“Dopo un lungo percorso, durante il quale abbiamo esposto con fermezza e chiarezza le nostre perplessità, abbiamo dimostrato come le pratiche adottate da Iblea Acque siano state poco trasparenti nei confronti dei consumatori”. E’ quanto evidenzia il consigliere comunale di Ispica Paolo Monaca. “Sono esattamente trascorsi quattro mesi (era il 6 novembre 2023) – spiega Monaca – quando abbiamo dato notizia del primo utente ispicese che ha contestato la bolletta ricevuta da Iblea Acque per il mancato rispetto alla regolamentazione dell’Autorità nazionale di vigilanza e regolazione del settore idrico. Abbiamo dovuto inviare un formale reclamo ad Iblea Acque, attendere la mancata risposta della stessa entro il termine di 30 giorni (violando persino l’art. 12.2.3 della propria carta dei servizi), successivamente rivolgerci allo Sportello per il consumatore messo a disposizione da Arera e, infine, svolgere ben due incontri (31.01.2024 e 01.03.2024) in sede di conciliazione con un avvocato in rappresentanza di Arera e un rappresentante di Iblea Acque. Ebbene, in conclusione abbiamo visto riconoscere i nostri diritti di consumatori ed è stata riconosciuta la legittimità dei nostri dubbi rispetto ad alcune pratiche messe in atto da Iblea Acque. Infatti, abbiamo ottenuto l’annullamento della prima bolletta, successivamente pretendere la lettura reale del contatore idrico e, solo successivamente, abbiamo ricevuto la bolletta con i consumi reali come prescrive e tutela la legge”.
“Inoltre – dice ancora Monaca – siamo riusciti ad ottenere un indennizzo di € 30,00 (defalcato in bolletta) per il mancato rispetto dello standard specifico inerente al reclamo presentato. Per completezza di informazione e trasparenza, preciso che ho avuto l’onore e l’onere di essere stato delegato a partecipare ai due incontri al fine di rappresentare e meglio tutelare gli interessi dell’utente, persona con la quale sussiste una fiducia e stima reciproca. Al contrario, è stato imbarazzante e fuori luogo la presa di posizione del rappresentante di Iblea Acque quando, ad un certo punto, ha preferito buttarla in caciara raccontando del sottoscritto aspetti ed attività personali che non erano oggetto del reclamo e della convocazione Arera. Si allega in calce copia del verbale di accordo sottoscritto dalle parti. Contestualmente, giusto per un eccesso di zelo, avevo precedentemente chiesto ad Arera alcuni chiarimenti in merito sia alla regolamentazione delle utenze attualmente sprovviste di contatore per la misurazione del consumo idrico, sia alla corretta modalità di fatturazione. Quindi, la risposta ricevuta da Arera, che si allega in calce, è chiara e netta: l’installazione dei contatori è disciplinata dal Regolamento del servizio idrico integrato, definito dalla competente Ega; almeno due letture/anno; applicazione dei consumi medi annui relativi alle ultime tre annualità; cadenze semestrali/quadrimestrali per consumi annui da 0 a 1000 mc. Tuttavia, non tutto è stato chiarito. Soprattutto non siamo per nulla convinti di come Iblea Acque stia gestendo le utenze e la relativa fatturazione dove non esiste il contatore per la misurazione del consumo. E’ corretta e coerente con la normativa nazionale la modifica dell’art. 46 del regolamento del servizio idrico integrato? Perché sono stati addebitati gli stessi consumi per utenti con componenti familiari differenti? Come mai nella bolletta Iblea Acque non vi è consequenzialità delle letture e, al contrario, sicuramente ad Ispica si è proceduto a fatturare inserendo le medesime ed errate letture presenti nelle fatture del 2021? Dalla presa in carico del servizio, per quale motivo Iblea Acque non ha proceduto, come impone la norma prima di emettere le fatture, ad effettuare il proprio censimento e soprattutto a rilevare le letture di interpolazione degli utenti provvisti di contatore? Ma soprattutto il paradosso sarà come dovremmo considerare le utenze senza contatore. Sarà vero quanto indicato dall’art. 20 del regolamento Iblea Acque del SII, secondo cui il gestore è tenuto a garantire l’installazione dei misuratori, anche (e non solo) se richiesto dall’utente? Al contrario, dovremmo seguire le indicazioni all’art. 3 del medesimo regolamento, secondo cui sono eccezionalmente ammesse forniture a forfait, con o senza misuratore d’utenza, nei casi occasionale con durata limitata? Ci considereranno tutti abusivi ai sensi dell’art. 17 perché mancano i contatori installati? Insomma, per quanto tempo ancora un utente che non ha avuto installato il contatore, dovrà ricevere fatture in acconto senza un legittimo conguaglio? Ovviamente abbiamo già compreso benissimo il fattore “tempo” per il quale si vuole procedere chiedendo, addirittura ad ogni utente, di dover inoltrare una richiesta ad hoc. Non credo sia da paese civile se oggi un cittadino debba attendere tutto questo tempo per ricevere quanto è già un suo diritto riconosciuto per legge. Questo esito positivo è un chiaro segnale che, uniti e supportati dalle giuste procedure, possiamo fare la differenza e garantire che l’equità e la trasparenza prevalgano. Già da oggi mi attiverò per presentare alcune istanze presso il Comune di Ispica, che tra l’altro è presente all’interno del Comitato del controllo analogo, affinché dia indirizzo alla controllata pubblica Iblea Acqua, per tutelare tutti i diritti di cittadini ed utenti che si trovano nella medesima condizione. Perché non è immaginabile, a maggior ragione per una società pubblica, operare limitando i diritti degli utenti piuttosto che riconoscerli e tutelarli meglio rispetto ad una società privata. Ma di questa e di altre anomalie, ne parleremo in un altro momento. Comunque vada, rimango fortemente convinto come questa esperienza ci insegni che non dobbiamo mai temere di alzare la voce per difendere i nostri diritti di cittadini ed utenti”.