
Da semplice cittadino volevo esimermi per il momento dal commentare questa situazione di Iblea Acque, ma visto che non si vuole gettare acqua sul fuoco, corre sicuramente l’obbligo di fare un po’ di chiarezza.
Si apprende con piacere che l’amministratore unico è persona di esperienza, capacissima, che sa districarsi fra le tante scappatoie e scorciatoie legali , capace di affrontare in maniera ineccepibile e tecnicamente perfetta qualsiasi problematica si presenta (sto utilizzando le sue parole: lungi da me l’idea di aggiungere altro), non per niente, da funzionario in pensione, la società Iblea Acque per il suo ruolo da amministratore lo retribuisce con 95.000mila euro annue lorde, che credo non siano da buttare via.
La pubblicità del bando e la determina di assunzione. Premetto che dicono che la pubblicità è l’anima del commercio, ma lo diventa ancora di più se fatta a modo: se la società è interamente pubblica, composta dai 12 comuni della provincia di Ragusa, mi chiedo perché nei vari siti istituzionali dei 12 comuni non è apparso nulla? La pubblicità compariva solo sul sito di Iblea Acque. E su questo non ci piove! La determina di assunzione ovviamente è conseguente al bando malamente pubblicizzato
Leggo che si paragona l’amministratore unico al mister Mancini nel formare una squadra: credo purtroppo che il paragone non regga. Mancini sceglieva una rosa di nomi fra i giocatori delle varie squadre, ed era quello il suo ruolo. L’amministratore unico non è un allenatore, e non gestisce la nazionale di calcio, né una società privata. Credo che avrebbe dovuto prima di fare un bando, sentire e vedere se fra i 12 comuni c’erano le professionalità richieste. E se alla fine,partecipando al bando, sono stati confermati due dei professionisti già in forze, perché non rinnovare loro il contratto? Sarà mica che il contratto non si poteva più rinnovare, o forse al prossimo bando per l’assunzione a tempo indeterminato verrà richiesta una esperienza con minimo di x anni/mesi lavorativi maturata presso l’ente, enti pubblici o società partecipate?
Certo per gestire qualsiasi cosa, e non solo 300 mila abitanti, farebbe comodo scegliere collaboratori di proprio gradimenti e fiducia a ciascuno di noi, ma allora le escamotage c’è o non c’è? La società è pubblica o è privata? I cittadini per mezzo dei loro sindaci possono avere diritto di parola? A quanto leggo credo proprio di no. Di certo c’è che l’acqua è un bene pubblico, il cui servizio dovrà essere pagato dall’utenza interamente, e se già per la gestione a livello comunale i costi delle utenze erano abbastanza alti, aggiungendo oneri della società, compensi ad amministratore e collaboratori di fiducia, impiegati di vario titolo e genere, addetti alla manutenzione, manager di provata esperienza, la bolletta quanto ci verrà a costare?
Non è che i passaggi “border line” nascono per mettere in moto una macchina veloce prima che ritornano in funzione le province? E poi, se si inizia con il definire una”stupidaggine” il fatto che pare che alcuni o tutti i sindaci non sapessero nulla di tutto questo, credo che non siamo partiti con chiarezza e trasparenza, soprattutto nei confronti dei sindaci che non ne sapevano nulla. Perché tanta segretezza?
Non mancherà tempo e modo per fare chiarezza anche su altri punti di vista, specie quando noi utenti inizieremo a ricevere le bollette. Aspettiamo con ansia le prossime puntate, e di vedere se i sindaci prenderanno parola, se fanno parte tutti del consiglio di amministrazione, o di verificare chi ne fa parte, e soprattutto se intendono difendere gli interessi economici dei cittadini dei propri territori