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Bufera scuole private. Il Ministro Valditara annuncia guerra aperta ai diplomifici

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Sono finiti i tempi dei diplomi facili? Quelli da offerta del supermercato 3×2, quelli che in pochi mesi, spesso comodamente da casa, ti fanno diventare campione di salto in lungo con 2, 3 o anche 4 anni saltati a piè pari per intenderci. Sembrerebbe di sì, almeno stando alle parole del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara che scende in campo con decisione dopo lo scandalo “scoperto” da Repubblica con un’inchiesta su questi veri e propri diplomifici in Sicilia. Intendiamoci, questo non è certo l’ennesimo trofeo del disonore che ci appuntiamo da siciliani, ma è una pratica comune a tante Regioni che è stata portata alla luce in Sicilia. Ma siamo sicuri che sarà solo la prima puntata. Dalle verifiche de La Repubblica la maturità si può conseguire in un anno in diverse scuole private e con una cifra che oscilla fra i 4 e gli 8mila euro. In una scuola di Palermo, per esempio, fanno una proposta: “Se riesce a ritirare sua figlia dalla scuola pubblica adesso possiamo farle fare già quest’anno due anni insieme. Le facciamo studiare una tesina e problemi non ne ha, ad agosto fa l’esame”. Una scuola al telefono fornisce il pacchetto completo: 2.500 euro per il recupero di 4 anni in 5 mesi e altri 2.500 euro per il quinto anno. “Ma bisogna fare presto — avvertono — con 2.500 euro si recuperano i primi 4 anni, poi ci si iscrive al quinto anno da settembre sino a giugno: in un anno si consegue il diploma. Questo è il modo più veloce, poi non si potrà più fare”. quel “poi” si riferisce al momento in cui entreranno in vigore le nuove norme pensate dal Governo come il tetto massimo di due anni recuperabili in uno e la presenza di un Commissario esterno all’esame di maturità (ad oggi la commissione è fatta “in casa”).
Promette battaglia il Ministro dell’Istruzione e a cascata anche l’Assessore Regionale all’Istruzione Mimmo Turano che ha dichiarato il massimo sostegno all’attività investigativa e di repressione annunciata via social dal Ministro. Addirittura si vocifera che l’Assessore abbia già in mano una sorta di black list contenente i primi 10 nomi di scuole paritarie dal diploma facile, diciamo così. E siccome piove sempre sul bagnato, sempre le scuole paritarie recentemente erano state al centro di un’altra bufera legata al mancato pagamento dei docenti. Secondo la denuncia di tante “vittime del sistema”, i professori non venivano pagati ma dovevano accontentarsi del punteggio. Certamente non vogliamo qua demonizzare la scuola paritaria come istituzione, ma semplicemente rimarcare alcune storture avallate tacitamente in passato da chi sarebbe stato preposto al controllo. L’augurio è che l’intervento del Ministro possa veramente segnare un punto di svolta nell’istruzione paritaria, portandola, non solo sulla carta, allo stesso livello della scuola statale affinchè non sia un nascondiglio per furbetti con poca voglia di studiare ma tanta fretta di finire. Anche perchè, ad oggi, chi ha conseguito il diploma in modo poco “limpido” pagando anche 3 mila euro per anno “recuperato”, ha svolto i concorsi pubblici fianco a fianco con chi ha speso cinque anni della sua vita a studiare sui libri. Un’equiparazione inaccettabile a queste condizioni.

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