
Più di 80 membri del gruppo estremista Islamic State of West Africa Province (ISWAP) in Nigeria sono annegati insieme a molti dei loro parenti a Damasak nello stato nord-orientale del Borno, mentre cercavano di sfuggire ai massicci attacchi aerei dell’esercito nigeriano. Secondo il leader delle Joint Task Forces (JTF), Muhammad Goni, i corpi sono stati recuperati nel fiume Komadugu Gana. Si tratta di militanti, familiari e parenti che a quanto pare non sapevano nuotare, mentre stavano cercando di raggiungere il Niger. I corpi ritrovati appartenevano a varie comunità come i Bulama Modori, Kaneram, Dogomolu e Jokka, il che indica che si tratta di operazioni militari simultanee, su vasta scala, della JTF nigeriana, idonee a neutralizzare i vari gruppi jihadisti nell’area. Dal 2009, la regione nord-orientale della Nigeria è stata gestita con azioni violente dal gruppo jihadista Boko Haram, che si sono intensificate a partire dal 2016, dopo la scissione avvenuta all’interno di Boko Haram. Nonostante le loro divergenze, sia Boko Haram che ISWAP con le loro ripetute azioni terroristiche intendono imporre uno Stato islamico in Nigeria, un Paese dove gli abitanti del sud praticano la religione cristiana e quelli del nord quella musulmana. Secondo le Nazioni Unite e dello stesso governo nigeriano, i jihadisti hanno ucciso più di 35.000 persone e provocato quasi tre milioni di sfollati, anche in paesi vicini come Niger, Camerun e Ciad.