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Firrincieli (M5S Ragusa). “Aumentano i prezzi e gli stipendi fermi al palo”

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“Lo sappiamo. Tutto aumenta. Ho sentito proprio l’altro giorno Federconsumatori, che, parlando di buono pasto, enunciava l’incremento del prezzo del tramezzino del 300%, il panino è aumentato del 200%, perfino la bottiglietta dell’acqua è aumentata del 283%. Tutto questo mentre, in pratica, gli stipendi sono fermi agli anni Novanta. Addirittura, il potere d’acquisto del buono pasto, secondo la stessa associazione, è diminuito del 30%. Si fa tanto parlare, e giustamente, di salario minimo a 9 euro ma non si tiene conto che il ceto medio, la gente che lavora, la classe operaia e i dipendenti pubblici risultano essere in grande sofferenza perché le loro retribuzioni non sono più neanche nella condizione di potere garantire l’acquisto di una bottiglietta d’acqua senza che questo non si trasformi in un salasso”.

E’ quanto afferma il consigliere comunale di Ragusa, Sergio Firrincieli, espressione dei Cinque Stelle, il quale aggiunge: “Il carrello della spesa doveva essere calmierato da un accordo tra governo e grande distribuzione, tuttavia sfido chiunque a rilevare ribassi, anzi sembra proprio essere più pesante. Probabilmente i prezzi sono stati bloccati ma dopo che però talune realtà della Gdo avevano già aumentato i prezzi. Aggiungiamo che il costo della benzina non cala mentre i costi dei trasporti, soprattutto quelli aerei, e lo viviamo noi qui in Sicilia, soprattutto da e per Comiso, sono saliti alle stelle rispetto a quando vi era presente il secondo vettore a livello internazionale. Per di più, beni e servizi hanno sempre costi maggiori. Sono poi in continuo aumento il costo degli affitti, lo sanno bene gli studenti fuori sede, fino a quello degli oneri urbanistici per poter edificare”.

“Vorremmo capire in tutto questo – prosegue Firrincieli – che cosa fa il governo, come contrasta questo stallo il sindacato, come le opposizioni al governo intendono coordinarsi per poter garantire una inversione di tendenza a questo trend che ormai sta diventando molto pesante. Se le retribuzioni rimangono ferme, vedremo morire numerose piccole attività commerciali. Sicuramente a farne le spese saranno gli operatori del terziario di mercato, soprattutto gli operatori del turismo. Chi non riesce a farcela, infatti, taglia con più facilità la ristorazione, i viaggi, tutto ciò che attiene il tempo libero. Sappiamo che c’è un’industria attorno a questo tipo di settori che naturalmente è fondamentale anche per la creazione di posti di lavoro. Il nostro territorio, la Sicilia, che potrebbe vivere appunto di turismo, non essendo la ricca Brianza, non essendo il laborioso Veneto, non essendo la organizzata Romagna, deve necessariamente pensare anche a questo. E di conseguenza è proprio dai territori che arriva la sollecitazione a tutte le forze politiche e ai corpi intermedi di sedersi in modo serio attorno a un tavolo per dare respiro agli italiani che hanno le buste paga più basse d’Europa. E in questa speciale classifica, la provincia di Ragusa è addirittura la più penalizzata visto che risulta essere tra quelle in Italia con le buste paga dagli importi più bassi”.

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