
Raffaele Schembari, Segretario cittadino Territorio Ragusa, commenta il conferimento del titolo di Capitale Italiana della Cultura 2025 alla città di Agrigento:
“Si sono scaldati gli animi per il riconoscimento di Capitale Italiana della Cultura 2025 alla vicina Agrigento.
Legittima la soddisfazione dei vertici regionali per questa occasione di rilancio della Sicilia tutta, anche se il riconoscimento del 2018 per la città di Palermo non ha portato sensibili vantaggi per il resto dell’isola.
La centralità di Agrigento depone perché sia più facile approfittare dei flussi di visitatori che inonderanno la città di Pirandello, nell’anno 2025.
In particolare il nostro territorio, con l’aeroporto di Comiso e le strutture ricettive di livello, oltre all’ingente patrimonio artistico architettonico e naturalistico ambientale, potrà godere anche di flussi di turisti e visitatori non indifferente.
Ragusa, come capoluogo deve approfittare dell’opportunità e si deve trovare pronta per garantire servizi, eventi e appuntamenti di livello che possano consentire e invogliare i visitatori a spostarsi anche nel sud-est della Sicilia.
Da scartare ipotesi fantastiche di candidature per la nostra città, non ci sono le condizioni né possono essere create dal nulla dopo anni di totale immobilismo nel settore culturale, è improbabile che dopo Palermo nel 2018 e Agrigento nel 2025, possa essere ancora gratificato un centro dell’isola, senza dire che Ragusa, negli anni passati ha concorso alla nomina ma una gestione quasi privatistica e anonima della candidatura, decretarono il rigetto dell’istanza.
Va detto anche che, per questa volta, Agrigento ha avuto vita facile, sia improntando la candidatura al tema dell’accoglienza, coinvolgendo anche Lampedusa nel progetto, sia perché le altre candidature non erano certo, per storia culturale, all’altezza della città siciliana.
Aosta, Assisi, Asti, Bagnoreggio, Monte Sant’Angelo, Orvieto, Pescina, Roccasecca e Spoleto non costituivano certo, con il massimo rispetto per ogni località, concorrenti insuperabili.
Una eventuale candidatura della nostra città potrebbe essere solo avanzata con il coinvolgimento largo del territorio del sud-est, ma precedenti esperienze hanno dimostrato come su questa parte della Sicilia manchi la necessaria serenità e imparzialità per poter gestire iniziative di questo tipo che richiedono, prima di tutto, elevatissime capacità di confronto e di sintesi, in un territorio dominato dai campanilismi.
Ma non ci sono nemmeno le condizioni e i tempi per produrre il necessario substrato organizzativo da offrire con una eventuale candidatura.
Serve, invece, farsi trovare pronti per l’appuntamento del 2025 e rendere quanto mai appetibile, sotto l’aspetto culturale, turistico e ambientale la nostra città, facendola diventare una metà inevitabile della permanenza in Sicilia.
Per fare questo servono idee precise e anche la campagna elettorale in corso deve offrire spunti, per rendere credibile una azione di governo della città che sappia sfruttare queste occasioni imperdibili e irripetibili.”