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Anc Ragusa. Errori del fisco rilevati dalla Corte dei Conti

Paolino: "Non più rinviabile la semplificazione del sistema"
Tempo di lettura: 2 minuti

“Quando anche la Corte dei Conti dimostra che il Fisco sbaglia spesso gli accertamenti ai fini delle imposte sui redditi ed Iva, ecco che la denuncia fatta da Anc assume i connotati dell’urgenza per l’intervento da parte del governo”. E’ quanto rileva il presidente di Anc Ragusa, Rosa Anna Paolino, che sottolinea come “dal 2020 al 2022 sia triplicato il numero degli annullamenti degli avvisi bonari che dall’1,7% è passato al 6,1%, evidenziando difati che il Fisco sbaglia spesso e i numeri sono preoccupanti. Tra gli errori più comuni, come denunciato in varie occasioni da Anc, ci sono le cartelle esattoriali, gli avvisi bonari e le lettere di compliance notificate. Abbiamo chiesto a più riprese maggiore morigeratezza da parte dell’Agenzia delle Entrate nell’invio, soprattutto, in periodi carichi di scadenza, di invio di intimazioni di pagamento e cartelle. Ora, anche la Corte dei Conti è scesa in campo affermando nero su bianco che il Fisco è molto incline all’errore e a pagarne le spese spesso sono i contribuenti e i professionisti che li seguono che sono costretti a portare avanti cause o segnalare gli errori. E’ altrettanto vero, però, che quando è lo Stato a sbagliare, lo stesso non restituisce, il più delle volte, quanto dovuto”.

“Dalla relazione sul rendiconto generale dello Stato 2022 della Corte dei Conti scaturiscono importanti dati sui controlli effettuati dal Fisco – è chiarito ancora da Anc Ragusa – il rendiconto è stato pubblicato il 28 giugno 2023. Infatti, pare che quasi il 12%, e più precisamente l’11,9% degli accertamenti ai fini delle imposte sui redditi ed Iva, abbia dato esito negativo o sia stato annullato in autotutela. Tra il 2020 e il 2022 risulta, invece, triplicato il dato degli annullamenti degli avvisi bonari che dall’1,7% in media nelle annualità 2020 e 2021 è arrivato al 6,1% nel 2022. Secondo i dati emersi dalla relazione, si è ridotta anche l’attività di recupero dai controlli documentali prevista dall’articolo 36-ter del dpr 600/1973. Per questi controlli, infatti, di un totale di 586.752 comunicazioni emesse, solamente poco più del 30%, vale a dire 189.193 atti, hanno avuto esito positivo e, di conseguenza, hanno portato ad un incasso. In questo caso i dati fanno riferimento al periodo d’imposta 2019. Sempre secondo i dati forniti dalla Corte dei Conti, questi risultati evidenziano la necessità di una approfondita riflessione sulle cause del fenomeno”. “È da questi dati e da questa relazione della Corte dei Conti che necessita partire per iniziare il lungo percorso di semplificazione cha da sempre Anc chiede per il bene dei contribuenti italiani e per il sistema Paese. Chiediamo di ristabilire lo stato di diritto che in un Paese civile non può venire meno, lo abbiamo chiesto in tempi non sospetti ed ora che un organo di rilievo costituzionale, con funzioni di controllo e giurisdizionali, scende in campo vuol dire che la misura è colma”.

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7 commenti su “Anc Ragusa. Errori del fisco rilevati dalla Corte dei Conti”

  1. Piero Cassibile

    Se il cittadino sbaglia o dimentica paga , se sbaglia l’impiegato dell’agenzia il cittadino deve correre . Bisogna più equità , il cittadino con una semplice comunicazione dovrebbe vedersi annullato il non dovuto o restituito quanto pagato nel caso avesse già provveduto a saldare la pendenza.

  2. Tonino Spinello

    Il fisco come diceva un tempo la Meloni, da esattore delle tasse è passato a “Pizzo di Stato”!
    Ormai è prassi mandare cartelle a forfait con la speranza di acchiappare quel contribuente poco ordinato nel tenere le carte e quindi costretto a pagare due volte in quanto impossibilitato a dimostrare il contrario.
    Oggi si fa un gran parlare di evasione fiscale, questo succede a cadenza quando lo Stato deve fare cassa e invece di intervenire sugli sperperi delle grandi incompiute che sono migliaia o il mantenere carrozzoni adibiti a stipendifici elettorali, puntualmente il colpevole della situazione economica è sempre l’utente che non paga le tasse. Poi se ci sono politici che con le loro aziende fanno brogli e per giunta ricevono soldi a fondo perduto poco importa, è il cittadino che si deve perseguitare e perseguire.
    Oggi si parla di evasione per intimidire l’utente, le cartelle sono una conseguenza per dirti che ti stiamo sempre col fiato sul collo e farti vivere con l’ansia oltre ai problemi che nel frattempo il governo crea nel sociale. Vedi pandemia, clima, green, app da scaricare, bombe a grappolo ecc…
    Non è la misura ad essere colma Sig.ra Paolino, è lo scroto ad essere colmo, anche lo scroto delle nuove donne che a quanto pare hanno pure degli incentivi fiscali.

  3. Se per sbaglio si paga due volte i soldi a chi possono restare? Senza che risulti al “registro di cassa” è una cosa importante su questa possibilità che potenzialmente può passare inosservata la guardia di finanza deve indagare raccogliendo testimonianze da parte di cittadini e impiegati.

  4. Da una parte gli evasori e dall’altra gli errori del fisco, paese di banane e pop-corn. I dipendenti pubblici hanno i mesi contati, finito il gettito finirà il reddito.
    C’è gente che si è convinta che gli “stipendi” sicuri siano inesauribili, anche le “pensioni”, ma comprenderà bene, e sarà l’unico modo per fare comprendere un popolo lento come il nostro.

  5. Se ne accorgono adesso?? Sono decenni che arrivano bollette forfettarie, naturalmente maggiorate a favore dell’ente però…… chissà come mai!! State attenti, controllate sempre prima di pagare. Se non a norma, contestarle. Parlano di evasione, dovrebbero parlare di sprechi invece. Lasciate perdere qualche indottrinato, che ha finito con il reddito di cittadinanza, adesso scrive sempre di evasione fiscale. Le bollette si pagano per avere un servizio, non bollette forfettarie, e senza avere il servizio.

  6. Nel mio paese di provenienza, non posso dire quale non essendo italiano, gli impiegati del fisco si sono arricchiti appropriandosi delle somme pagate per errore o fatte pagare inducendo in errore, hanno ville e auto da nababbi , per non parlare degli orologi da 20 000 euro , in Italia che fine fanno le somme non dovute perché prescritte o sanate , come vengono rendicondate allo stato? Sotto quale voce?

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