
Eli Sharvit, ex comandante della Marina israeliana, dovrebbe essere il candidato designato a sostituire Ronen Bar messo di recente alla porta dal governo Netanyahu. Il condizionale è d’obbligo in quanto il premier potrebbe ritornare sui propri passi e proporre una nuova figura a capo dello Shin Bet, l’organo principale di sicurezza del paese. L’ipotetico nuovo capo Eli Shirvit è stato ritenuto poco gradito in quanto persona esterna allo Shin Bet e quindi non in grado di assimilare velocemente i meccanismi dell’apparato di sicurezza con la possibilità di cadere in disattenzioni dettate dall’inesperienza. Sessant’anni, originario di Eilat, Sharvit ha trascorso sette lustri nelle forze armate, a capo della marina nel quinquennio 2016-2021. Attualmente l’ex ufficiale guida un’azienda attiva nel settore dell’energia rinnovabile. La sua nomina arriva mentre l’attuale direttore dell’agenzia di sicurezza interna, Ronen Bar, è ancora formalmente in carica, almeno fino al pronunciamento della Corte Suprema che si esprimerà entro l’8 aprile prossimo sulle petizioni contro l’inaspettato licenziamento. In questo contesto, la scelta di Sharvit , figura esterna all’apparato dello Shin Bet, sta suscitando in Israele notevoli polemiche e perplessità. Mentre, secondo Ron Ben Yishai, analista militare di Yedioth Ahronoth, Sharvit è stato senz’altro “un comandante di successo, rivoluzionario nella marina, “capace di trasformare radicalmente la dottrina operativa navale, concentrandola su operazioni segrete lungo la costa, ma condotte via terra. Un approccio che si è rivelato vincente contro il gruppo terroristico Hamas durante l’operazione “Guardiani delle Mura” del 2021. Ben Yishai ha affermato che, l’intelligence navale e i reparti autonomi della marina sono stati “gli unici a ottenere risultati realmente efficaci contro il gruppo terroristico palestinese”.
L’estrema destra non ci sta
Tra gli altri, anche la deputata del Likud Tali Gottlieb ha bocciato la scelta Eli Sharvit, domandandosi per quale motivo non siano stati proposti “nomi risoluti di destra”» a guidare l’apparato di sicurezza. A generare ulteriore malcontento a destra è stato un editoriale firmato da Sharvit a inizio anno, in cui criticava duramente il presidente americano Donald Trump per le sue politiche rinunciatarie sul clima e sostenendo i combustibili fossili. “La miopia di Trump, invia al mondo un messaggio scioccante di disprezzo per la realtà scientifica, il benessere dell’umanità e la responsabilità verso le generazioni future” ha affermato Sharivit al sito economico Calcalist. Mentre secondo l’emittente Kan, Benjamin Netanyahu starebbe valutando la possibilità di riconsiderare uno degli altri sei candidati papabili, presi in considerazione nelle scorse settimane per sostituire Ronen Bar.