Occorre l’impegno di tutti, a ogni livello, da quello comunale a quello nazionale.”

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