
Sulla Servizi per Modica si è aperto da qualche giorno, sia pure con grande ritardo, una discussione, nei social e nella carta stampata, con la finalità di voler essere pubblica, nel senso che si chiede all’Amministrazione Comunle di portare a conoscenza della cittadinanza le reali condizioni economiche e finanziarie della partecipata. Sin qui nulla di particolarmente rilevante, dovrebbe essere nella fisiologia della democrazia che i cittadini siano informati in maniera esaustiva su tutto ciò riguarda la cosa pubblica.
Il punto centrale ora è che la SPM è collocata su un crinale molto ristretto e che pensiamo sia diventato urgente individuare una soluzione che metta i 48 dipendenti della SpM in sicurezza, salvaguardandoli da qualsivoglia rischio, perché diversamente la conseguenza, per loro, sarebbe la perdita del posto di lavoro.
“Da qualche settimana – spiega il segretario della Camera del Lavoro – è attivo un tavolo di confronto con l’Amministrazione e in particolare coll’Assessore alle Partecipate per costruire un percorso che metta insieme esigenze di natura pubblica e salvaguardia dei livelli occupazionali. E in questo contesto, nel corso dei due incontri sin qui fatti, come Camera del Lavoro abbiamo proposto – atteso che la SPM è stata posta in liquidazione e che quotidianamente viene aggredita da pignoramenti -di trasferire i lavoratori ad altra società pubblica, utilizzando a tale fine una delle due società recentemente costituite dal Comune. Tale passaggio avrebbe carattere temporaneo, perché queste 48 unità si potranno assumere quali dipendenti comunali, se si vuole beneficiare delle possibilità scaturenti dalla vigente normativa.
Abbiamo sostanzialmente chiesto di operare in due fasi al fine di mettere al sicuro 48 famiglia. L’intervento-zattera (la nuova società), con caratteristica temporanea, al massimo un anno, per scongiurare che, in caso di fallimento della SPM, i dipendenti rischino il licenziamento; e, come seconda fase, avviare le procedure, nel primo rispetto dei dettami derivanti dalla finanza pubblica, per includere detti lavoratori nei ranghi dell’ente-comune. Questa procedure in due momenti è necessaria perché, considerate le condizioni finanziarie ed economiche del Comune, non potranno essere assunti in un’unica soluzione tutte le 48 unità, ma secondo un piano ben scandito da concludere in un anno”.
Oggi l’urgenza è rappresentata dal concretizzare in tempi brevissimi l’obiettivo, che riteniamo possa coinciderà anche con l’intendimento dell’Amministrazione comunale, nel frattempo agire per pagare le 5 mensilità di stipendi maturati dai lavoratori, sia di quelli rimasti in capo alla SpM sia delle altre 31 unità trasferite alla Iblea Acque.