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Il presidente dell’Ecuador, Daniel Noboa, ha confermato lunedì l’attuazione di dazi del 27 per cento sui prodotti importati dal Messico. Una decisione che fa seguito alla rottura dei rapporti diplomatici tra i due paesi avvenuto nell’aprile 2024. Questa misura, secondo il presidente di estrema destra, fa parte della sua strategia per rafforzare l’industria nazionale e “proteggere” i produttori ecuadoriani. Noboa, ha ribadito l’impegno del suo governo a stabilire un accordo di libero scambio con il Messico. Come abbiamo dimostrato in questi giorni, il Nuevo Ecuador è sempre stato aperto all’integrazione commerciale, ma non quando ci sono abusi. Ribadiamo il nostro impegno a stabilire un accordo di libero scambio con il Messico, ma fino a quando ciò non accadrà e non diventerà realtà, applicheremo questi dazi, per promuovere e salvaguardare la nostra capacità produttiva locale e garantire un trattamento equo ai nostri agricoltori”, ha detto il presidente. La decisione arriva in un momento di instabilità tra le due nazioni, (che ancora persistono), a causa dell’intervento della forza pubblica ecuadoriana, su ordine di Noboa, presso la sede diplomatica messicana a Quito per arrestare l’ex vicepresidente Jorge Glas che durante il governo di Rafael Correa, aveva ottenuto asilo politico dall’allora presidente messicano Andrés Manuel López Obrador, il che ha complicato ulteriormente la situazione tra i due paesi. La nuova tariffa, secondo Noboa, cerca non solo di proteggere l’industria locale, ma anche di creare un equilibrio nelle relazioni commerciali fino a quando non verrà stabilito un accordo più formale con il Messico. Sebbene, l’intenzione sia positiva, c’è chi si interroga sull’impatto che questa misura potrebbe avere sull’economia nazionale e sulle relazioni bilaterali.